Dunque, ricapitolando: di fronte a noi abbiamo il tennista italiano più forte dell’Era Open (e tra poco, con buona pace di Pietrangeli, anche di sempre) ad appena 22 anni, il giocatore più in forma e forte in questo preciso momento storico, il numero 2 del mondo con prospettive piuttosto concrete di diventare presto il primo della classe, e – è bene non dimenticarlo – un campione Slam. Da un punto di vista prettamente quantitativo, si può poi aggiungere che nel 2024 ha vinto 22 delle 23 partite disputate che gli sono valsi due tornei non proprio da poco: Australian Open e Miami (solo in quattro erano già riusciti a fare questa doppietta: Lendl, Agassi, Federer e Djokovic). Allargando il discorso e prendendo come riferimento il d.B., che sarebbe il dopo Bologna, quando Jannik decise di saltare il girone di Davis scatenando le ire di molti, arriviamo a contare 42 vittorie in 45 partite e 6 mesi, e il numero di titoli sale a quattro + Davis.
Non è bastato tutto questo per leggere anche una sola dichiarazione davvero altisonante da parte sua o del duo Vagnozzi-Cahill. “Si può fare ancora meglio”, “i record non mi interessano”, “tutto passa dal lavoro in allenamento” e così via. Il problema per noi che ne scriviamo, in realtà, non si pone nemmeno visto che è il campo a parlare per loro e a farlo anche in maniera prepotente, vittoria dopo vittoria. Non ce n’era bisogno, ma la reazione di Sinner alla sua stessa esplosione ci ha garantito che l’umiltà non gli mancherà mai. Lo spazio per fantasticare non gli compete, ma qualcuno dovrà pur occuparlo. Spetta sicuramente ai tifosi, ma spetta in qualche modo anche a noi che, proprio per alimentare i sogni dei tifosi, vogliamo qui ripercorrere brevemente le migliori annate nella storia del tennis, firmate da alcune leggende del nostro sport.
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Siamo ancora ad inizio aprile e, oltretutto, una dose moderata di scaramanzia non ha mai fatto male a nessuno (diceva Eduardo De Filippo che essere superstiziosi è da ignoranti, non esserlo porta sfortuna), ma l’inizio di stagione di Sinner può reggere qualsiasi confronto. La scia presa da Jannik è quella disegnata da annate memorabili che hanno fatto la storia del tennis. Se l’azzurro ha perso solo una partita nei primi tre mesi dell’anno, il conto in proiezione sull’intera stagione è presto fatto e, se rispettato, vorrebbe dire entrare nel mito al fianco dei nomi che faremo qui sotto: dall’inavvicinabile Rod Laver alle varie edizioni migliori di Djokovic e Federer, passando per Vilas, Borg e McEnroe. Usando un termine ormai di moda nei commenti calcistici, si tratta del prime di questi campioni: già forti di loro, ma irraggiungibili nei loro momenti di massimo splendore. A 22 anni, Jannik ne ha tanti davanti di questi momenti.
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