Quattro Slam, quattro differenti campionesse. Nove WTA 1000, otto vincitrici diverse. E qualche nuovo nome c’è, perché se si guarda la top 10 di fine 2022 e quella di adesso, sei nomi sì li ritroviamo – Swiatek, Sabalenka, Gauff, Pegula, Jabeur e Sakkari – ma gli altri quattro sono nuovi o quasi per chi ha ancora qualche ricordo del passato nascosto in un cassetto non troppo disperso della mente. C’è chi è riuscito a confermarsi seppur con qualche difficoltà, c’è chi è stato capace di arrivare in vetta al ranking per la prima volta in carriera e c’è persino chi è entrato a far parte dei vincitori Slam teenager. Poi ci sono stati inaspettati exploit cechi e, riguardo al futuro prossimo, conosciamo già i nomi di chi vorrà tornare a farsi valere a livello mondiale. N(a)omi che tutti hanno già sentito risuonare nelle proprie orecchie più e più volte. Non è possibile, però, centrare grandi obiettivi pensando di potersela cavare da soli ed è qua che entra in gioco la guida di ogni tennista: il coach, inglobato in un più grande team, che grazie ai suoi preziosi consigli da ex giocatore o da estremo intenditore di tennis accompagna ogni atleta nel bene o nel male, nei periodi up e in quelli down. Andiamo quindi a vedere chi si è fatto notare in questo 2023 per l’ottimo lavoro svolto e i conseguenti risultati, e chi potrebbe tornare a risuonare la carica già da subito in avvio di 2024. Pronti, partenza, via!
Le regine Slam e i momenti diversi di ciascuna carriera. Punto in comune? Il giusto allenatore
Iga Swiatek – Tomasz Wiktorowski
È stata una stagione di alti e bassi quella di Swiatek, scalzata persino dal gradino più alto del ranking per otto settimane dalla tigre bielorussa Aryna Sabalenka. Ma, d’altronde, confermare o addirittura migliorare i risultati ottenuti nel 2022 era quasi utopia, diciamocelo. Eppure, la tennista polacca ha conquistato i tornei 500 di Doha e Stoccarda a inizio anno, il 1000 di Pechino a ottobre e in mezzo è arrivato il suo terzo titolo al Roland Garros. E ugualmente non le è bastato tutto questo per garantirsi la prima piazza della classifica WTA. La risposta della giocatrice dell’anno, nominata dalla WTA poche settimane fa, è stata quindi quella di portarsi a casa le Finals di Cancun lasciando per strada 20 game in cinque partite. Le avversarie erano le migliori tenniste al mondo in Messico, ma quando la panettiera del circuito femminile decide di sfornare bagel e grissini uno dietro l’altro non ce n’è per nessuno. Numero 1 del ranking meritato. Leader della classifica WTA per la seconda stagione consecutiva.
“Per migliorare ci vuole tempo. Bisogna costruire l’intuizione e la mentalità legata alla rottura di certe barriere” ha recentemente detto Tomasz Wiktorowski, coach di Swiatek ed ex allenatore di Agnieszka Radwanska, in merito ai passi avanti che una giocatrice del calibro di Iga deve riuscire ad apportare al proprio gioco e all’approccio al match, al fine di rimanere in vetta al mondo del tennis. Ci sono stati momenti difficili nella stagione della tennista polacca, ma proprio grazie al lavoro con il suo team e con Wiktorowski – nominato anche coach dell’anno – Swiatek è stata capace di riacquisire il suo miglior tennis giusto a poche settimane dalle Finals. “Va ricordato che la sfera mentale è importante quando tutto ciò che è necessario per funzionare ai massimi livelli del tennis viene fatto al meglio” ha poi affermato l’allenatore di Iga. E staremo a vedere se nella prossima stagione Swiatek riuscirà a mantenere la sua aura di semi-imbattibilità per quanto più tempo possibile. Di certo sappiamo che, se si dovesse prima o poi perdere nel tragitto, ci sarà sicuramente il suo coach a riportarla quanto prima nella via del successo. Una via che Swiatek ormai conosce come quella di casa sua.
