[11] H. Rune b. M. Navone 5-7 7-6(2) 6-4
Sull’Arantxa Sanchez, emozioni a fior di pelle per Holger Rune che dopo essersi trovato a due soli punti dalla sconfitta batte un indomito guerriero terraiolo qual è Mariano Navone, alla conclusione di tre ore di grande battaglia. 5-7 7-6(2) 6-4, la rimonta che parla Danimarca. Match dai mille risvolti e ribaltamenti di fronte, il 21enne argentino va vicinissimo alla vittoria più importante della carriera nel suo primo confronto contro un Top 20 – la scorsa settimana aveva superato il connazionale Cerundolo, n.°21, a Bucarest – ma nel momento della verità la comprensibile tensione per la posta in palio gli ha giocato un brutto scherzo.
Il campione di Parigi Bercy 2022 aveva approcciato al torneo voglioso di conquistare punti propedeutici al rientro in Top 10, cercando di farsi strada nell’unico appuntamento primaverile sul rosso europeo che nel 2023 lo aveva visto uscire prima dei quarti. Il classe 2003 era reduce dal KO in semifinale contro Struff a Monaco, dove difendeva le ultime due edizioni, al contrario Navone stava vivendo un momento di forma estremamente brillante con tre semifinali negli ultimi tre tornei disputati e la ciliegina della finale rumena della settimana scorsa.
Primo set: Rune privo di lucidità tattica, Navone in piena fiducia
Ancora una volta, anche in questo suo esordio nell’edizione 2024 del Masters 1000 iberico, Rune ha palesato una mancanza di acume tattico non riuscendo quasi mai a costruire il punto come avrebbe dovuto. Continua la sindrome delle discese a rete “fuori tempo”, il danese avanza dopo attacchi che non sono né profondi né carichi a sufficienza di velocità e top spin per poter impensierire l’avversario nell’altra metà campo. Ma soprattutto, ciò che dovrebbe preoccupare Holger e il suo angolo sta a monte della questione: che giocatore vuole essere da grande il 20enne di Gentofte, un attaccante a tutto campo o uno di ritmo in pressione da fondo?
Se la risposta giusta è la prima, beh è necessario fare un lavoro specifico sull’apprendimento e l’affinamento della gestione degli spazi da occupare nella copertura volante e dei tempi da tenere per disimpegnarsi nelle modalità corrette che questo stile propositivo richiede. Poi, certo, quando fa tutto bene il classe 2003 è in grado di regalare magie di meravigliosa fattura nei pressi delle zolle di terra più prossime al nastro. E sempre nell’ottica di una tale proposta di gioco, le costanti ribattute in controbalzo con annessi centimetri risucchiati al rivale – ammirate ad esempio con Sinner a Montecarlo, sono invece già ben rodate nell’arsenale del n.°12 ATP.
Questa confusione tattica del figlio di Aneke, che ricordiamolo ha solo vent’anni quindi è più che sacrosanto che debba ancora migliorare parecchio in diversi comparti di gioco, spiega tuttavia solamente in parte le difficoltà del match odierno. Dall’altra parte, infatti, Mariano è in piena fiducia. Sta vivendo il miglior momento della carriera da quando finalmente – a partire da Cordoba – è apparso nel circuito più prestigioso del mondo tennistico: è un tennista che il mattone tritato lo conosce come le sue tasche e il grande periodo di forma – almeno semifinale negli ultimi tre eventi disputati – gli fa trovare presto la giusta confidenza nei passanti sugli attacchi garibaldini del più giovane avversario.
Pronti via e ci sono quattro break point in sette minuti, così Navone scappa sul 2-0. Dopodiché vanno in scena una serie di break e contro-break, ma la sensazione limpida che si avverte anche nei frangenti di equilibrio è quella di una distanza abbastanza marcata nel gioco espresso a favore dell’argentino. L’allievo di Mouratoglou sembra voler intenzionalmente uscire dallo scambio, come se fisicamente non si sentisse a posto, come se sapesse di non poter reggere il palleggio prolungato. Naturalmente, in quei momenti in cui riesce ad alzare il ritmo la sfida cambia totalmente ma purtroppo per lui, il danese quest’oggi non possiede la qualità per essere continuo in questo proposito strategico e allora ad un ritmo più basso il classe 2001 sudamericano va a nozze in manovra: per di più, il sudamericano sta pure vincendo praticamente il doppio dei punti in risposta rispetto a Rune.
Secondo Set: Rune cresce di livello, Navone si scioglie sul più bello
Alla ripresa agonistica, Rune alza il proprio livello mostrando meno up-and-down ma il ventunenne albiceleste è di una solidità disarmante: copre il campo straordinariamente, pungendo sempre al momento propizio. Il primo a costruirsi palle break è comunque il danese nell’ottavo game, però entrambe le occasioni di strappo vengono ben disinnescate dalla consistenza difensiva di Mariano. Si arriva al rush finale e le emozioni non si contano più: prima Holger commette un sanguinoso doppio fallo sul 5-5, 30-30; poi si consegna definitivamente con un serve&volley privo di senso che viene punito dalla risposta argentina bassa nelle stringhe delle scarpe.
Giunge così il momento della verità, e un Navone fin lì perfetto nella partita più importante della carriera sente la tensione: sul 6-5, 30-15 e servizio a due soli quindici dal successo inciampa commettendo i primi due doppi falli della suo match che segnano un contro-break che lascia un marchio indelebile – in un game dove ha messo una sola prima su 6. Al tie-break, non c’è storia: 7 punti a 2, si va al terzo con uno stato d’animo ben differente.
