Sta diventando difficile ormai trovare parole diverse per raccontare quello che sta facendo Novak Djokovic. Ogni risultato che raggiunge si trasforma in un record. E anche nell’ultima (o penultima, se consideriamo la Coppa Davis) settimana dell’anno, ci troviamo a riscrivere nuovamente le pagine dei libri della storia del tennis. Per l’ottava volta in carriera, Novak Djokovic chiuderà l’anno come numero uno del mondo. Nessuno ci era mai riuscito. E indovinate di chi era il record precedente di sette? Sempre del serbo! L’ennesimo traguardo di un campione che non ha nessuna intenzione di andarsene in pensione. (Per la cronaca, 2° con sei anni chiusi da numero 1 c’è Pete Sampras).
Con la vittoria di ieri sera dopo oltre 3 ore di tennis intenso contro un ottimo Holger Rune, Nole si è garantito il primo posto in vetta al ranking almeno fino all’inizio della stagione 2024.
“Significa molto per me. Sapevo che avrei avuto bisogno di una vittoria per realizzare l’obiettivo e chiudere la stagione da numero uno. Volevo accadesse già questa sera, non volevo prolungare o complicare la situazione. Sono davvero contento di esserci riuscito, è sempre stato un mio grande obiettivo. Oltre ai tornei Slam, questo è quello che più conta, terminare la stagione in vetta al ranking. In questa fase della mia carriera e della mia vita è incredibile.”
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Il campione serbo va a ritoccare un record che, come detto, era già suo: in questa speciale classifica, aveva già superato Pete Sampras (6 volte al numero uno alla fine dell’anno) e Jimmy Connors, Roger Federer e Rafa Nadal fermi a 5. Nole è anche il meno giovane numero uno del mondo a fine anno con le sue 36 primavere e precede Nadal che ci era riuscito a 33 anni.
Il belgradese supererà anche le 400 settimane in vetta al ranking – con la settimana in corso tocca quota 399 settimane, numero destinato ad arrivare a 406 prima dell’inizio della stagione 2024. Il primo obiettivo in queste Finals torinesi 2023 è stato raggiunto. Il prossimo è alzare di nuovo il trofeo.
2011: il primo anno da numero uno
Finiva l’anno al numero uno del mondo per la prima volta in carriera nell’ormai lontano 2011 (sono passati 12 anni!). Ad inizio stagione metteva in fila 7 vittorie consecutive in altrettanti tornei disputati per un totale di 43 vittorie di fila, vincendo Australian Open e mettendo a segno per la prima volta in carriera, il Sunshine Double. Arrivava anche la prima vittoria su Rafa Nadal sul mattone tritato di Madrid. Con il primo trionfo a Wimbledon arriva per la prima volta ad occupare il trono ATP, e con il sigillo allo US Open, diventava il sesto giocatore della storia a vincere 3 Slam in una sola stagione.
L’anno della conferma, il 2012
La stagione iniziava nel migliore dei modi con il terzo sigillo a Melbourne e la vittoria a Miami in finale su Andy Murray. Sul rosso incassava tre sconfitte in altrettante finali dal solito Rafa Nadal (Monte Carlo, Roma e Roland Garros) e perdeva la vetta del ranking nell’estate londinese per mano di Roger Federer nell’atto conclusivo a Church Road. Nuovamente in finale a New York, a sbarrargli la strada fu Andy Murray ma i successi al China Open e a Shanghai lo rimettevano di nuovo davanti a tutti. Concludeva l’anno vincendo il secondo titolo al Master di fine anno in finale su Roger Federer.
Il secondo Wimbledon e il ritorno al numero uno del mondo nel 2014
Nonostante un’ottima stagione 2013 a chiudere l’anno come “uomo da battere” fu Rafa Nadal. Nello Slam ormai di casa, il serbo doveva cedere a uno straripante Stan Wawrinka nei quarti. Nole si rifaceva, con gli interessi, vincendo per la secondo volta in carriera il Sunshine Double. Trionfava nella città dei gladiatori ma sul rosso parigino è nuovamente Nadal a negargli il successo Slam; bisognava attendere Wimbledon per conquistare il primo Slam stagionale e riprendersi la vetta del ranking. Fermato da Nishikori in semifinale a New York, al Master 1000 di Parigi-Bercy segnava 600 vittorie in carriera e chiudeva l’anno con il titolo alle ATP Finals, senza perdere un set nella fase a gironi ma senza disputare la finale per il forfait di Federer.
2015: l’anno del dominio
Il 2015 è l’anno della consacrazione ai vertici del tennis mondiale (anche se forse non c’erano già più grossi dubbi!). Diventava il primo tennista della storia a vincere 6 titoli Master 1000 in una sola stagione (Indian Wells, Miami, Monte Carlo, Roma, Shanghai, Parigi) e 3 Slam ça va sans dire, tutti meno il Roland Garros. Chiudeva l’anno con sole 6 sconfitte a fronte di 82 vittorie con 11 trofei alzati. Infrangeva anche il record di punti acquisiti in una sola stagione 16.585 (sic!). Serve aggiungere altro?
