Le parole di Jannik Sinner su Tennis Channel al termine del quarto di finale vinto con Tomas Machac confermano la serenità con cui il ventiduenne altoatesino affronta la routine del suo mestiere, che anche per uno come lui, lanciatissimo verso una carriera che si prospetta ricca di successi, può essere fatta di alti e bassi. Per superarli e per gestirli il lavoro in allenamento è fondamentale.
A chi osserva che il suo livello, anche in una giornata difficile, non scende più al di sotto di un certo standard, Jannik spiega come il segreto sia nella voglia di lavorare, comunque sia andata la partita. “Se mi sento bene” – dice l’italiano – “è semplice, ma quando la giornata è stata dura, allora il fatto che tu sia disposto ancora ad allenarti e a stare sul campo magari per altre due ore, può davvero fare la differenza. Non sempre le cose vanno come vorresti, ma questo è il tennis e allora la cosa migliore è stare in campo e sorridere”.
Come ha spiegato Toni Nadal, le grandi rivalità hanno contribuito a fare del suo protetto Rafa un giocatore migliore; per quanto riguarda i protagonisti di oggi Jannik conferma che alcuni momenti tra i più significativi del training sono quelli applicati alla strategia da mettere in pratica contro un avversario specifico. “Sicuramente” – conferma Sinner – “allenarmi in funzione delle sfide con Carlos Alcaraz è un formidabile strumento di miglioramento per me. Non solo Carlos, anche Daniil Medvedev, un giocatore dal quale per un po’ ho sempre perso, mi ha fatto diventare un giocatore migliore. Ho dovuto pensare ad affinare la palla corta o la volée, ad aprirmi il campo in più modi. Per superare certi tennisti devi crescere, e molto.
È dura, ma l’allenamento serve proprio per questi match. Se in semifinale ci sarà Daniil, dovrò stare attento, se gioca i primi due set come a Melbourne, finisce che esco subito (ride). Mi auguro che, con Medvedev o con Jarry, la semifinale sia un grande match, per noi giocatori e per i tifosi del nostro sport”.
Una mezz’oretta più tardi Sinner è arrivato davanti alla platea dei giornalisti internazionali e ha risposto a qualche altra domanda.
D. Quanto è stato impegnativo il primo set? Sembra che vinto quello tutto sia cambiato. Sono state quasi due partite diverse, il primo set e il secondo set. Cosa ha fatto la differenza in termini di aggiustamenti che hai fatto passando dalla prima parte della partita alla seconda?
JANNIK SINNER: Sì, certo. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Sicuramente ho provato a studiare un po’ il mio avversario prima della partita, ma ovviamente giocarci è un po’ diverso. Ho provato a vedere cosa potevo fare tatticamente meglio per batterlo.
Ho iniziato bene con il break. Poi però ha fatto immediatamente il controbreak. Poi dopo è stato davvero impegnativo per lui ma anche per me. Dopo aver vinto il primo set, mi sono sentito un po’ più libero nel colpire la palla, e penso che questo abbia fatto la differenza oggi.
D. Cosa lo rende un buon giocatore?
JANNIK SINNER: Fisicamente è messo davvero bene, quindi si muove molto velocemente. Ha un tempismo fantastico sulla palla. Può produrre colpi molto veloci anche da una palla che a volte è più lenta. Volée davvero buone, quindi quando arriva a rete, ha un gioco davvero buono. Ci sono molte cose. Mi aspetto che faccia una buona stagione quest’anno. Ma sono felice per lui. Questo è una specie di torneo della svolta per lui. Quarti di finale di un Masters 1000, è un grande risultato. Quindi sarà davvero un bel giocatore.
Q. Quanto è stato importante questo torneo per te, dopo la sconfitta di Indian Wells, per rimetterti in carreggiata e ricominciare a vincere? È stata una cosa difficile da cui riprendersi? Non perdevi da molto tempo. Hai dimenticato come ci si sente? Inoltre, hai dovuto affrontare cose che accadono dopo le sconfitte e che non devi affrontare quando vinci?
JANNIK SINNER: No, sono semplicemente venuta qui sapendo nella mia mente che questa è una nuova sfida per me, una nuova opportunità per far accadere qualcosa. Anche qui in semifinale è già un ottimo risultato. Non vedo l’ora che arrivi il prossimo turno, perché sarà una partita davvero dura.
L’anno scorso ho perso in semifinale a Indian Wells. Sono venuto qui e ho raggiunto la finale. Quest’anno sono di nuovo in semifinale qui dopo aver perso la semifinale a Indian Wells, quindi, sai, sto solo cercando di migliorare come giocatore, onestamente. Questa è l’unica cosa che conta per me.
