di Steve Flink, pubblicato il 20/05/2024 da Ubitennis.net
Da tempo ci si attende che Zverev vinca uno slam per la prima volta nella sua prestigiosa carriera. Finora ha vinto non solo sei Masters 1000, ma per ben due volte, nel 2018 e nel 2021, ha trionfato alle ATP Finals. Questo trionfo sulla terra rossa di Roma è un serio passo avanti per il tedesco 27enne che ha dimostrato di essere un giocatore prodigioso sulla terra battuta come lo è sul cemento.
Raramente, forse mai, in una finale su terra battuta mi è capitato di vedere una prestazione al servizio migliore di quella che Zverev ha sfoderato contro Jarry in questa occasione. Non solo non ha mai concesso una palla break, ma non si è mai trovato sul 40 pari. Complessivamente, Zverev ha conquistato 44 dei suoi 49 punti al servizio nei due set in undici game di battuta. Ha vinto 20 punti su 21 nel primo set e 24 su 28 nel secondo. Ha messo a segno l’80% delle sue prime di servizio e ha distribuito 6 ace e innumerevoli vincenti al servizio. La sua potenza, la sua precisione e la sua varietà direzionale sono stati straordinari.
Anche se il punteggio 6-4, 7-5 dà l’impressione di un match equilibrato, non è stato affatto così. Jarry è stato completamente dominato da Zverev da fondo campo e, nonostante alcune giocate stellari, soprattutto sul servizio, non è riuscito a mantenere un livello sufficientemente alto. È riuscito a vincere il 78% dei punti vinti con la prima di servizio, ma è sceso al 35% con i punti vinti con la seconda. In ultima analisi, la finale di Roma è stato più che altro una vetrina che ha messo in mostra la grandezza di Zverev. Troppo spesso Jarry è sembrato uno spettatore della sua stessa partita mentre Zverev lo smantellava con una precisione a dir poco clinica.
Il percorso del tedesco verso la finale era stato relativamente semplice. Dopo un bye al primo turno, ha affrontato il numero 70 del mondo, l’australiano Aleksandar Vukic, liquidandolo con un netto 6-0, 6-4. Ha poi superato 7-6 (3), 6-2 il nostro Luciano Darderi, faticando solo nel primo set. Negli ottavi di finale, Zverev si è sbarazzato agevolmente del portoghese Nuno Borges, numero 53 del mondo, con il punteggio di 6-2, 7-5. Forse la partita in cui Zverev ha offerto il tennis migliore prima della finale è stata la vittoria nei quarti di finale su Taylor Fritz, un giocatore che ha mostrato notevoli progressi sulla terra battuta in questa stagione. Zverev non ha mai dovuto annullare una palla break e ha inflitto al 26enne californiano un 6-4, 6-3, sfoggiando un’autorità quasi regale da fondo campo.
Solo in semifinale Zverev è stato davvero messo alle corde. Di fronte al talentuoso mancino cileno Alejandro Tabilo ha perso nettamente il primo set. Il secondo set è scivolato via senza break e si è deciso al tie-break. Dopo aver iniziato con un doppio fallo, Zverev è andato sotto 0-2 ma da lì, complice un avversario improvvisamente frenato dalla tensione, non ha più sbagliato niente e si è aggiudicato meritatamente il tiebreak 7-4. Il terzo set è stato senza storia, con Zverev mai in pericolo nei turni di servizio (16 punti vinti su 19) e capace di brekkare due volte Tabilo, il giustiziere di Novak Djokovic.
I due campioni che avevano dominato gli Internazionali d’Italia negli ultimi vent’anni sono stati entrambi eliminati dal torneo nella prima settimana senza tante cerimonie. Rafael Nadal, dieci volte re di Roma, è stato battuto 6-1, 6-3 al terzo turno da Hurkacz. Roma è il suo terzo torneo sulla terra battuta da quando è rientrato nel circuito in aprile a Barcellona.
A Barcellona, Nadal aveva perso al secondo turno contro De Minaur. A Madrid aveva vendicato quella sconfitta contro l’australiano ed era riuscito a vincere tre partite prima di essere spazzato via dal grande servizio e dai colpi esplosivi da fondo campo di Jiri Lehecka. A Roma, lo spagnolo ha vinto un match prima della sua sfida con Hurkacz. Nadal ha avuto cinque palle break nel gioco di apertura e Hurkacz ne ha avute due nel secondo gioco. Nessuno dei due ha brekkato e così si è arrivati ad un equilibratissimo1-1.
Pareva prospettarsi un incontro lungo e combattuto, ma il 27enne polacco si è spazzolato cinque giochi di fila per conquistare il primo set, salvando altre due palle break nel settimo gioco. Hurkacz è stato bravo ad alternare traiettorie alte con cui riusciva a tenere a bada e sbilanciare Nadal, per poi spingerlo all’errore picchiando colpi piatti. Nel secondo set, Hurkacz ha ottenuto subito il break e ha finito con il surclassare completamente Nadal. Con un altro break alla fine, il n. 9 al mondo ha chiuso 6-1 6-3 in scioltezza.