La risalita del 2018
Dopo l’infortunio e lo stop per l’operazione al gomito, Novak chiudeva la stagione 2017 fuori dalla Top 10 per la prima volta in 10 anni. A metà anno si ritrovava numero 22 del mondo e lì iniziava la sua lenta ma inesorabile risalita al vertice. A seguito di alcuni cambi sulla panchina (aveva iniziato l’anno con Andre Agassi, per poi tornare con Radek Stepanek e scegliere infine Marian Vajda), trionfava a Wimbledon su Anderson guadagnando ben 11 posizioni in classifica e rientrando in Top 10. Giungeva finalmente anche il trionfo a Cincinnati che gli consentiva di mettere a segno il Carrer Golden Masters (la vittoria in tutti i Master 1000). Il successo allo US Open, al Master 1000 di Shanghai gli garantivano il ritorno al primo posto del ranking.
Il Covid e la squalifica a New York del 2020
Nell’anno del Signore 2020, che sarà ricordato come l’anno della pandemia da Covid19, la stagione di Novak iniziava con la vittoria nella ATP Cup a squadre alla sua prima edizione e l’ottavo sigillo agli Australian Open. La pandemia esplodeva in tutto il mondo e ridisegnava il calendario della stagione agonistica con il Roland Garros giocato nella fredda Parigi autunnale. Dopo la pausa forzata, si ricominciava con il Master 1000 di Cincinnati, la cui vittoria consegnava a Nole un altro record: il Carrer Golden Masters conseguito per la seconda volta in carriera, impresa mai riuscita a nessun altro giocatore prima (e dopo?) di lui. Agli ottavi di finale a Flushing Meadows, contro Carreno Busta, il serbo perdeva le staffe, scagliava con violenza una pallina verso i teloni e in uno stadio tristemente vuoto, colpiva alla gola una giudice di linea. Squalifica dal torneo e grande delusione; basta in ogni caso la vittoria di Roma (36° titolo Master 1000, superando Nadal in quel momento fermo a 35 successi) per assicurarsi la vetta del ranking.
L’impresa solo sfiorata nel 2021
Le lacrime di Novak durante la finale dello US Open 2021 con l’intero Arthur Ashe che prova ad incitarlo è immagine ben nota a tutti gli appassionati. Tifosi o meno di Nole, quasi tutti avremmo gioito nell’essere testimoni di un’impresa rara: il Grande Slam. Con il nono Australian Open, (solo) il secondo Roland Garros e il sesto Wimbledon, il serbo pareva involato a conquistare il Santo Graal per ogni tennista. E, causa Covid, quell’anno ci fu anche la possibilità di aggiungere la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Avrebbe significato fare il Golden Grand Slam. Sfumava a Tokyo quest’ultima opzione con la sconfitta in semifinale da Zverev; restava vivo il sogno di agguantare in un anno solare tutti e 4 gli Slam ma gli astri (e Daniil Medvedev) non erano d’accordo. La stagione, in ogni caso incredibile, gli permetteva di diventare il primo tennista della storia a chiudere l’anno da numero uno per 7 volte.
Stagione non ancora conclusa e nuovi record: il 2023
Non c’è ancora la parola fine per la stagione 2023: resta da assegnare il titolo di Maestro e la Coppa Davis (che non incide sulla classifica ATP). La vittoria del decimo Australian Open a inizio stagione ha permesso a Djokovic di eguagliare a 22 Slam il rivale Rafa Nadal e facendo salire a 93 il numero di titoli conquistati in carriera. Il 27 febbraio 2023 iniziava la 378° settimana da numero uno del mondo, superando la collega Steffi Graf, detentrice fino ad allora del record. Numeri e risultati che durano giusto qualche settimana. Il terzo sigillo al Roland Garros fa salire a 23 il numero di Slam vinti e fanno segnare un nuovo record: Novak Djokovic è il primo tennista della storia a vincere tutti i titoli Slam almeno tre volte. A Wimbledon raggiunge la 35° finale Slam, diventando il giocatore con più finali Slam disputate ma dopo 5 ore di sublime tennis, si arrendeva a Carlos Alcaraz, perdendo l’imbattibilità durata oltre 10 anni sul Campo Centrale dei Championship. Non sazio di aver già superato chiunque per numero di Slam vinti, Nole ritocca ancora il numero facendolo salire a 24 con il trionfo agli US Open. I successi di Cincinnati e Parigi-Bercy fanno segnare un altro record: 40 titoli Master 1000 vinti.
A numeri, come lui nessuno mai. E non è ancora finita. Il primo obiettivo di queste Finals torinesi è stato raggiunto. Il secondo è ovviamente, sollevare il trofeo di Maestro per la settima volta.