Aveva disputato il suo ultimo match del circuito nel giugno del 2021 a Wimbledon, sconfitto nettamente al primo turno di qualificazioni dal ceco Kolar, due settimane dopo aver raggiunto le semifinali al Challenger di Bratislava. Martin Klizan aveva messo via la racchetta pro vantando un best ranking al numero 24 nell’aprile 2015 e sei titoli ATP (tra i quali i “500” di Rotterdam e Amburgo) su sette finali, “rovinando” la perfezione nell’atto conclusivo proprio all’ultima apparizione, contro Thiem (poche settimane prima battuto a Kitzbuhel) in quel di San Pietroburgo nel 2018. Novecentootto giorni (ci fidiamo di chi li ha contati) sono trascorsi dalla fugace apparizione erbosa quando Klizan torna a giocare e vince pure. Ma riavvolgiamo velocemente il nastro cercando di capire cosa sia successo nel frattempo.
Nell’ottobre del 2022, il mancino slovacco si è candidato a sindaco nella natia Petržalka, un quartiere di Bratislava, ottenendo 2.657 voti. Un numero decisamente superiore ai punti ATP del suo best ranking (1.432), ma troppo basso per la corsa alla poltrona, superato (non di tanto) da un’altra candidata, ma soprattutto dal sindaco uscente, l’indipendente Ján Hrčka, che è stato confermato con oltre 23.000 preferenze.
Stanco anche per la lotta contro la federtennis del suo Paese, è successo che “ho tirato fuori una chiavetta USB su cui avevo i match vinti contro Nadal, Djokovic, Wawrinka e altri. Un fuoco dentro” ha raccontato lo scorso settembre al quotidiano slovacco Pravda. ”Mi è piaciuto il mio gioco. Prima non me ne interessavo dal punto di vista dello spettatore, ma ora sì. E voglio essere ancora migliore”.
Ha anche assicurato che il dritto aveva mantenuto la qualità originale: “Dopo il ritiro di Fernando Gonzalez, è stato per molto tempo il più veloce tra i professionisti. È la mia fonte di guadagno”. A ciò si è aggiunta la convinzione secondo cui “i top 10 di oggi sono più abbordabili rispetto a dieci anni fa. Ci sono più opportunità per gli altri tennisti, cosa impossibile finché c’erano Federer, Nadal, Murray e Djokovic”.
E allora, lo scorso settembre, l’annuncio “il Re è tornato! Ci vediamo sul Tour nel 2024” ed è volato in Florida per iniziare la preparazione, con due mesi documentati con cadenza quasi giornaliera sul suo profilo Instagram. La prima uscita sul campo è arrivata il day 10, “solo mazzate di dritto” ha scritto. “In due devono giocare contro di me, perché una non sarebbe in grado di farlo. Il programma prevedeva 1 ora di fitness, 2 ore di tennis e 30 minuti di corsa al ritmo di 5,14 al chilometro. Tutto sale gradualmente. Sto entrando in una buona forma da principiante!”.
Domenica 17 dicembre a mezzogiorno (lui stesso aveva parlato di “fuoco”, forse non una coincidenza) arriva il momento. Il luogo è Adalia, in Turchia, tennisticamente nota con il nome inglese (nonché originale) di Antalya, e l’occasione è il primo turno di qualificazioni del torneo ITF M15. Entrato grazie a una wild card, il nostro batte 7-6(4) 6-4 Vardan Manukyan, diciannovenne anch’egli mancino di Kislovodsk, città termale non lontana da Vladikavkaz. E sì, citiamo quest’ultima ostentando sicumera, non fosse altro (e altro in effetti non è) perché è la città natale di Aslan Karatsev. Ma non… zivaghiamo.
Carico a mille, Martin si affida alle storie di Instagram prima di entrare in campo: “Facciamolo. Primo torneo dopo 3 anni. L’obiettivo è vincere il primo punto ATP”. E anche dopo il match: “Obiettivo per questo torneo raggiunto. Prima vittoria e primo punto da 3 anni. Domani il secondo turno di qualificazione”.
Ci risulta che per ottenere un punto ATP serve una vittoria nel tabellone principale, mentre nella quali vengono distribuiti punti validi solo per il ranking ITF, ma poco importa: Klizan è tornato.
Forse non uno di quelli che strappano naturalmente simpatia in campo, nel corso della sua carriera Martin ha battuto quattro top 10 in 25 tentativi: Nadal (2014), Thiem (2018), Nishikori (2014) e Tsonga (2012), mentre Nole era 12° quando è uscito sconfitto. Ma, come lui stesso (nonché del Potro, Davydenko, Haase…) ha affermato, ora dovrebbe essere più facile. La parte complicata sarà arrivare ad affrontarli. Perché l’attuale top 100 non annovera alcun coetaneo di Klizan, trentaquattrenne come di Nishikori, Paire, Millman, Steve Johnson e, al momento, non è immaginabile che proprio lui possa riportare la classe 1989 in paradiso. Ci accontentiamo però di restare a guardare con curiosità fino a dove si spingerà questo nuovo viaggio di Martin.