Il francese Gael Monfils, ormai trentasettenne, non vuole smettere di giocare al grande tennis: nonostante la pronosticabile sconfitta con Daniil Medvedev, 6-2 6-4, l’ex numero 6 del mondo resta sempre e comunque un avversario complicatissimo per chiunque. Fra i più particolari del circuito, è impossibile non divertirsi davanti ad una sua partita, impossibile non impressionarsi ammirando le doti atletiche di chi potrebbe correre i 100 metri e vincere comunque.
Ad oggi quarantesimo nel ranking, è potuto accedere al tabellone principale grazie ad una wildcard: “Non ho giocato qui per tanti anni, è stato un privilegio. So che non succederà ancora molte volte, quindi ero felice“. Il tennis del francese è da sempre fin troppo esigente dal punto di vista fisico, il minimo calo lo costringe a scendere di livello, rendendo l’età un fattore chiave. Ma Gael non lo sa, e a quasi 38 anni continua a giocare ogni torneo. “Giocare subito il giorno dopo alla mia età è più difficile, sicuramente. Ma ero felice di come sono arrivato in campo oggi dal punto di vista fisico. E’ positivo, sentivo di poter reggere lo scambio“.
La partita col russo, terminata in due set, poteva avere esito ancora più severo: il secondo parziale è stato inevitabilmente condizionato dalle discussioni fra l’avversario e il giudice di sedia, permettendogli di alzare il ritmo e sfruttare l’emotiva di Medvedev, schiavo della propria rabbia:” Non ho capito cosa è successo. Il giocatore ha detto che era fuori, l’arbitro dentro. Credo che il problema sia nato perchè è stata chiamata fuori e lui ha smesso di giocare. – Sull’aggiunta di Hawk-Eye su terra rossa, risponde – La scorsa settimana l’ho avuto, ed è stato strano. Onestamente ciò che si vuole è che l’arbitro scenda, veda il segno, e che poi il falco dica il contrario“.
Sopra 4-1, però, il russo torna a giocare al proprio livello, infilando 5 giochi consecutivi e costringendo Monfils alla resa. “Daniil mi ha battuto facilmente, ha giocato bene tatticamente. è stato bravo ad imporre il proprio gioco e a fare ciò che voleva lui. Io non ho fatto le cose giuste: ho provato a fare alcune cose, ma non sono stato in grado di cambiare la situazione. Mi ha fatto lavorare duro, è stato difficile per me“.
Spesso, arrivati ad un’età che ti costringe a pensare sempre più alla fine della tua carriera, diventa complicato trovare nuovi obiettivi, nuovi stimoli per continuare a giocare ad alti livelli: “Voglio tornare ad essere testa di serie, è sempre meglio nei tornei del Grande Slam. ma tutto dipende da come mi sentirò. Oggi ho giocato contro un top player che ha giocato molto bene. Ovviamente posso sempre far meglio, ma guardo i lati positivi. Mi sento bene, e questo è l’importante“.
Sulla presenza a Madrid sembra convinto, non vuole rinunciare, visti anche i giorni di riposo: “Si, vado a Madrid. Fisicamente sono stato, tutti possono vederlo. E voglio anche passare del tempo con la mia famiglia, tornano la prossima settimana. E’ da un po’ che non vedo la mia bambina. Ho giocato diverse settimane, quindi credo di potermi prendere una settimana di riposo. Ho dato tutto, ma è importante passare del tempo anche con la propria famiglia. Madrid non inizierà prima di mercoledì. Se vuoi sapere i miei programmi, proverò a tornare a casa stanotte, per esserci quando mia figlia si sveglierà domani mattina. Non voglio giocare fino a prima del weekend. Ovviamente farò esercizio fisico con il mio preparatore atletico. A tennis giocherò nel weekend o all’inizio della prossima settimana“.