Nadal, la voglia infinita di scoprire il nuovo Rafa (Daniele Azzolini, Tuttosport)
E’ come andare alla scoperta di un nuovo mondo. Affine al precedente, ma non uguale. Puoi immaginarlo, ma lo devi toccare con mano, valutare, sentire con tutta la sensibilità che hai dentro, mischiandola alle indicazioni che vengono dall`esperienza. Rafa Nadal lo sa, e affronta con cautela il primo match della sua nuova vita da tennista, che potrebbe essere la terza, forse la quarta, chissà. Certo l`ultima con la racchetta. Ha deciso di lasciare gli ormeggi cui si è aggrappato negli ultimi mesi, tra la voglia di ricominciare e il timore che fosse troppo presto. O troppo folle, chissà. Poi ha preso coraggio, e ne occorreva parecchio. Ma questa è la parte che controlla meglio, perché dipende da lui, e il coraggio non gli è mai venuto meno. E allora via. Di nuovo tennista, con i suoi quasi 38 anni segnati sul volto un po` intartarughito, inquadrato da un ciuffo di capelli sempre più esausto, e tutti i suoi titoli che lo seguono. L’ultima volta sulla terra rossa è lontana una vita. Rafa vinse il Roland Garros 2022 strapazzando Casper Ruud, e il giorno dopo era già con le stampelle. Sono trascorsi quasi 2 anni, ha sopportato operazioni chirurgiche e tentativi di ritorno infruttuosi. Era in Australia prima dell`ultimo Slam, ha giocato a Brisbane, i problemi sono ricominciati. Era iscritto al Sunshine Double di primavera, Indian Wells e Miami, ma ha dovuto arrendersi. Montecarlo? No, non era ancora pronto. E allora Barcellona, la città che l`ha visto bambino alle prese con le prime partite serie. Barcellona va bene, se vuole essere a Parigi non può andare oltre. E dunque, eccolo di nuovo tra noi, in campo con Flavio Cobolli, numero 62 nella classifica ATP,` uno dei ragazzi del futuro, magari senza le stesse possibilità di un Sinner o di un Alcaraz, ma veloce, combattivo, 23 primavere di sana gioventù. Quindici anni di differenza, che a occhio si vedono tutti, ma quando i colpi di Rafa si aprono alla sfida, mettendo da parte cautela e circospezione, quei tonfi che vengono dalla racchetta mi aprono il cuore, quella palla che viaggia forte e acquista ulteriore velocità nel rimbalzo mi sorprende come la prima volta che l`ho osservata, al Roland Garros 2005, e viene voglia di dargli un bacio sulla fronte a uno così, campione che non ha niente da dimostrare ma solo voglia di giocare ancora. Un bacio per non aver mai rinunciato, e aver dato a tutti la possibilità di ringraziarlo come si conviene. Si riparte dal passato per andare incontro al futuro, ma lo scotto da pagare c`è sempre, si fa vivo con una sua matematica improntitudine, magari solo per ricordarti che se il passato è troppo lontano (e lo è davvero in questo caso, ché chissà quanto valgono 2 anni perduti nella carriera sportiva di un trentottenne), la strada per ricongiungersi al presente e imboccare la via maestra che porta al futuro può risultare faticosa, ansiogena, piena di trabocchetti. Rafa ha scelto di percorrerla, perché gli infortuni sono come ladri di futuro, e lui non riesce a darsi pace di questo. «Non voglio che sia il mio corpo a dirmi che è finita, voglio essere io stesso, in possesso di tutte le mie facoltà decisionali», ripete nelle interviste. Ma i ladri di futuro ti lasciano nudo, spogliato di qualsiasi certezza […]. Occorre animo, fegato, tenacia e indicibili sforzi per rimettersi in cammino. Nadal ci sta provando, e mi ha conquistato una volta di più. Ha vinto, ammesso che abbia un significato. Anzi, forse uno ne ha, perché il successo su Cobolli, frutto di un gioco mai avventato, ma paziente, ogni gesto teso a riprodurre gli effetti che un tempo produceva senza nemmeno pensarci, in particolare sulla diagonale del suo dritto mancino, lo ha spinto a un confronto con Alex de Minaur (…), uno dei migliori per velocità di gambe e resistenza allo sforzo. Uno che è stato nei primi 10
fino all`altro ieri e ora è 11°. La logica sottolinea come la sfida giunga con troppo anticipo per uno che fino a poche ore prima si chiedeva se fosse davvero giunto il momento di scendere in campo. Una sfida impossibile, dunque? Lo sarebbe se uno dei due non si chiamasse Rafa Nadal, l`uomo che rincorre la sorte per batterla e poter dire al mondo, «ora posso farmi da parte, ma l`ho deciso io». […] Ieri Flavio Cobolli ha giocato con timidezza, ci ha creduto poco, ma certo non va biasimato. […] Ieri l`emozione deve essere stata forte. Rafa l`ha preso sul serio, l`ha inquadrato cercando al tempo stesso di riprendere confidenza con i colpi. E partito con un servizio a 170 orari, poi gli ha dato corpo. Ha cercato le prime soluzioni agli angoli, poi ha lasciato che il braccio seguisse le direttive risapute. Fabio ha fatto da sparring, ma alla fine, quando si sono ritrovati a rete per la stretta di mano l`ha abbracciato con trasporto, ringraziandolo. «Avevo tanti dubbi», commenta Rafa, «la gran parte di essi non basta un match per scioglierli. Ma è stato un buon primo incontro, ho cercato di non commettere errori banali, ci sono riuscito. Serve giocare per ritrovarsi. Con De Minaur non so cosa aspettarmi, e davvero non mi faccio troppe illusioni. Lui gioca bene, ha ritmo. Chissà se riuscirò a tenerlo anch`io, quel ritmo». Ma se non ci provasse non sarebbe Nadal. Vedrete.
