Da Madrid, il nostro inviato
[7] A. Rublev b. [12] T. Fritz 6-4 6-3
Doveva essere il torneo di tutti. Di Alcaraz, Sinner, Medvedev, Zverev, Ruud…tutti fuorché di Andrey Rublev, che arrivava al Mutua Madrid Open con quattro sconfitte consecutive e un tennis bloccato al disastro di Dubai. Ma, come il calabrone che vola anche se non potrebbe per conformazione, il russo fa finta di non saperlo ed è lui il primo finalista in terra spagnola, dopo aver battuto Taylor Fritz in un’ottima semifinale, condotta con certezza. Per la quinta volta in carriera Andrey giocherà dunque una finale 1000, la prima dopo la sconfitta a Shanghai con Hurkacz, seconda su terra dopo il trionfo di Montecarlo. Ritorna dunque alla settima posizione del ranking, con la possibilità di arrampicarsi fino al n.6 in caso di trofeo dopo la finale di domenica, dove affronterà Lehecka o Auger-Aliassime, partendo da favorito. Anche per un curioso particolare: prima di oggi due volte Rublev e Fritz si erano affrontati in una semifinale 1000, a Indian Wells 2022 (torneo vinto da Fritz) e appunto a Montecarlo. Due indizi non faranno una prova…ma sicuramente un pensierino di gloria sì.
Primo set: Rublev, che solidità! Recupera il break immediato e piega Fritz
Il match si apre con un game da 7 minuti in cui Fritz, in termini di qualità del colpo il migliore dei quattro semifinalisti sul rovescio, da subito insiste sulla diagonale sinistra mettendo in difficoltà e costringendo all’errore l’avversario, che si scopre e concede il break immediato. Ma il russo legge bene il servizio avversario, e subito recupera lo svantaggio rimandando sempre palle profonde e pesanti, soprattutto quando si gira sul dritto e riesce a imporre un ritmo alto allo scambio costringendo l’americano ad accorciare. Sono tanti punti degni di nota andando avanti, con un Rublev che ben gestisce i ripetuti tentativi di variazione dell’americano, che prova a spezzare più volte il ritmo da fondo con palle corte o discese a rete, onde non dare punti di riferimento alla tds n.8. Giusto sottolineare la solidità mentale di Andrey, concentrato e consapevole di cosa fare in campo. Nel decimo game, come un fulmine a ciel sereno, trova una serie di risposte radenti la rete che impediscono di organizzare bene i colpi in uscita a Fritz, costretto a cedere a 0 battuta e soprattutto set. E Rublev è 6-0 nelle semifinali su terra dopo aver vinto il parziale d’apertura.
Secondo set: Fritz si spegne presto, Rublev ne approfitta. La finale è sua
Fritz riprova a piazzare il colpaccio in apertura, ma trova un Rublev versione guardiano, che con la mano del servizio annulla due palle break che comunque mostrano come in risposta l’americano sappia essere pericoloso se pizzica da subito la diagonale del rovescio. Stranamente, ed è questa la vera sorpresa di giornata, il n.13 al mondo sembra accusare problemi al servizio, con poco più della metà di prime messe in campo, una percentuale che dà modo al russo di crearsi spesso spiragli in risposta, potendo girarsi più comodamente sul dritto. E così infatti arriva il break nel secondo set, dopo un game di seconde ed errori da parte dell’americano, capitalizzato con un punto perfetto in cui ha cambiato l’inerzia con una terrificante bordata di dritto. E si rivela il punto di svolta dell’incontro, con Andrey che andrà a chiudere poco dopo al servizio senza problemi, dimostrando una calma e una scioltezza che potrebbero essere una svolta fondamentale per alzare ulteriormente il tiro della sua carriera.
Rublev: “Non sto a guardare il ranking dei miei avversari ma come stanno giocando in quel momento”
“Ho sbagliato qualche colpo di troppo a inizio partita.
Quando mi ha brekkato ho pensato ‘va bene, è solo l’inizio’. Sono riuscito poi subito a vincere i primi punti sul suo turno di servizio, ho giocato bene sulle palle break e poi sono entrato subito nella partita. In questo torneo mi sono sentito più forte fisicamente ma anche mentalmente. Le emozioni sono andate nella giusta direzione. Non mi vedo in finale da favorito o meno, comunque Felix è stato nei primi 10, Nel match precedente mi ha quasi battuto, ha avuto match point, e una volta contro di lui ho perso. Non guardo mai tanto il ranking, perché vedo come giocano, importa quello. Lehecka ha giocato molto meglio dell’ultimo periodo. Giudicare solo dal ranking può essere sbagliato.”