da Monaco di Baviera, il nostro inviato
Come tennista, Patrik Kühnen ha all’attivo due finali ATP, i quarti a Wimbledon nel 1988 (perse in quattro set da Edberg dopo aver battuto Connors al quinto) e il 43° posto in singolare raggiunto nel maggio del 1989, mentre quattro anni dopo è stato n. 28 in doppio, specialità che lo ha visto alzare tre trofei, due dei quali in coppia con Boris Becker. Ed era parte della nazionale in occasione dei tre trionfi della Germania in Coppa Davis, 1988, 1989, 1993.
Terminata la carriera pro, ha tra l’altro ricoperto il ruolo di capitano della squadra tedesca di Davis dal 2003 al 2012, mentre dal 2008 è il direttore del BMW Open di Monaco di Baviera, evento ATP 250 promosso a “500” a partire dal prossimo anno. Ed è proprio in questa veste che il classe 1966 scambia quattro chiacchiere con te nella sala stampa bavarese al termine della conferenza di fine torneo, subito prima dell’inizio della finale che Jan-Lennard Struff vincerà su Taylor Fritz.
Dopo aver ammesso di non aver mai avuto l’occasione di averlo visto giocare dal vivo, cerchi di farti perdonare tale lacuna ricordando di averlo guardato in TV affrontare Ivan Lendl al Roland Garros.
“Sì, giusto” conferma, “sul Centrale.”
“Eri più un giocatore da superfici veloci, però, erba, carpet…”
“Eh, sì, serve&volley e non troppa pazienza” ammette Patrik, che al quinto tentativo riuscì a battere Lendl, al Queen’s.
“Immagino ora sia diverso in quanto direttore di un torneo del Tour. A proposito, dal prossimo anno sarete un ATP 500: una sfida complicata? Cosa comporta per voi dal punto di vista economico, delle strutture…?”
“Da quando l’ATP ha deciso di aggiungere tre nuove licenze, tre nuovi tornei ‘500’, l’abbiamo vista come un’opportunità per compiere un ulteriore passo. D’altra parte, negli ultimi dieci anni siamo cresciuti all’interno della nostra categoria. Quest’anno abbiamo raggiunto il picco con il tutto esaurito nove giorni su nove, un risultato eccezionale. Abbiamo tantissimi appassionati e, se guardi al campo di partecipazione dei giocatori, siamo già piuttosto paragonabili a un ATP 500. Compiere questo passo è una grande opportunità. Certo, gli standard richiesti dall’ATP ai quali dobbiamo conformarci sono diversi, ma è una bella sfida per noi. Una sfida che vogliamo, a lungo termine, ovviamente per il tennis tedesco ma anche per Monaco come città.”
“L’elefante nella stanza, quello di cui tutti parlano, il maltempo. Questa edizione non è stata particolarmente fortunata ma, come ha detto lo stesso Zverev, questo è il clima di Monaco a metà aprile.”
“Noi controlliamo tutto ciò che possiamo. Per un anno abbiamo lavorato sodo per fare di questo torneo quello che è, per gli spettatori, i giocatori e tutti quanti. Non possiamo controllare il tempo. Di sicuro è stato complicato questa settimana per i tennisti e il pubblico, ma devo dire che i giocatori sono stati estremamente professionali, nessuno si è lamentato. Ognuno si è concentrato sul proprio incontro e abbiamo visto del gran tennis. E lo stesso devo dire per il pubblico. Gli spettatori sono venuti attrezzati, si può dire che sono abituati. In questo periodo dell’anno, non solo in Germania ma dappertutto il tempo è piuttosto imprevedibile”.
E bisogna aggiungere, come poi anche rilevato da Taylor Fritz (il quale avrebbe comunque apprezzato una breve sospensione della finale), che i campi hanno tenuto molto bene, drenando a meraviglia.
“Si parla da un po’ del cosiddetto Premium Tour. Da direttore di un torneo che ne sarebbe tagliato fuori, cosa ne pensi?”
“Non è la prima volta che se ne parla, ci sono state tante idee in passato sul tennis, non solo da parte dell’ATP, anche dell’ITF. Negli ultimi dieci o vent’anni, alcune idee sono emerse, altre scartate. Penso che la stessa ATP abbia fatto dei passi importanti creando le Next Gen Finals per mettere alla prova nuove strategie. Riguardo al Premium Tour, sono in corso discussioni di cui tutti sono consapevoli ed è importante valutarlo. Ma, stando a quanto ne so al momento, devo aspettare di avere più dettagli a disposizione per un quadro più chiaro dell’iniziativa, ma ci saranno incontri a Madrid… Sai degli incontri dell’ATP a Madrid?”
“Quelli di marzo, quest’anno però rimandati”. Si riferisce alla riunione annuale dell’associazione dei pro che normalmente si tiene in occasione del torneo di Miami, appunto rinviata per valutare l’evolversi della situazione in quel di Indian Wells, quando era atteso un resoconto sulla fattibilità dell’iniziativa da parte di un gruppo di lavoro finanziato dagli Slam.
“È un argomento di cui si discute” conclude Patrik, “ma al momento non so a che punto sia arrivato. Ne sapremo di più la prossima settimana”.
Non resta che andare a goderci la finale, poi si può ripartire sfidando la neve austriaca. A casa non sei però atteso dai 28 gradi che avevi lasciato, bensì da un ritorno dell’inverno. “In questo periodo, il tempo è piuttosto imprevedibile dappertutto”.