Aryna Sabalenka – Anton Dubrov
Quest’anno la tigre bielorussa ce l’ha fatta. Il primo titolo Slam in Australia e la prima piazza del ranking sono arrivati con merito, come cuore di una stagione tappezzata uniformemente da buonissimi risultati. E tra questi sono importanti da ricordare le amare però comunque semifinali al Roland Garros e a Wimbledon, la finale allo US Open – a prova che negli Slam Sabalenka non scherza -, la semifinale alle Finals e, parlando di successi, i titoli nel 500 di Adelaide e nel 1000 di Madrid.
Tutto ciò a fianco del fedele Anton Dubrov, suo coach, che sta cercando di plasmare il talento e l’aggressività della sua protetta, mirando alla costruzione di una tennista tanto potente quanto equilibrata, solida mentalmente e costante per tutta un’intera stagione. Seppur con qualche rammarico soprattutto negli Slam – dove comunque rimane la tennista con più successo nel 2023 -, i miglioramenti sono evidenti per la numero due al mondo, che ormai lavora con Dubrov da tre anni e sta affrontando un percorso di crescita veramente importante. Ricordiamo, per chi non lo sapesse, il ruolo che rivestiva Dubrov sino quasi alla fine del 2020… Sparring partner, niente di più. Poi è iniziata la collaborazione come coach e Sabalenka ha acquisito sempre più sicurezza nel suo gioco, nonostante nel 2022 il suo allenatore le avesse proposto di dimettersi – stavano lavorando in modo invasivo sul servizio della bielorussa per la questione doppi falli – ma la tennista di Minsk gli disse che sarebbero tornati più forti di prima. E così è stato. Ora, con la consapevolezza di essere tra le più forti al mondo, di poter vincere Slam e di poter arrivare in vetta al ranking, la strada di Sabalenka sarà meno in salita prossimamente e, se dovesse imparare a gestire al meglio i passaggi a vuoto, non ci sarebbe da stupirsi se dominasse il circuito per un po’. L’asticella è posta in alto e siamo sicuri che Aryna combatterà per essere la migliore perché sa di esserci già riuscita. L’Australia sarà un buon banco di prova sin da subito, anche perché i punti da difendere saranno tanti. Non ci resta che attendere qualche settimana.
Cori Gauff – Brad Gilbert e Pere Riba
La panchina della giovane stella americana ha visto alternarsi vari nomi durante tutto l’arco di quest’anno. Si parte da Diego Moyano (ora coach di Tiafoe), si passa per Pere Riba (tornato da poco con Zheng) e si finisce con l’aggiunta di Brad Gilbert al team. Un finale coi botti se dobbiamo dirla tutta. Gauff in avvio di 2023 ha faticato a raggiungere gli ultimi atti dei tornei importanti, quasi frenata da un misto di limiti tecnico-mentali che con le giocatrici più forti al mondo uscivano allo scoperto e la dominavano. Poi, con la trasferta americana, la rinascita. Fiducia nei propri mezzi, nessun timore reverenziale e il nuovo mentore Gilbert – oltre all’esperto Riba –, sono tutti pezzi di un puzzle che gli ha permesso di costruirsi risultati in scala: titolo nel 500 di Washington, nel 1000 di Cincinnati e nello Slam di casa, a New York. Il tutto all’età di diciannove anni.
Fondamentale è stato l’avvento di Gilbert nel suo angolo a partire da inizio agosto, periodo coincidente con l’inizio degli ottimi risultati di Coco in patria. “Con lui sono ritornata a sorridere in campo. Ora so gestire le mie emozioni” ha fatto sapere Gauff qualche mese fa, parlando della sua collaborazione con Gilbert. Quest’ultimo in passato ha portato al successo altri americani, tra cui Andre Agassi e Andy Roddick; quindi, un pozzo di sapere non può che far bene all’attuale numero tre al mondo. La grinta ce l’ha, è giovane e ha moltissimi margini di miglioramento a livello tecnico-tattico. A fianco di uno come Gilbert il futuro non potrà che essere raggiante e il 2024 sarà l’anno della possibile conferma per sapere se Gauff avrà le carte in regola per poter rimanere una tra le migliori. Sia lei che il suo coach ci credono. Non resta che confermarlo coi fatti al mondo intero.
