dal nostro inviato a Barcellona
Finito il match con De Minaur un Nadal emozionato e per certi versi sollevato si è presentato in sala stampa, per quella che è probabilmente l’ultima chiacchierata con i giornalisti al torneo di Barcellona, una storia cominciata oltre 20 anni fa, nel lontano 2003, quando alla sua prima partecipazione al Godò, cedette le armi a un campione del calibro di Alex Corretja.
Adesso che è finito il match, come ti senti, che emozioni hai?
NADAL: “A volte è difficile giocare sapendo che non si potrà lottare tutta la partita. Magari fra qualche settimana non sarà così. Oggi non era il momento di atti di eroismo. Una volta che ho perso il primo set di fatto la partita si è chiusa”.
È importante aver potuto accumulare ore in campo?
NADAL: “Era importante per me poter giocare. Semplicemente poter giocare su questo campo che amo tanto. Sono riuscito a farlo, senza prendere troppi rischi. È un po’ contrario a come ho sempre inteso lo sport, cioè dare tutto. Già che sono riuscito a giocare, è tanto. In compenso mi sono dato un’opportunità di progredire e spero di arrivare a Madrid in condizioni migliori”.
Come notavi, come intuivi quello che potevi fare?
NADAL: “Ci sono stati momenti in cui ero più comodo, però sapevo cosa potevo e cosa non potevo fare. Non mi potevo permettere di giocare 2 ore e mezza al massimo. Sapevo che non dovevo perdere il primo set, ma l’ho perso. In quel momento sapevo che la partita era di fatto finita. Ho cercato di essere positivo in ogni momento ma sapendo che c’erano dei limiti”.
La partita di oggi non è normale, è la tua ultima conferenza stampa, cosa ti passa per la testa?
NADAL: “Alla fine come sapete sono una persona abbastanza stabile emozionalmente, cerco sempre di analizzare le cose in modo corretto. Sapete tutti quanto è stato importante per giocare qua, dove i miglior tennisti di Spagna si sono misurati. È uno dei tornei con più storia ed è uno dei pochi che si gioca in un club. Un posto che vive anche quando il torneo finisce. Ho vissuto momenti molto belli, ho sempre goduto del fatto di giocare qua, vincere 12 volte per me era inimmaginabile. Ringrazio il club, tutta la gente che mi ha accolto qua e che mi ha fatto sentire come mi ha fatto sentire. Alla fine questo è lo sport, lascio il testimone alle nuove generazioni, non ci sono giocatori più importanti dello sport e dei tornei. Credo di aver avuto la fortuna di aver scritto belle pagine nella storia del torneo con la coscienza di aver dato sempre massimo. Adesso questa è una pagina che si chiude, ma è la vita, mi fa male ma è normale. Comunque per me è già bellissimo poter aver giocato. Il fatto che ho perso 6-1 non mi da fastidio, era quello che doveva succedere. Non era oggi dove dovevo dare tutto e morire in campo. Voglio poterlo fare magari più avanti. Spero di poterlo fare fra qualche settimana. Questo è il mio obbiettivo e spero di poterlo fare”.
Come pensi arriverai a Madrid?
NADAL: “Difficile da rispondere, devo cercare di capire quello che posso fare. Il modo in cui giocherò a Madrid sarà in funzione di come mi sentirò. Se riuscirò ad allenarmi con tennisti di livello e il corpo si abitua a questo genere di competizione, allora a Madrid ci proverò. Qua sono arrivato giocando veramente solo qualche set nell’arco di 4 mesi. Se il mio corpo è in grado di assumere il carico in maniera progressiva allora cercherò di chiedere di più. La cosa logica sarebbe cercare di progredire, per poter arrivare a lottare. A Madrid un po’ di più, a Roma un po’ di più e a Parigi che succeda quello che deve succedere”.
Adesso che le porte cominciano a chiudersi è come te lo immaginavi?
NADAL: “Io non mi immagino molto, faccio le cose in modo naturale. Ho giocato in tutto il mondo e mi sono sempre sentito appoggiato. Nel mio paese ancora di più. So quello che mi han fatto sentire e so quanto mi han appoggiato. Non nego che sia una cosa che mi importa. Essere stato in grado di competere tanti anni e di aver sentito quello che ho sentito, sono sensazioni che a livello personale sono cose importantissime e che mi porterò dietro”.
Competere con Alex come è stato oggi?
NADAL: “Alex è un gran giocatore, ovviamente in termini di tennis è su un livello diverso dal mio. Ha fatto grandi passi avanti nel suo tennis. Io sono contento di aver dimostrato che quando ho giocato con l’intensità che potevo riuscivo a stare li. La cosa mi incoraggia a cercare di continuare a spingere e se il mio corpo me lo consente cercherò di essere competitivo. Oggi comunque mi sento molto più contento di due settimane fa, in quanto non potevo competere e oggi ho visto che posso giocare per due giorni di seguito a livello competitivo. Staremo a vedere come procede, farò di tutto per essere in grado di competere al Roland Garros. Nella mia carriera ho sempre cercato di competere al mio massimo livello, oggi è stato diverso ma va bene così”.
Il fatto di essere tornato qua lo rende più speciale?
NADAL: “No avrei voluto tornare anche prima e arrivare qua in grado di competere. Ma visto come sono andate le cose per me è già tanto essere arrivato qua per giocare. Sarebbe stato doloroso non riuscire a farlo”