S. Stephens b M. Trevisan 6-3 5-7 6-4
Primo turno già fatale per la corsa di Martina Trevisan al WTA 1000 di Madrid. La tennista fiorentina, infatti, nonostante una gran battaglia intrapresa contro la giocatrice statunitense Sloane Stephens, ex campionessa slam allo US Open ma anche finalista del Roland Garros nel 2018, ha già salutato la compagnia. L’americana, che arrivava a Madrid dopo il successo ottenuto in quel di Rouen (battuta una coriacea Madga Linette), è riuscita ad imporsi con il punteggio finale di 6-3 5-7 6-4. Per venire a capo dell’incontro, però, Stephens ha dovuto lottare per ben 3 ore e 16 minuti. Tutto merito di una Trevisan come sempre molto combattiva, ma soprattutto in grado di reagire in men che non si dica a un primo set oggettivamente troppo falloso ed un po’ frettoloso da parte sua. L’azzurra, in pratica, ha iniziato a far vedere cose migliori solo da inizio secondo parziale, anche se non sempre con continuità.
Primo set: Trevisan spreca troppe occasioni, Stephens si porta avanti
Per ciò che concerne la cronaca del match, nel primo game la campionessa uscente dell’Open Capfinances Rouen Métropole 2024 parte subito con il freno a mano tirato contro una Martina Trevisan vogliosa di rivalsa dopo un inizio di stagione non particolarmente brillante. E l’allungo in apertura, infatti, è della tennista azzurra, che però ricambia immediatamente il favore perdendo il servizio a zero. Sloane Stephens a quel punto entra definitivamente in partita e, grazie ad un una strenua difesa, che obbliga la n. 76 a giocare sempre quel colpo in più (spesso sbagliato), conquista il break.
Neanche il tempo di esultare e di mettere tra sé e l’avversaria un minimo gap, che la fiorentina rientra nel set approfittando di un paio di incertezze della statunitense. E si porta così sul 3-2. Ebbene, puntuale come un orologio svizzero la 30enne italiana spreca un’altra occasione di rimettersi in carreggiata e si trova ancora una volta ad inseguire. Dopo aver annullato – questa volta con ottime traiettorie e con un tennis variegato – un set point sul proprio turno di battuta, perde il primo parziale dopo 47 minuti.
Secondo set: Trevisan resiste come una leonessa e allunga la battaglia
L’avvio del secondo parziale rischiava di essere compromettente per Martina Trevisan, trovatasi immediatamente sotto 0-30 sul servizio, anche se la nostra portacolori ha rimediato subito al momentaneo svantaggio interno. Nel successivo turno di battuta, si trova a dover annullare quattro chance a Sloane Stephens, concesse soprattutto per suoi errori di dritto, ma anche per meriti della sua avversaria, e riesce a portarsi a casa – con molta fatica – anche questo game. Spinta dalla propria resilienza e dalla capacità di rimettersi in sesto dopo i momenti difficili la fiorentina conquista addirittura il break nel gioco successivo, salvo poi – puntualmente – far rientrare la n. 33 del ranking WTA, aiutata dalla potenza del suo dritto.
Trevisan, però, è troppo discontinua nel corso del match e alterna grandi giocate, anche dimostrando intelligenza negli spostamenti in campo, ad eccessivi errori gratuiti. E con un andamento del genere il break per la sua dirimpettaia, alla fine, arriva nelle fasi calde dell’incontro, quando diventa ancor più difficile recuperarlo. E infatti la statunitense approfitta della ghiotta occasione e tiene il servizio a zero, allungando sul 5-3 e provando a togliersi poi lo sfizio di rubare un altra volta il turno di battuta all’azzurra, che però le annulla due match point.
Quando si trova a servire per chiudere, le trema il braccio e, non riuscendo a recuperare completamente dallo 0-40, permette alla nativa di Firenze di credere alla conquista del parziale. Sul 5-5 le due si rendono protagoniste di un game molto combattuto in cui sciorinano tutto il loro repertorio, dalla palla corta al gioco a rete e ad avere la meglio, alla lunghissima distanza, è la n. 76 del mondo, che alla fine, alla prima occasione utile, conquista il set un po’ a sorpresa e allunga la battaglia.
Terzo set: è l’equilibrio a regnare sovrano, poi Stephens affonda i colpi decisivi
Primo game del terzo set che inizia apparentemente in discesa per Martina Trevisan. La giocatrice fiorentina, infatti, riesce a sfruttare a proprio vantaggio il suo turno di servizio, nonostante l’approccio decisamente battagliero sciorinato da Stephens in risposta ed il mood discontinuo di cui sopra. Il terzo gioco, invece, assume sin da subito le stimmate dello snodo fondamentale. Importante, se non altro. Già. Perché anche se al netto di una resistenza oltremodo grintosa messa in atto dalla tennista statunitense, Trevisan riesce a portare l’inerzia del game dalla propria parte, attraverso delle giocate che sanno di garra e di grande determinazione. Poco da dire.
A quel punto il quarto game si trasforma in una vera e propria resa dei conti, con la tennista azzurra che non riesce a dare seguito al vantaggio accumulato sino a quel momento (30-0) e, complice un dritto non propriamente efficace, è costretta ad arrendersi alla rimonta di Stephens. Quinto gioco in odor di stoicismo per Trevisan. Sì. Perché la giocatrice classe ’93 dopo aver annullato ben due vantaggi alla sua rivale, innesca le marce giuste e con due ottimi attacchi – di cui uno sottorete- riesce a portarsi (quasi sorprendentemente) sul 3-2.
Va da sè, naturalmente, che quella disputata da Martina Trevisan e Sloane Stephens sia stata – sostanzialmente – una gara di grande equilibrio, dove entrambe le tenniste hanno dimostrato un buon livello di gioco. Ciò nonostante, a prevalere è stata la maggiore solidità (sia mentale che al servizio) espressa dalla statunitense. In pratica, nelle battute finali (e decisive) del match, Martina Trevisan è andata incontro ad un calo dannatamente vistoso. Per l’azzurra, tra l’altro, si tratta dell’ottavo ko nelle ultime nove partite giocate nei main draw del circuito maggiore. Non solo. Si tratta di una sconfitta che pesa in termini di classifica visto che difendeva gli ottavi di finale dello scorso anno. L’atleta toscana, adesso, scivolerà fuori dalla top 80. 6-3 5-7 6-4 il risultato finale della “maratona” durata 3 ore e 18 minuti.
Con la collaborazione di Fabio Barera