Oggi sento di aver giocato meglio rispetto ai turni precedenti, ed era quello che cercavo. Vediamo nel prossimo turno cosa succederà e cosa posso fare.
D. Volevo chiederti del tennis in Italia. So che hai fatto un rapido salto dagli sfidanti e dai futures praticamente direttamente all’ATP Tour, ma molti dei tuoi connazionali hanno davvero beneficiato dell’aumento degli eventi Challengers e Futures in Italia. Potresti magari parlare un po’ di come questo ha aiutato lo sviluppo del tennis nel tuo paese tra i tuoi connazionali?
JANNIK SINNER: Innanzitutto abbiamo buone strutture in Italia. Abbiamo ottimi allenatori, preparatori fisici, fisioterapisti. Abbiamo, a partire dai tornei junior fino ai Futures e ai Challenger, w poi alcuni tornei ATP. È davvero importante potenzialmente per i giocatori che riescono a giocare quasi tutto il tempo. Ma potresti restare tutto il tempo in Italia e giocare ai tornei. Quindi anche i giocatori a cui non piace viaggiare molto possono restare in Italia. Possono giocare da un torneo all’altro praticamente nello stesso posto. Penso che questa sia una cosa che aiuta i giocatori italiani. Io ero un ragazzo che preferiva uscire un po’ dall’Italia, cercando di vedere visioni diverse del tennis, perché penso che questo aiuti di più quando cresci.
Ma potenzialmente puoi restare lì in Italia, per poi finire, si spera, nel più grande torneo del nostro sport. Quindi sì, penso che possiamo considerarci molto, molto fortunati ad essere italiani.
Q. Ovviamente non sappiamo ancora chi sarà il tuo prossimo, e non sto mettendo Jarry da parte, ma se è Daniil, quali sono i tuoi pensieri sull’affrontare Daniil ancora una volta?
JANNIK SINNER: Partita difficile ovviamente. Ha raggiunto la finale a Indian Wells. Inoltre ha una buona fiducia. Sta giocando davvero bene, soprattutto qui in questo torneo. L’anno scorso vinse. Ma vediamo. Sarà una partita potenzialmente molto tattica, perché devo essere pronto se inizierà in modo simile a quello dell’Australia. Devo essere pronto e cercare di capirlo prima. Allora forse cambierà un paio di cose.
Quindi vediamo. Sarà un test interessante per me. Spero di poter mostrare del buon tennis. E basta. Forma fisica Mi sento bene. Domani c’è un giorno libero per allenarsi e recuperare, perché nel prossimo turno sarà una partita molto fisica e vedremo cosa succederà.
Per Sinner c’è anche una piccola conversazione con gli inviati italiani, che lo sollecitano sull’atmosfera… italiana di Miami, sui possibili avversari del prossimo match e su qualche altra curiosità.
D: Miami è un posto molto frequentato dai nostri connazionali; quest’anno sembra che ci siano più tifosi italiani del solito, gente in cerca di selfie… te ne stai rendendo conto?
Sinner: “certo, effettivamente c’è tantissima gente che fa il tifo non solo per me ma anche per gli altri giocatori italiani. È bellissimo, è come un gioco di squadra tra noi e loro perché il loro supporto ci è utile ed è una sensazione splendida. Anche se la cosa più importante è la concentrazione su quello che devo fare: è grazie a ciò che sono arrivato a vivere sensazioni come queste”.
D. Hai già parlato di Medvedev; cosa dici invece di Jarry, il suo avversario nei quarti di finale?
Sinner: “è un giocatore fortissimo; serve alla grande, è aggressivo, scende a rete e non ha paura di colpire. Sarà dura in entrambi i casi, speriamo soprattutto di farci trovare pronti perché la semifinale è sempre una grande emozione”.
D (Vanni Gibertini, Ubitennis): anche oggi hai giocato meglio nel secondo set che non nel primo; questo ti preoccupa? Inoltre, vorrei chiederti come mai durante i cambi di campo posizioni il ventilatore davanti al manico della racchetta.
Sinner: “le mani mi sudano molto e di conseguenza il grip è umido e scivoloso; così la metto lì e prego che il ventilatore lo asciughi un po’. Per il resto non trovo preoccupante la partenza lenta; cerco di partire bene ma non sempre si riesce a iniziare al meglio. Oggi ho cominciato bene ma non sono riuscito a difendere il break, altrimenti sarebbe stato un set diverso. Ieri O’Connell mi ha tolto subito il servizio… ci sta, può capitare, in quei momenti non sono preoccupato”.