Da Madrid, il nostro inviato
[7] A. Rublev b. [2] C. Alcaraz 4-6 6-3 6-2
Al netto del ranking che li vede vicini, del fatto che comunque Andrey Rublev sia un top 10, la sua vittoria nei quarti del Mutua Madrid Open contro il campione in carica Carlos Alcaraz rappresenta senza dubbio alcuno la sorpresa del torneo. Una partita giocata a ritmi altissimi dal russo, bravo a trovare sempre il modo di tenere vivo lo scambio senza permettere allo spagnolo il suo gioco di variazioni. Trova l’ottava vittoria in carriera contro un top 3, prima però dalle Finals 2022 contro Tsitsipas. Venerdì giocherà la sua ottava semifinale 1000, la settima in un diverso torneo, con il penultimo atto che manca solo a Roma e in Canada per completare questo importante set da top player. Che la dice lunga sul giocatore che è Rublev, efficace dall’inizio alla fine nonostante il pubblico completamente schierato dall’altra parte. Una battuta d’arresto inaspettata per Alcaraz, che dunque perderà ulteriori punti in classifica ma soprattutto, per la prima volta dal suo 18esimo compleanno (5 maggio 2021 contro Nadal), andrà via sconfitto da Madrid. A testa alta invece Andrey, che dopo mesi di tenebre ritrova uno spiraglio di luce.
Le dichiarazioni a caldo del russo: “Oggi il servizio mi ha salvato in tante situazioni, ma soprattutto penso che oggi sia stata una delle prime partite in cui sono riuscito a mantenere la calma per tutto l’incontro, nonostante all’inizio stessi perdendo. La chiave è che sono stato bravo a servire anche a seconda del tempo, perché all’inizio non stavo servendo bene e poi piano piano, dopo metà set, dopo un set, servivo meglio, e ho finito servendo veramente bene“. Bravo anche a districarsi quando gli viene ricordato come non vincesse una partita da più di un mese: “Meglio non pensarci. Questa settimana potrebbe andare meglio, e la settimana si potrebbe ripetere la situazione. Se pensi a come ho iniziato l’anno, in cui andava tutto bene, poi sei settimane senza vincere. Quindi è solo un momento, che capita a tutti. Ogni giocatore ha passato questi momenti, la cosa più importante è continuare a lavorare e migliorarsi“
“Non so chi sia il top 10 più difficile da battere, dipende dal momento e dal periodo della mia carriera. Perché in ogni momento stavo passando qualcosa di diverso. Il più difficile forse è stato Roger, perché è stato uno dei primi e non me lo aspettavo. Entravo come alternate e me lo ero dimenticato, mi segnai alle qualificazioni per vedere se fossi entrato o no e tutti mi dicevano che non avessi chance. Poi entrai, battei Wawrinka, Roger, per raggiungere i quarti. Una settimana da favola. Oggi è stato pazzesco, atmosfera fantastica“
Primo set: Alcaraz senza strafare, Rublev non tiene il ritmo
La prima palla break arriva già nel secondo game, ed è un Alcaraz che parte un po’ contratto e con qualche errorino a doverla affrontare. Con un buon servizio tiene lontano Rublev, che cerca di giocare in contenimento e di forzare molto con l’incrociato, sia di dritto che rovescio, evitando passaggi morti che permettano allo spagnolo di spezzare il ritmo e semmai chiamarlo a rete. Anche nello scambio emerge però la maggior tenuta dello spagnolo, con il russo costretto a giocare costantemente sovra ritmo e più incline all’errore. Nel quinto gioco arrivano un paio di omaggi della tds n.7, incartati da un gran passante di rovescio dello spagnolo che va a così a piazzare il primo break del match. Che risulterà poi essere decisivo nel prosieguo del parziale, chiuso da Carlitos senza particolari problemi al servizio, dove quasi mai Rublev è riuscito a far male, mostrandosi indietro nel palleggio sostenuto. Tanti errori anche con il dritto, quasi mai incisivo quanto servirebbe al russo per creare problemi ad Alcaraz.
Secondo set: calo di Alcaraz, Rublev ne approfitta e la porta al terzo
Inizio di secondo parziale: mondo rovesciato. Rublev ritrova lo smalto e spinge con più convinzione ma soprattutto precisione, forzando anche qualche errore di un Alcaraz che sembra più contratto. Arriva così il break a favore del russo, che confermerà annullando anche una palla dell’immediato rientro allo spagnolo, che paga la bassa conversione di prime nel game “incriminato”. La costante diventano gli errori di Carlitos, molto meno centrato, che anzi alle volte sembra lasciar andare i colpi, e di conseguenza sono tanti i regali per un russo molto più solido e a cui ormai basta tenere il servizio. Encomiabile però il n.3 ATP, che annulla addirittura tre palle del doppio break e rimane incollato alla partita chiedendo molto al rovescio (spinge con meno pesantezza il dritto). Non riesce però a completare l’opera, con Andrey che lo tiene a distanza annullando due palle del contro-break, lui sì sfruttando il dritto. E alla fine, a testa bassa, sempre gestendo con sicurezza la battuta, chiude meritatamente a suo favore il secondo set trascinando la partita al parziale decisivo, dove parte con il naso avanti.
Terzo set: c’è solo Rublev, di un Alcaraz forse non al top rimangono gli echi
Rublev apre il terzo quasi come meglio di come aveva vinto il secondo e di nuovo piazza un break immediato. Ancora viene sovvenzionato da un dritto troppo ballerino di Alcaraz, ma ci mette una bella mano piazzando un super lungolinea di rovescio sul punto decisivo. E si dimostra solidissimo anche al momento di respingere l’iniziativa altrui, con il servizio che non traballa mai, annullando due palle break a un Carlitos che si fa sotto in tutti i modi ma sembra aver smarrito la bussola della continuità dei colpi. E anche l’amata palla corta, i tagli, tutte le variazioni: poco usate, e con ancor meno fortuna. In un quinto game disastroso, in cui a Rublev basta giusto ributtare la palla di là arriva la definitiva resa dello spagnolo, che si consegna al doppio break. Che sa di inesorabilità. Rublev, nonostante il calore del pubblico spagnolo duri fino all’ultimo punto, chiude senza pietà lasciando due soli game in tutto il set al suo avversario, battuto per la prima volta in carriera. Una brutta versione di Alcaraz, troppo opaca, con il braccio destro da tenere forse ancora d’occhio. Rimangono gli applausi per il russo, encomiabile e autore di una delle migliori partite del suo 2024. E la finale, dovendo affrontare ora Fritz o Cerundolo, è molto più di una speranza.