E’ sempre Nadal (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
La terra ritrova il suo signore. A 103 giorni di distanza dall`ultima partita, il terzo turno sul cemento a Brisbane, ma soprattutto a 681 giorni dall`ultima esibizione sul rosso, che coincideva guarda caso con il 14° trionfo al Roland Garros nel giugno 2022, Rafa Nadal riscopre il gusto della competizione e soprattutto riassapora i piaceri della superficie più amata con una vittoria su Cobolli, dapprima impietrito dalla grandezza del rivale e poi irretito dalla solita, dominante ragnatela del più forte di sempre sulla polvere di mattone. Il Centrale del Real Club di Barcellona, che dal 2017 è intitolato proprio a lui, caso unico per un giocatore ancora in attività, è strapieno, malgrado sia appena un primo turno: il giusto omaggio a chi ci ha alzato 12 volte (su 12 finali…) la coppa del vincitore. Nadal, che compirà 38 anni a giugni, è decisamente più tirato e magro rispetto ai tempi d’oro. E, come era prevedibile, dopo i problemi ai pettorali e alla schiena delle ultime settimane, all`inizio serve a velocità ridotta, attorno ai 160/170 km all`ora: «E’ vero che ho servito poco ultimamente, ed è vero che in partita non ho servito come un pazzo. Ho usato le giuste precauzioni, ho momenti in cui mi sento più libero e più sciolto e lascio andare un po` di più». Sulla terra, però, l`incidenza del servizio non è così decisiva se poi ottieni il 64% di di punti in risposta sulla seconda dell`avversario e fornisci il solito saggio di variazioni, dall`intramontabile uncino di dritto al rovescio incrociato passando per le smorzate. Cobolli, dal canto suo, si immola con 41 gratuiti, in avvio figli dell`emozione e procedendo nel match nel tentativo vano di tenere un ritmo più elevato per portare Rafa più lontano dalla riga di fondo. C`è pure il tempo, per il cavalier Nadal, di un un nobile gesto di fair play sul match point quando un maleducato spettatore grida «Arrivederci Flavio» e il vincitore di 22 Slam ferma il movimento della battuta per scusarsi. Sul rosso Rafa non perde la prima partita di un torneo da Roma 2008 (le famose vesciche contro Ferrero): «I dubbi che avevo non vanno via in un giorno, mi serve giocare. Ma è stato comunque un buon primo turno. Ho fatto una partita logica, senza errori non forzati, senza cercare soluzioni strane ed è andata bene». Insomma, tutto è pronto per una nuova pagina dell`eterno romanzo del diavolo mancino di Maiorca e delle sue mille resurrezioni: «Ogni volta però è più difficile, soprattutto quando sei avanti con gli anni, perché le cose diventano ancora più dure. Sto attraversando momenti molto complessi, ma allo stesso tempo, quando riesco a essere nel tour per qualche giorno, quando posso allenarmi con gli altri ragazzi e poi competere un po’, significa molto per me. Comunque è tutto abbastanza piacevole e posso guardare avanti».
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Nadal, rientro vincente. Cobolli ko in due set (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Nadal non è ancora Rafa e forse non lo sarà più, ma al 60%, al rientro dopo tre mesi e l`ennesimo infortunio, domina per 6-2 6-3 Flavio Cobolli, troppo indispettito dal top e dalle smorzate del più forte specialista della terra battuta di sempre per concentrarsi sugli evidenti limiti dello spagnolo a cominciare dal servizio. Che da Roma 2008 non ha più perso al primo match di un torneo sul rosso, da Santiago 2013 non cede a un over 50 della classifica e a Barcellona ha trionfato 12 volte su 16, con 67 partite vinte su 70. Confermandosi agonista perfetto e cavalleresco. Quando, sul match point, dal pubblico urlano «Arrivederci Flavio», si ferma, scuote la testa e si scusa con l`azzurro, per poi abbracciarlo a rete. Il quasi 38enne campione di 22 Slam incrocia oggi De Minaur. Esaltante rimonta di Matteo Arnaldi (n. 40 ATP) col coetaneo 23enne l`argentino Sebastian Baez (13) per 5-7 7-6 6-2 annullando 4 match point: sul 5-4 e sul 3-6 del tie-break. […]