[5] N. Borges b. M. Berrettini 7-5 7-6 (4)
Una sconfitta in finale non può non bruciare, soprattutto se maturata con distacco minimo. Questa però fa molto meno male di tante altre. Matteo Berrettini si era infatti dovuto abituare a leccarsi ferite ben peggiori ultimamente e il sollievo di aver disputato un torneo intero senza problemi fisici mostrando oltretutto un buon livello di tennis è sicuramente superiore alla delusione. L’azzurro ha infatti ceduto in due set molto combattuti (7-5 7-6) al portoghese Borges che ha così bissato il successo dello scorso anno nel Challenger 175 di Phoenix. Non può mancare il rammarico anche per l’andamento dell’incontro che ha visto Matteo in vantaggio di un break nel primo set e poi a un punto dal poter servire per allungare il match al terzo, quando un nastro beffardo ha salvato il numero 60 del mondo.
Niente ciliegina sulla torta, quindi, ma ciò che conta è che Berrettini abbia finalmente raggiunto la luce in fondo al tunnel. Poco cambia che il guadagno in classifica sarà di 12 posizioni (n. 142) e non di 41. Se Matteo tornerà ad essere quello che è stato tra il 2021 e il 2022, un titolo Challenger in meno in bacheca non si noterà affatto e Phoenix 2024 sarà ricordata solamente come il luogo dove tutto è ricominciato.
Primo set – Berrettini in controllo fino al 4-2, poi il calo di rendimento
Il campione in carica è Borges, ma all’ingresso in campo le inquadrature e il pubblico di Phoenix sono tutti per Berrettini. Ed è appannaggio di Matteo anche l’avvio del match perché sul 30-30 del primo game il numero 5 del tabellone commette due brutti errori – prima in spinta e poi con una palla fin troppo corta – che danno il break al nostro giocatore. L’azzurro, invece, sembra sentire molto bene proprio la smorzata, con cui si aiuta per confermare rapidamente il vantaggio. Sotto 0-2, il portoghese si sblocca e, nonostante qualche difficoltà palesata anche nel turno di battuta successivo, riesce a rimanere in scia. Matteo, però, veleggia al servizio tra ace e seconde troppo pesanti per Nuno.
Sul 4-3, però, i punti di Borges in risposta arrivano tutti insieme e addirittura con Berrettini fermo a zero. Due dritti sbagliati in uscita dal servizio, un errore di valutazione macroscopico che porta Matteo a lasciare un passante finito ampiamente dentro il campo e una risposta vincente del portoghese costruiscono un inaspettato (e quasi insperato per lui) controbreak. Il giocatore romano prova a reagire subito approfittando delle imprecisioni dell’avversario ma una palla break non gli è sufficiente.
Non è un momento facile del match per l’azzurro e lo si capisce dal fatto che le percentuali di prime siano sempre più basse. Sul 4-5, infatti, Berrettini rischia qualcosa ma si salva ai vantaggi. I problemi, però, tornano poco dopo: gli errori con il dritto lo costringono a fronteggiare tre set point consecutivi. Anche grazie a un bel gesto di fair play di Borges che gli concede un punto nonostante la chiamata – chiaramente scorretta – di hawk-eye live, Matteo riesce ad arrivare al terzo ma l’assenza della prima e un altro dritto sbagliato lo condannano.
Secondo set – Borges sempre avanti. Matteo lotta fino al tie-break ma alla fine si arrende
Oltre alle difficoltà di Berrettini, c’è da segnalare che il livello di gioco del numero 60 del mondo è sicuramente più alto rispetto alla prima parte del match. E se sul finire di primo parziale lo si era notato soprattutto in termini di continuità, adesso Borges si produce anche in colpi tutt’altro che scontati che, se non fosse per la ritrovata presenza della prima di Matteo, avrebbero probabilmente portato al break in apertura di secondo set. Oltretutto adesso Nuno serve anche molto bene e tiene i suoi turni con relativa facilità.
Ecco allora che i problemi in battuta arrivano per Berrettini. Sul 3-4, un errore con il back di rovescio è il preludio a due inciampi ben più gravi: doppio fallo che porta Borges a due palle break e di nuovo doppio fallo sulla seconda delle chance a disposizione del portoghese che può così andare a servire per aggiudicarsi il titolo dell’Arizona Tennis Classic. Per fortuna di Matteo, però, il numero 5 del seeding gioca il game peggiore del suo secondo set, regalando il controbreak con errori palesemente figli della fretta e quindi della tensione.
Borges prova allora a giocarsi le sue chance di chiudere i conti in risposta. E in effetti ci va molto vicino perché, dopo aver annullato due palle per il 5-5 destreggiandosi bene nel gioco di mano nei pressi della rete, ai vantaggi si guadagna un match point che però spreca malamente spedendo fuori una risposta di rovescio su una seconda di Matteo. L’azzurro è quindi salvo anche questa volta e, poco dopo, solo il nastro gli impedisce di brekkare e salire sul 6-5 facendo passare un paio di colpi dell’avversario destinati in rete come tanti altri sbagliati in uscita dal servizio dal portoghese.
Ogni game adesso è un thriller: un doppio fallo di Berrettini riporta Borges a un punto dal titolo, ma il servizio torna immediatamente alleato dell’italiano salvandolo con una prima vincente. Dopo tanto vagabondare, il set approda così al tie-break. La partenza è a favore di Matteo che si porta sul 3-0 ma il portoghese non ci pensa nemmeno a mollare ritrovando la parità al termine di uno scambio estenuante. Dopo aver recuperato, Nuno ottiene anche il comando in seguito a due punti conclusi in maniera sublime prima con un rovescio lungolinea solo apparentemente difensivo e poi con una volée pregevole. Un errore di dritto dell’azzurro vale allora altri due match point per Borges che questa volta riesce a iniziare lo scambio e soprattutto a chiudere il match dopo due ore di grande battaglia.