Sir Andrew Barron Murray, meglio conosciuto come Andy Murray è attualmente numero 67 del ranking ATP ed è considerato uno dei tennisti più forti della sua generazione. Capace di raggiungere le vette della classifica mondiale nel 2016 (dove è rimasto per 41 settimane), è entrato nel panorama professionistico in un epoca dominata da tre tennisti che hanno scritto la storia di questo sport. Lui era la quarta alternativa in un mondo sovrastato da tre giganti del tennis come Federer, Nadal e Djokovic. Un posto difficile da raggiungere ma sicuramente meritato, grazie a: tre titoli Slam, due ori olimpici, 14 Master 1000 e le ATP Finals nel 2016. Insomma un gigante di questa disciplina che ha dovuto interpretare un ruolo difficile e che ha superato numerose difficoltà, come la doppia operazione alle anche che lo hanno allontanato dai campi per molto tempo.
Ora all’età di 36 anni sta pensando al ritiro definitivo dalla scena e in un’intervista alla Gazzetta ha dichiarato che: “Probabilmente non proseguirò dopo l’estate. Me lo chiedono dopo ogni partita, perciò non parlerò più di questo argomento fino a quando non sarà arrivato il momento di fermarmi. Però non ho intenzione di giocare molto dopo questa estate”. Un’estate di cambiamenti per il giocatore scozzese che potrebbe finire la sua carriera a Wimbledon. Un torneo che ha un grande significato per l’ex numero uno del mondo che nel 2013 è diventato il primo tennista maschio britannico nell’era Open a vincere il torneo di casa, 77 anni dopo il successo di Fred Perry nel 1936.
“Ovviamente è un torneo che significa moltissimo per me. Però mi piacerebbe scendere in campo ancora una volta anche al Roland Garros“, ha sottolineato Andy nell’intervista. Forse non sarà l’erba di Wimbledon la sua ultima partita che potrebbe disputarsi sui campi in terra del Roland Garros o dei giochi olimpici. Anche quest’ultimo evento suscita grandi ricordi a Murray, visto che è stato in grado di vincere due ori olimpici in carriera e potrebbe fare un pensierino per una terza medaglia.
Più il tempo passa però, più competere ad alti livelli diventa complicato. Specialmente perché le nuove generazioni sono sempre più giovani e cariche di energia. Nei nuovi fuoriclasse del tennis mondiale, Sir Andy spende delle buone parole su Jannik Sinner e si sbilancia dicendo che potrebbe far molto bene a Wimbledon e arrivare fino in fondo nel torneo inglese. “Direi che i campi in cemento in questo momento sono probabilmente la sua superficie migliore, si muove molto bene sui campi veloci. Muoversi sui campi in erba è un po’ diverso, ma il modo in cui serve e colpisce la palla mi fa pensare che possa fare molto bene a Wimbledon, ha continuato nell’intervista.
Un cambio generazionale che prima o poi doveva arrivare e che ovviamente è carico di nostalgia per i bei tempi passati. Guardando verso il futuro però, non si può che essere fiduciosi perché il tennis si muove verso un’altra epoca fantastica e probabilmente leggendaria. I nuovi Big Three (Sinner, Alcaraz e Rune) stanno pian piano gettando le basi per il proprio futuro che potrebbe portare a nuove bellissime rivalità che ci terranno incollati agli schermi e che ricorderanno le battaglie tra Djokovic, Nadal, Federer e Murray.
Per tutto questo ci vorrà del tempo ovviamente, come sottolineato da Andy che aggiunge: “La mia sensazione è che ci voglia un po’ di tempo per creare questa nuova situazione. Non sto dicendo che non sia possibile che Alcaraz, Sinner o alcuni dei ragazzi più giovani possano dominare e mettersi ai vertici del tennis per cinque, sei, sette anni consecutivi. È sicuramente possibile e molti di loro sono abbastanza bravi per farlo. Certamente gli appassionati stanno aspettando di nuovo quell’era, un gruppo di giocatori che competono e vincono quasi tutte le settimane. Ma ci vuole tempo per arrivarci. Non succede da un torneo all’altro. Però penso sia una possibilità, soprattutto con Sinner e Alcaraz”.
Le nuove generazioni porteranno con sé nuovi record, ma forse non saranno così straordinari come quelli del passato. Vincere almeno 20 tornei del Grande Slam non è un’impresa alla portata di tutti. La generazione di Medvedev, Tsitsipas e Zverev si è trovata ad affrontare avversari che raramente si sono visti nella storia del tennis.
Questo è ciò che ha notato anche Murray, che ha commentato durante l’intervista: “È stata una generazione un po’ sfortunata perché si è scontrata, all’inizio della carriera, con Federer, Nadal e Djokovic ancora al top. Però sono ammirato dalla nuova generazione di giovani, sono giocatori davvero brillanti. Alcaraz è straordinario, Sinner lo sta diventando. Vedremo fino a che punto potranno arrivare questi ragazzi, però mi aspetto che vincano un buon numero di Slam per ciascuno. Magari non da 20 a 24, ma sicuramente non saranno pochi.”
Al due volte campione olimpico non resta molto tempo sui campi da tennis e i suoi piani non sembrano andare oltre l’estate. Il tennis gli ha dato molto e gli ha insegnato a non arrendersi mai, come quando si è ripreso dalla doppia operazione alle anche. In carriera, non ha nulla di cui pentirsi e ora guarda verso un futuro diverso, dove questo sport sarà la sua colonna sonora di sottofondo, ma forse non sarà la sua priorità. Come ha evidenziato lo stesso Andy alla fine dell’intervista: “Mi ha dato grandi lezioni di vita ed è stato mio compagno di viaggio per tanto tempo. Ma ho una bella famiglia e una bella casa che mi aspettano quando non giocherò più”.
Jacopo Dantona