Il giorno dopo, Djokovic, sei volte vincitore degli Internazionali, è sceso in campo contro il cileno Alejandro Tabilo al terzo turno. Djokovic aveva giocato bene nel suo incontro di secondo turno contro il francese contro Corentin Moutet vincendo 6-3, 6-1. Ma all’uscita dal campo, era stato colpito alla testa da una bottiglia d’acqua mentre firmava autografi. Nonostante avesse avuto a disposizione un giorno libero per recuperare, quando è tornato a giocare contro Tabilo, il serbo è stato quasi irriconoscibile. Sconfitto 6-2, 6-3, Djokovic non ha mai raggiunto nemmeno un 40 pari sul servizio del cileno. Come se non bastasse, Djokovic, che ha subito quattro break nel corso del match, ha commesso tre doppi falli sulle palle break, tra cui uno sul set point nel primo set e un altro sul match point nel secondo. Tabilo è stato formidabile da fondo e al servizio, ma Djokovic è apparso svogliato, demotivato e addirittura disorientato. Alcuni osservatori, tra cui Jim Courier, hanno ipotizzato che Djokovic potesse aver subito una commozione cerebrale a causa dello strano incidente della bottiglia d’acqua, ma gli esami medici effettuati successivamente in Serbia hanno dato esito negativo.
Ora Djokovic si è iscritto all’ATP 250 di Ginevra questa settimana per cercare di mettere in cascina un po’ di tennis giocato. In tutto l’anno ha disputato solo 17 partite, vincendone 12. Ma nove di queste sono state all’inizio della stagione in Australia. Da allora, ha giocato solo otto partite. Sulla terra battuta, ha raggiunto la semifinale a Montecarlo, giocando quattro partite, ma ha saltato Madrid e sperava di ritrovare la forma a Roma.
Rendendosi conto che la sconfitta al terzo turno è stato un colpo alla preparazione per Parigi nonchè alla fiducia nei propri mezzi, Djokovic cercherà di rimettersi in pista a Ginevra. Con una buona prestazione, diciamo una vittoria o quantomeno una finale, il serbo si presenterebbe al Roland Garros con una sensazione molto migliore sulle sue possibilità di vincere il campionato mondiale sulla terra battuta per la terza volta in quattro anni e la quarta volta in carriera.
Come sono messi gli altri favoriti? È terribilmente difficile valutare Carlos Alcaraz o Jannik Sinner. Alcaraz ha saltato Montecarlo e Barcellona e probabilmente ha affrettato eccessivamente il rientro a Madrid, perdendo in alta quota contro Andrey Rublev nei quarti di finale. Poi si è visto costretto a saltare Roma. È chiaramente a corto di preparazione. Per quanto riguarda Sinner, ha giocato bene a Montecarlo prima di perdere in semifinale contro Tsitsipas. Ha raggiunto i quarti di finale di Madrid, ma si è ritirato prima di giocare contro Felix Auger-Aliassime a causa di un infortunio all’anca.
Alcaraz e Sinner torneranno a pieno regime a Parigi? Ho i miei dubbi, ma resta il fatto che Sinner è stato il miglior giocatore del mondo quest’anno: ha conquistato il suo primo slam a Melbourne agli Australian Open, l’ha impreziosito con i titoli a Rotterdam e soprattutto Miami, vincendo complessivamente 28 partite su 30 nel corso della stagione. Alcaraz è uscito da una lunga crisi per difendere con successo il suo titolo a Indian Wells, ma saltare quasi tutta la parte di circuito sulla terra battuta sulla strada per Roma ha sicuramente compromesso la sua preparazione e il suo ritmo partita.
Darei Zverev leggermente favorito per vincere il suo primo torneo del Grande Slam al Roland Garros. Se Djokovic riuscirà a dare una svolta questa settimana e a riaccendere il fuoco nel suo gioco, non c’è motivo per cui non possa ritrovare la vittoria al Roland Garros. Lo considero il secondo favorito. Per rispetto verso il talento innato di Alcaraz e l’inconfondibile agio con cui è capace di destreggiarsi sulla terra battuta, lo vedo come il terzo con maggiori probabilità di successo, con Sinner subito dietro. Ammesso che arrivino in forma e in grado di giocare ai loro massimi livelli.
Tsitsipas e Casper Ruud vanno considerati seri pretendenti al titolo. Tsitsipas ha già sconfitto Medvedev e Zverev nel 2021 per raggiungere la finale del Roland Garros, e poi si è ritrovato in vantaggio di due set contro Djokovic prima di perdere al quinto dopo una battaglia tremenda. Ruud è stato finalista nelle ultime due edizioni degli Open di Francia, inchinandosi a Nadal nel 2022 e a Djokovic un anno fa. Entrambi hanno iniziato magnificamente questa stagione sulla terra battuta, con Tsitsipas che ha sconfitto Ruud nella finale di Monte Carlo e Ruud che ha ribaltato il risultato nella finale di Barcellona. Di certo saranno protagonisti da seguire al Roland Garros.
Dove si colloca Nadal in questo quadro? Sarà sicuramente più ispirato nella sua casa lontana da casa di quanto non lo sia stato negli altri tre tornei che ha giocato sulla terra battuta prima del Roland Garros, ma ci vorrà uno sforzo monumentale per il 14 volte vincitore dell’Open di Francia per tornare ad essere il re. Con un discreto sorteggio, potrebbe arrivare agli ottavi di finale o forse ai quarti, ma anche questo sarà un compito difficile per lui dopo tutto quello che ha dovuto affrontare dal punto di vista fisico negli ultimi due anni. Nadal compirà 38 anni il 3 giugno. Se in qualche modo riuscisse a vincere ancora una volta a Parigi, sarebbe il risultato più strabiliante della sua immensa carriera.
La battaglia per la supremazia sulla terra battuta al Roland Garros sarà feroce. I principali contendenti saranno altamente motivati a ottenere il successo. Il campione in carica sarà all’inseguimento del 25° titolo del Grande Slam. Inevitabilmente, alcuni giocatori di talento saranno pronti ad emergere, mentre altri saranno determinati a riemergere. Aspetto con ansia di vedere come si dipanerà la storia e scoprire chi sarà l’ultimo uomo rimasto in piedi nella capitale mondiale della terra battuta.
Traduzione di Kingsley Elliot Kaye