Ormai ci siamo! Mancano solo tre giorni all’inizio delle Nitto ATP Finals in scena al Pala Alpitour di Torino per il terzo anno consecutivo. Nel 2021 vinse Zverev mentre dodici mesi fa fu Djokovic a imporsi in finale sul norvegese Casper Ruud, meritandosi per la sesta volta in carriera l’appellativo di “Maestro”. Con quella vittoria l’asso serbo ha affiancato Roger Federer nell’albo d’oro della competizione. Al secondo posto ecco Pete Sampras, con cinque successi tra il 1991 e il 1999, e Ivan Lendl, con la sua “manita” dal 1981 al 1987. Con quattro successi troviamo Ilie Nastase, che tra il 1971 e il 1975 andò in bianco solo nel 1974.
Come sempre il “cast” del torneo di fine anno è di primissima qualità e vede alcune conferme rispetto a quello della scorsa edizione e nuovi ingressi. Terminata la cerimonia del sorteggio, vediamo di ripercorrere l’annata che ha portato gli otto tennisti migliori del 2023, prendendo in considerazione in questo articolo il Gruppo Rosso composto da Alcaraz, Medvedev, Rublev e Zverev. Qui l’analisi del Gruppo Verde con Djokovic e Sinner protagonisti.
Tutti i precedenti tra i quattro tennisti
Alcaraz vs Medvedev 2-2
Alcaraz vs Rublev 0-0
Alcaraz vs Zverev 3-3
Medvedev vs Rublev 7-2
Medvedev vs Zverev 10-7
Rublev vs Zverev 3-5
Carlos Alcaraz
Esordiente assoluto nella competizione, che ha saltato per infortunio nel 2022. Il ventenne di Murcia rientra a febbraio in Sud America, dove vince a Buenos Aires e perde in finale a Rio de Janeiro, sempre contro Cameron Norrie. Trionfa nel deserto di Indian Wells e perde la semifinale a Miami con Sinner, ma nel frattempo torna numero uno del mondo dopo che era retrocesso sulla sedia numero due a causa dell’assenza forzata.
Salta Montecarlo per essere di nuovo l’eroe di Barcellona e Madrid come nel 2022. A Roma cede a sorpresa a Maroszan, forse stanco dopo le imprese in terra amica, e a Parigi cede come già detto a Djokovic. Sui prati dimostra incredibili miglioramenti vincendo il Queen’s e Wimbledon mentre sul cemento USA perde Cincinnati all’ultimo atto e soprattutto a Flushing in semi con un Medvedev perfetto.
L’ultimo scorcio di stagione è invece avaro di successi e lo vede cedere lo scettro a Djokovic: due sconfitte in Cina, tra cui Pechino con Sinner, e il primo turno a Parigi. New entry più importante della manifestazione, dovrà dimostrare di aver smaltito il logorio di una stagione comunque straordinaria.
Daniil Medvedev
A gennaio è numero sette, dopo essere stato sul gradino più alto del podio nel 2022. Inizia non certo sotto l’occhio di bue ma presto il ventisettenne moscovita riprende a mostrare lampi di classe assoluta. Delude in Oceania, ma a febbraio Daniil si impone a Rotterdam (su Sinner) Doha e Dubai. A Miami si accanisce ancora su Jannik per prendersi il quarto alloro di stagione, ma si supera stupendo tutti, compreso sé stesso, vincendo a Roma in finale su Rune.
A Parigi ritorna con i piedi per terra (rossa) uscendo al primo turno con Seyboth Wild e sull’erba si diverte poco, raggiungendo la semifinale a Wimbledon ma uscendone travolto da Alcaraz. Allo US Open arriva secondo, non riuscendo in finale a contenere le discese a rete di Djokovic. Fa a tempo a qualificarsi per due finali, a Pechino e a Vienna, ma ad aspettarlo trova il miglior Sinner di sempre e deve così abbozzare.
Cinque vittorie, dunque, per lui nel 2023: cinque partecipazioni alle Finals con una vittoria nel 2020 e una finale, nel 2021.
Andrey Rublev
Il ventiseienne di Mosca è di nuovo al suo best ranking di numero cinque, posizione raggiunta per la prima volta nel 2021. Andrey è uscito dai blocchi a gennaio con il numero otto e a Melbourne ha preso una sonora stangata da Djokovic nei quarti, dopo aver sconfitto Rune in un memorabile tie-break decisivo negli ottavi di finale.
A Dubai si arrende in finale al suo fraterno amico e padre della sua figlioccia Daniil Medvedev, e nei Master 1000 outdoor americani coglie solo delusioni. Forse per questo in pochi lo aspettano protagonista sul rosso, ma lui vince la finale a Montecarlo nel tripudio dei monegaschi, che lo preferiscono a Rune. È il suo primo Master 1000, cui affianca subito la finale a Banja Luka, persa contro Lajovic. Forse un po’ scarico, il prosieguo sul rosso è sottotono e culmina con la resa in cinque set a Roland Garros contro un grande Sonego.
Altra finale persa a Halle con l’amico (ma chi non vuole bene a Rublev?) Bublik e nuovo quarto di finale a Wimbledon con porta chiusa in faccia dal solito cannibale serbo; questo non prima di aver eliminato Bublik al quinto set nel turno precedente con un dritto choppato in tuffo che rimane uno dei colpi più preziosi della stagione.
Andrey si impone sulla terra rossa estiva di Bastad su Ruud e a New York cede il terzo last eight di stagione nello Slam, contro il nonostante tutto ancora amico Medvedev. E poi ancora finale a Shanghai e semi a Vienna e Bercy. Sarà per lui la quarta volta alle Finals, immancabile dal 2020. Per lui la semifinale nel 2022, sconfitto da Ruud.
Alexander Zverev
Sesto gettone per il ventiseienne tedesco. Splendida corsa dopo un inizio in dodicesima posizione e le incognite di un recupero difficile dopo l’infortunio del giugno 2022 a Parigi contro Nadal. Per lui due titoli: a luglio a casa sua ad Amburgo e a Chengdu in autunno. A Parigi centra la semifinale ma viene travolto dall’ordinatissimo Ruud, mentre a New York si ferma nei quarti superato nettamente da Alcaraz. Stagione nel complesso positiva e poco da perdere a Torino.
È il più titolato dei presenti, dopo Djokovic ovviamente: ben due successi per Sasha. Nel 2018 proprio contro il serbo in due set e nel 2021 contro Medvedev.
Il Gruppo Rosso partirà lunedì 13 alle 14:30 con Alcaraz vs Zverev