[1] C. Alcaraz b. G. Monfils 6-2 6-4
Sotto gli occhi di numerose celebrità dello sport mondiale (il cestista NBA dei Miami Heat Jiimmy Butler, l’ex calciatore di Santos, Barcellona e PSG Neymar JR adesso in forza alla squadra saudita dell’Al-Hilal), tra cui anche Juan Martin Del Potro, Carlos Alcaraz ha regolato Gael Monfils, sempre effervescente da ammirare in azione sul campo da tennis, per 6-2 6-4 in appena un’ora e un quarto di durata.
Il punteggio finale sarebbe stato ancora più netto, se solo lo spagnolo non si fosse reso vittima del più classico dei passaggi a vuoto al momento di servire per il match: ovvero quei black-out causati da un eccessivo rilassamento mentale che si manifesta quando il giocatore avverte di avere ormai in pugno la vittoria. Carlitos era infatti salito sul 6-2 5-2, forte di un parziale di 10 punti vinti contro i 2 dell’esperto francese, quando d’improvviso ha staccato la spina facendosi strappare la battuta – a 15 – per la prima volta nell’incontro. Così in men che non si dica, dal game del 5-1 in cui l’allievo di Ferrero aveva confermato il doppio break di vantaggio di fatto blindando il successo, ci si è ritrovati 5-4 con tre games consecutivi a marca parigina (nell’ottavo gioco, primi due aces nel match per Gael mitigati dal 6° DF). frutto di un contro parziale di 26 a 5 messo a referto da La Monf.
Chiamato nuovamente a servire per chiudere la contesa, nel decimo game, questa volta il n. 1 del tabellone rispolverando la lucidità necessaria non ha tradito le attese: prima corposa e facile dritto in avanzamento per vidimare la conquista del quindici, ace (curiosamente solamente il primo ed unico del suo match), serve&volley con volée in contropiede e passante del 37enne transalpino che si ferma in rete, ancora primo servizio seguito in avanti e volée di dritto stilisticamente perfetta ad incrociare in direzione opposta. Game, Set, Match Alcaraz.
Nonostante l‘esito della sfida non sia stato mai realmente in discussione, come dire assistere ad uno scontro equilibrato è ben altra cosa, la partita è stata estremamente attrattiva per il pubblico, appassionante e soprattutto giocata all’insegna della grande sportività: sorrisi donati al proprio avversario al termine di scambi mozzafiato, il “cinque” con la mano per complimentarsi a vicenda, il meraviglioso atteggiamento di Monfils che dava la costante sensazione di quasi compiacersi della forza e della qualità del campione rivale; come se in un certo senso ne rimanesse estasiato e paradossalmente accettasse la superiorità del 20enne di Murcia gustandosi a pieno le clamorose esecuzioni che l’iberico gli infliggeva.
Il primo set era anche partito sulla scia dell’equilibrio, poi purtroppo un errato appoggio in open stance sulla caviglia sinistra ha procurato un fastidio all’ex n. 6 del mondo che lo ha destabilizzato indirizzando inopinatamente la frazione d’apertura: primo strappo di Alcaraz sul 2-2, doppio vantaggio giunto nel settimo game.
Dopodiché, una volta sopraggiunto il calo del più forte in campo, Gael ha lasciato andare i colpi scovando il dritto esplosivo dei bei tempi e provando a riaprire un discorso che appariva già fortemente compromesso col tentativo di “buttarla un po’ in caciara” – come si usa dire – cercando di trasportare il terreno di scontro dal rettangolo di gioco agli spalti: ma anche quest’ultimissimo numero di prestigio da showman dello sposo di Svitolina non è andato a buon fine.
Agli ottavi di finale, il numero 2 ATP attende il vincente dello scoppiettante incrocio tra Musetti e Shelton.
[11] G. Dimitrov b. Y. Hanfmann 6-1 6-0
Un arrazzatissimo Grigor Dimitrov è autore di una prestazione a dir poco maiuscola, imponendo un tennis fantasioso e scintillante attraverso cui ha riservato un’autentica lezione di tennis al malcapitato Yannick Hanfmann: liquidato in soli 47 minuti e a cui è stato concesso il mero “lusso” di vincere un solo game nell’intera partita, precisamente nel quarto gioco del match ossia corrispondente al secondo turno di battuta in assoluto del tedesco.
Il 32enne bulgaro ha perso a malapena 6 punti in tutto l’incontro, conquistando il 91% di punti con la prima (21/23) e il 78% sulla seconda (7/9). Per il “Maestro” delle ATP Finals 2017 al prossimo turno l’ostacolo si chiamerà Hubert Hurkacz, testa di serie numero 8 che ha sconfitto al terzo turno Sebastian Korda 6-3 al terzo in un incrocio dalle gestualità tecniche esemplari, ma con un tale stato di grazia nessuno può scendere sull’arena tennistica tranquillo sul piano emotivo nel sapere di dover affrontare questa versione tirata a lucido di Grisha.