Terzo Set: Rune vola sul 5-1, sembra finita ma la Navoneta regala una parziale rimonta prima del punto esclamativo di Holger
Adesso è sceso in campo il Rune che conosciamo e che vorremmo sempre ammirare sul campo da tennis, inchioda l’argentino sulla diagonale bimane e i dividenti non tardano ad arrivare. La frazione decisiva è letteralmente dominata – almeno fino ad un certo punto – dallo spavaldo danese, che si procura già un match point in risposta sul 5-1 tuttavia deve fare i conti con l’atteggiamento invidiabile del rivale meno quotato; il quale sta dando tutto quello che ha e nonostante si sia ritrovato “inutilmente” ad una manciata di punti dal successo non ha smarrito nemmeno un granello di dedizione agonistica e concentrazione mentale.
E così, basta un niente che il match ribalta nuovamente le certezze che apparivano tali. Dal 5-1, Navone vince tre game consecutivi e si riporta a contatto. Dopodiché, il decimo gioco è un turbinio di adrenalina che riassume l’intero confronto. Uno scatenato Mariano raccatta tutto ciò che può e anche che non può, una fase difensiva da lottatore vero: cancella altri quattro match point, ma alla fine il riflesso volante di Holger sulla quinta chance gli vale il passaggio del turno.
Abbiamo appena assistito, di gran lunga, ai uno degli incontri più belli ed emozionanti di questi primi turni madrileni.
[18] S. Baez b. L. Van Assche 6-4 6-7(2) 6-3
Nel terzo match odierno in programma sul Campo 6 dell’impianto madrileno, la testa di serie n.°18 Sebastian Baez ha sconfitto in tre set il giovane francese Luca Van Assche. La partita si è risolta dopo tre ore di lotta, con il punteggio finale che recita 6-4 (2)6-7 6-3 in favore del tennista argentino. Ai sedicesimi di finale, il ventitreenne di Buenos Aires incrocerà il suo percorso con quello del finalista al recente ATP 250 di Monaco di Baviera: lo statunitense Taylor Fritz, che si è guadagnato l’accesso al terzo turno del torneo spagnolo battendo Luciano Darderi. Per il numero 1 di Argentina, dopo i KO all’esordio a Montecarlo e Barcellona per mano di Struff e Arnaldi, questo successo ai danni dell’allievo di Vincenzo Santopadre vale il ritorno alla vittoria sulla terra: affermazione sul rosso che all’ex n. 1 juniores mancava dal doppio trionfo consecutivo messo a segno nel mese di febbraio – durante la Gira Sudamericana – con i trofei del ‘cinquecento’ di Rio e di Santiago.
[13] U. Humbert b. B. van de Zandschulp 6-3 6-3
Nel quarto incontro di giornata sul Court n.6 della Caja Magica, il tredicesimo protagonista del tabellone maschile di Madrid Ugo Humbert ha gestito senza patemi l’impegno di secondo turno che lo vedeva contrapposto all’olandese Botic Van De Zandschulp: il 28enne orange si è arreso al termine di ottanta minuti di gioco, con lo score ribadito di 6-3 6-3. Al terzo turno, per il mancino francese ci sarà il fresco campione della piovosa Monaco Jan-Lennard Struff.
[23] J-L. Struff b. J. Munar 6-1 7-5
Dopo essere diventato il terzo più “anziano” neo-campione ATP, ormai Jan-Lennard Struff si è liberato della scimmia dal groppone. Sbloccatosi a quasi 34 anni nella fredda e casalinga Baviera, il colpitore teutonico parte alla grande nella difesa della finale di un anno fa: liquida lo spagnolo Jaume Munar per 6-1 7-5 in 1h26‘ di scontro. La ventitreesima testa coronata del Mutua Open ha sofferto qualcosina nel secondo set, ma il risultato finale non è mai stato in dubbio: il tedesco ha sfruttato a dovere le condizioni rapide del torneo, portando a casa 30 punti sui 35 iniziati con la prima, una percentuale pari all’86%. Adesso per lui, l’ostacolo al turno successivo si chiama Humbert: partirà favorito.
[4] A. Zverev b. B. Coric 6-3 6-2
Normale amministrazione ad aprire la sessione serale del Manola Santana, per il due volte vincitore del torneo Alexander Zverev: la testa di serie n.° 4 annichilisce Borna Coric 6-3 6-2 in appena un’ora e mezza di partita. Sascha rompe l’equilibrio trovando il break nel sempre dirimente settimo game, dopo aver tuttavia già avuto tre chances di strappo sul 2-2. Il doppio vantaggio nel nono gioco infine chiude i conti del parziale. Andamento simile anche nella seconda frazione, anche per il n.° 5 del mondo ottime percentuali in battuta con il 74% di prime in campo e l’81% di trasformazione senza dimenticare i 5 aces messi a referto (16-16, in perfetta parità winners e unforced; 9 non forzati in più rispetto agli 8 soli vincenti per il croato). Ai sedicesimi, affascinante scontro Zverev-Shapovalov.
[24] T. Griekspoor b. T. Daniel 4-6 6-3 6-4
Nel quinto ed ultimo match sul Campo 5, sono servite poco più di due ore di partita all’olandese Tallon Griekspoor per superare il nipponico Taro Daniel: 4-6 6-3 6-4 in favore del n.°24 del seeding. Doppia cifra di aces, 11, per il tennista dei Paesi bassi e l’81% di punti con la prima; bene anche la seconda palla di servizio con cui ha raccolto il 66% dei punti. Super prestazione dettata anche dai 45 vincenti, mitigati solamente da 15 non forzati. Dall’altra parte, 18-10 il bilancio giapponese. Per Tallon, al prossimo turno il sopravvissuto Holger.