Marketa Vondrousova – Jan Hernych
Nel 2022 era a Wimbledon come spettatrice per via di un infortunio, nel 2023 ha alzato il trofeo da campionessa dello stesso torneo scrivendo la storia di questo sport. Ma ancora prima, scrivendo la sua di storia. Marketa Vondrousova l’anno scorso è stata obbligata per cause di forza maggiore – il suo gomito sinistro – a rimanere fuori dal circuito per sei mesi. Poi, piano piano, è riuscita a risalire a un buon livello nella prima metà di questa stagione, sconfiggendo giocatrici come Jabeur (all’Australian Open e a Indian Wells), Sakkari, Kudermetova, Alexandrova, Pliskova e Andreescu, ma senza mai arrivare a un risultato di spicco come semifinali, finali o titoli. In seguito, la svolta. Guidata dall’ex giocatore ceco Jan Hernych, a Londra ha vissuto le due settimane più magiche della sua vita, arrivando al titolo Slam di Church Road da unseeded per la prima volta nella storia. Nel resto della stagione, con accorgimenti tecnici volti a controllare il suo insidioso e allo stesso tempo aggressivo gioco mancino, ha confermato di poter essere una top player, arrivando ai quarti a Cincinnati, allo US Open e qualificandosi alle Finals di Cancun. Se riuscisse a trovare continuità di risultati e di gioco durante tutta la durata di ciascun match anche lei sarà da tenere d’occhio nella prossima stagione. D’altronde, non si vince Wimbledon per caso.
Salto di qualità cinese, ritorno giapponese e incertezze britanniche
Qinwen Zheng – Pere Riba e/o Wim Fissette
Ha avuto i suoi momenti difficili in questo 2023 la tennista cinese numero uno, ma il premio come giocatrice più migliorata dell’anno non poteva che vincerlo lei. Dopo una prima metà di stagione buona ma senza picchi Zheng, separatasi da Pere Riba, ha portato a casa il primo titolo in carriera a Palermo a fianco di Wim Fissette, allenatore in passato di tenniste del calibro di Clijsters, Halep, Kvitova, Azarenka e Kerber. Poi, sono arrivati i primi quarti di finale Slam allo US Open in contemporanea al ‘tradimento’ di Fissette, che l’ha da una parte scaricata a favore della rientrante (a breve) Osaka, dall’altra caricata poiché sono arrivati in fila gli ottimi risultati nel suolo di casa. In ordine: l’oro agli Asian Games, il titolo nel 500 di Zhengzhou e la finale nel WTA Elite Throphy (‘Masterino’) di Zhuhai. Da poco Zheng si è riavvicinata a Riba e con le parole: “Dopo esserci riuniti siamo pronti per intraprendere insieme un viaggio e per lavorare in vista della prossima stagione” – sappiamo che la tennista cinese ha obiettivi grandi per il 2024. Primo tra tutti, la top 10.
Naomi Osaka – Wim Fissette
La tennista giapponese ha tutta l’intenzione di tornare col botto e non ha timore nel farlo sapere. Recentemente superato il difficile periodo post-parto, l’ex numero 1 al mondo rientrerà a breve nel circuito e partirà dall’Australia che due volte l’ha vista alzare il trofeo del primo Slam stagionale (2019 e 2021). “Voglio vincere altri Slam e questa volta giocherò per mia figlia” – ha dichiarato Osaka poche settimane fa, e insieme allo storico coach Wim Fissette ce la metterà tutta per tornare tra le big del tennis mondiale. Brisbane è la prima meta della giocatrice giapponese e se la vedremo in campo dopo aver detto: “Non tornerò sino a che non mi sentirò competitiva” – saranno dolori per tutti.
Emma Raducanu – ?
Un altro rientro molto atteso è quello della tennista britannica, campionessa dello US Open 2021. Assente da aprile, poi operatasi tre volte per un infortunio al polso, Raducanu ha messo nel mirino il torneo di Auckland in partenza dal primo gennaio, decisa più che mai a tornare al suo massimo livello. Il dilemma sta nel capire a fianco di chi si muoverà la giovane tennista inglese, perché attualmente il suo box è sguarnito. Ben cinque coach sono stati cambiati fino ad ora da Raducanu, che si è riavvicinata in questi giorni all’ex allenatore di quanto era junior, Nick Cavaday, senza però ufficializzare alcuna collaborazione. In Nuova Zelanda capiremo a che livello giocherà e con chi arriverà l’ex numero 10 al mondo, ma una cosa la sappiamo di certo: il tennis che conta è quello a cui vuole appartenere e cercherà con il suo carattere di smentire chiunque pensi che lei sia stata solamente una meteora. Occhi aperti.