È, per certi versi, la versione WTA di Andrey Rublev. Ha raggiunto il numero 3 in classifica, una posizione in più rispetto all’altro Rosso dell’ATP, e come lui non si è mai spinta oltre i quarti in uno Slam. Dieci volte Andrey ha mancato il passaggio in semifinale, sei volte lei, Jessica Pegula. Tanto, forse troppo quando si parla di top player affermati.
Garantiscono con eccezionale continuità ottimi risultati – Jesse ha anche vinto due “1000”, Andrey uno –, ma nei tornei del Grande Slam manca qualcosa per andare oltre. Tuttavia, se all’ultimo Australian Open Rublev si è suo malgrado confermato (nel bene e/o nel male), Pegula è stata eliminata anzitempo, sconfitta nettamente al secondo turno da Burel. Poi (o forse era già presente, visto il forfait in doppio all’Happy Slam), il problema al collo che la terrà lontana dalle competizioni fino a marzo, impossibilitata quindi a difendere i 655 punti guadagnati un anno fa tra Doha e Dubai.
Nel frattempo, è arrivata la notizia – forse non del tutto sorprendente, a questo punto – della fine della collaborazione con il coach David Witt, al suo fianco dall’estate 2019, quando Jesse era appena dentro le prime 80 del mondo e non aveva ancora vinto un titolo del Tour. Detto fatto, ha alzato il trofeo di Washington con Witt per la prima volta nel suo angolo.
Fine della collaborazione che è in realtà un licenziamento, come ha spiegato David a Tennis.com: “È stata una sorpresa assoluta per me, proprio non me l’aspettavo. È dura, considerati i cinque anni di grande amicizia” aggiunge. “Do grande valore alla relazione con la giocatrice, tanto quanto amo allenare”.
A differenza di quanto accade di solito, i social media di Pegula tacciono sull’argomento e allora tocca a Witt raccontare tutta la storia. “È un mestiere duro. Sono stato piuttosto fortunato ad avere solo due giocatrici negli ultimi quindici anni”. In effetti, molte collaborazioni durano parecchio meno. L’altra giocatrice a cui si riferisce è Venus Williams.
Witt spiega che “non sai quanto in alto possa arrivare un giocatore e il mio compito è cercare di ottenere il meglio dalla tennista con cui lavoro e vederla avere successo è la migliore sensazione del mondo”. Insomma, che sia nel circuito maschile o in quello femminile, colui che è stato votato Coach dell’anno 2022 ha le idee chiare: “Aspetto la prossima sfida, la prossima persona che voglia lavorare sodo, fissare degli obiettivi, crescere e avere successo”.