Seconda giornata allo Swiss Indoors Basel, con tre incontri che vedono protagonisti altrettanti pretendenti a un posto alle ATP Finals: Hubert Hurkacz (n. 11 della Race), Alex de Minaur (n. 13) e Holger Rune (n. 8). Sarebbe forse più corretto dire quattro, dal momento che Nicolas Jarry, diciannovesimo, entra in campo matematicamente ancora in corsa. Andiamo intanto a vedere come se la sono cavata i primi due.
[4] H. Hurkacz b. D. Lajovic 7-6(2) 6-3
Subito eliminato a Tokyo, Hubert Hurkacz ritrova quel che basta del tennis che gli ha permesso di alzare il titolo “Mille” a Shanghai e batte in due set Dusan Lajovic, 7-6(2) 6-3. Un Hurkacz discontinuo che è comunque stato presente nei momenti più importanti, in ciò facilitato da un avversario che viceversa avrebbe potuto fare qualcosa di più.
Il match comincia con il polacco centrato e più aggressivo; il dritto gli viaggia bene, ma è una risposta bimane d’incontro a dargli la chance di allungare, trasformata sull’errore serbo. Salito 4-1, tutto sembra girare al meglio per Hubi, che però apre il settimo gioco smecciandosi sui piedi e, forse coincidenza, non spinge due dritti su palle da chiudere, scegliendo invece altrettante smorzate sulle quali Lajovic esibisce corsa e mano. Il conseguente 15-40 è rimediato dal servizio, ma il dritto ha già perso sicurezza, gli va largo e, nel giro di pochi minuti, è 4 pari.
Si arriva al tie-break, dunque, con il terzo punto che risulta già decisivo, vinto da Hurkacz in remata sul gratuito di Dusan che comanda senza riuscire a trovare il varco definitivo. L’espressione del trentatreenne di Belgrado anticipa quello che sta per accadere, vale a dire il 7-2 per Hubert.
Nel secondo parziale, è Lajovic ad avere due occasioni da sinistra al quarto game, ma una volta la volée perfetta su un peraltro soavemente subdolo passantino monomane e un’altra il servizio tolgono dai guai Hurkacz. È allora il n. 11 del mondo a piazzare il break, prendendosi a zero il settimo gioco. La pronta reazione di Dusan non va oltre il vantaggio esterno, guadagnato prendendo la rete senza permettere all’altro di restare nello scambio scodellando dritti dalla periferia. Lajovic non gioca al meglio quella che sembrava una palla da spaccare nel duro scambio conseguente, così Hurkacz si salva e chiude addirittura con un gioco di anticipo dopo poco meno di un’ora e mezzo.
Per il quarto del seeding, secondo turno contro Jan-Lennard Struff, contro il quale ha perso entrambi i precedenti (quest’anno a Stoccarda e nel 2016 in Coppa Davis), e Race che rimane completamente aperta.
[5] A. de Minaur b. D. Schwartzman 6-4 6-4
Una stagione decisamente negativa per Diego Schwartzman, uscito dalla top 100 dopo quasi nove anni. Un po’ di respiro con gli ottavi a Shanghai dove sono arrivate 3 delle 13 vittorie stagionali a fronte di 24 sconfitte che diventano 25 con quella del martedì basilese subita a opera di Alex de Minaur, colui che lo aveva battuto la settimana scorsa a Tokyo (e in giugno al Queen’s). 6-4 6-4 in un’ora e tre quarti per l’australiano, dominante negli scambi brevi (36 vinti contro 25) e superiore anche in quelli oltre gli otto colpi (21-17).
Il primo parziale è deciso dal break in apertura quando de Minaur piazza due lob perfetti (soprattutto il primo perché involontario) per procurarsi e quindi convertire la quinta opportunità. L’ulteriore allungo australiano che vale il 4-1 è subito rintuzzato da Schwartzman che continua però a faticare in battuta, mentre in risposta vince un solo punto in due turni e il 6-4 è inevitabile.
Servizi intoccabili nella seconda frazione fino al nono gioco, quando Alex approfitta di tre imprecisioni di Schwartzman per poi sfruttare l’unica palla break al… “secondo” tentativo – le virgolette perché l’arbitro Greg Allensworth chiama il let per disturbo involontario. Succede che, colpendo un rovescio in allungo, il cappellino voli dalla testa di de Minaur che lo prende al volo con la sinistra. Non se ne accorgono né l’arbitro né Diego che gioca l’attacco dove l’altro è rimasto fermo in attesa della chiamata e riesce pure a ribattere la palla (comoda da chiudere), mentre richiama l’attenzione del giudice di sedia che ferma il gioco e fa ripetere il punto, vinto da Alex con il dritto lungolinea. Schwartzman non ha protestato, ma dice qualcosa all’arbitro mentre va a sedersi sotto 4-5.
Il 170 cm (ufficiali) di Buenos Aires tenta una reazione che si esaurisce sul 15-40, con il recupero fuori misura sulla smorzata e l’ace australiano. Anche de Minaur tiene viva la sua (complicata) corsa verso Torino, in attesa del secondo turno contro Tallon Griekspoor, vincitore di Thiago Seyboth Wild per 7-6(4) 2-6 6-3.
[WC] D. Stricker b. [Q] B. Hassan 7-6(2) 6-2
Soffre (e nemmeno troppo) solo un set la wild card Dominic Stricker, n. 96 ATP, per superare il qualificato libanese Benjamin Hassan. 7-6(2) 6-2 in un’ora e venticinque minuti per il mancino svizzero che, dopo un gran US Open in cui ha ceduto solo a Fritz agli ottavi partendo dalle qualificazioni e battendo anche Tsitsipas, aveva perso i cinque successivi match.
Un primo set che, a dispetto del 51% di prime in campo per Stricker e delle poche di più per Hassan ha visto il servizio in difficoltà una sola volta, al quarto gioco, quando il ventottenne libanese è risalito da 0-40. Si giunge allora al tie-break, dove l’equilibrio si rompe con una brutta cosa volante di Hassan, poi Stricker prende definitivamente il largo con un passante slice di dritto in allungo, basso e stretto, che costringe l’altro a una volée che non può che essere un assist.
Vinto il parziale, Dominic parte subito strappando il turno di battuta; l’altro muove il punteggio, ma sbaglia palle anche semplici che gli costano l’1-4 pesante. Il classe 2002 pasticcia, però la risposta di Benjamin non pare all’altezza nelle prime due chance che ha da sinistra per accorciare lo svantaggio; il delizioso passante bimane glie ne regala un’altra, ma ancora subisce lo scambio pur iniziato con la seconda. Stricker può andare a prendersi il 6-2 avanzando al secondo turno in attesa del prossimo avversario: Casper Ruud o Alexander Bublik, in campo mercoledì.