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F. Fognini b. B. van de Zandschulp 6-1 6-1 7-5
Fabio Fognini si prende la rivincita dell’unico scontro diretto, proprio al Roland Garros due anni fa, al secondo turno, battendo 6-1 6-1 7-5 Botic van de Zandschulp o almeno il suo fantasma, considerando quanto mostrato dall’olandese per la quasi totalità del match, certo condizionato da un problema alla caviglia sinistra per il quale ha anche chiesto l’intervento del fisioterapista.
Bravo Fabio a non strafare quando l’altro regalava e ancora di più nei rari momenti in cui le improvvise fiammate olandesi avrebbero potuto coglierlo impreparato e magari innervosirlo – rischio tipico quando l’avversario dal nulla si mette a giocare e tu che hai colpito sì e no quattro palle di fila in due set non ricordi neanche perché sei lì. Rischio che stava per materializzarsi nel finale del terzo set e gli indizi in tal senso c’erano tutti: le due chance del 5-1 non convertite (la prima con lo scambio in controllo), il game di risposta sul 5-2 non giocato à la Isner e i due match point svaniti nel decimo game.
Superata la sofferenza del game vinto per il 6-5, il nostro ex numero 9 del mondo ha ripreso convinzione chiudendola prima di un tie-break che si annunciava pieno di incognite. Fognini festeggia così il suo 37° compleanno di venerdì scorso anche sul campo guadagnando il secondo turno contro Tommy Paul.
Primo set – Van de Zandschulp pressoché assente, Fognini in controllo con un filo di gas
Botic lascia che sia Fabio a partire in battuta, vede svanire il 30-40 dietro a una buona prima e finisce per ritrovarsi sotto 0-2. Fognini gioca un game sbadato, ma Van de Zandschulp non riesce ad agganciare perché il nostro ritrova subito la concentrazione, dimostra di possedere sempre un gran tennis in un paio di occasioni ma soprattutto rimane continuo, si prende (parecchio) spazio in risposta per rimandarne di là il più possibile anche se non sempre nel migliore dei modi. Insomma, gestisce la faccenda con il minimo sforzo finché l’altro continua a non riuscire a entrare in partita. Non ci riesce e il primo parziale se ne va indolore, 6-1 per l’azzurro.
Secondo set – Olandese ancora non pervenuto, c’è anche il MTO
Si ricomincia con Botic che perde il quarto servizio su quattro praticamente senza giocare, non trova bene gli appoggi e i colpi risultano imprecisi. Fabio consolida il vantaggio e l’olandese tiene finalmente una battuta; al cambio campo, traffica con la cavigliera che ha sulla sinistra, perde altri due game e chiede, ottenendolo, un MTO. Il fisio gli fascia la caviglia belle stretta, impossibile dire quanto senta fastidio e quanto faccia la paura di peggiorare, ma è piuttosto evidente che il problema lo limiti.
Fognini riparte concedendo lo 0-40 – probabilmente, il classico “non devi distrarti” che si auto-avvera al contrario – ma risale vincendo anche lo scambio più lungo del match finora, issandosi sul 5-1. Nonostante quasi non ci stato il tempo per scaldarsi o trovare le giuste sensazioni, il taggiasco fa vedere un altro paio di cose che riconciliano con il tennis, mentre Van de Zandschulp chiude la frazione con il doppio fallo.
Terzo set – Qualcosa si muove lato Olanda, pure troppo. Ma non abbastanza
Il parziale si apre con del tennis, Botic tiene il suo game, Fabio fa cose belle ed efficaci, trovando rapidamente le giuste sensazioni quando l’altro cerca il tutto per tutto con il rischio di complicare la faccenda. Dura tre game questo tentativo olandese, perché al nostro basta un passantone per strappare l’altrui servizio, confermando poi con noiosa facilità per il 4-1.
Van de Zandschulp rimane in scia annullando due palle consecutive del doppio break (quelle che “uhm, speriamo non si debba rimpiangerle”) e Fognini va a servire sul 5-3 aprendo con il doppio fallo e subendo la pressione olandese che significa contro-break. Ora però, sul 4-5, Botic ha per la prima volta qualcosa da perdere, l’azzurro concede con il rovescio lungolinea (l’unico neo della serata) ma arriva a match point, annullato da un caricone profondissimo.
Altro punto del match, Botic gira attorno alla palla per colpire di dritto lasciando tanto spazio alla sua destra, quasi a sfidare l’altro a rischiare il colpo che non sente – Fabio raccoglie la sfida e sbaglia. Ancora due punti ed è 5 pari.
L’ex n. 22 ATP ora c’è, nulla viene più facile e tenere l’undicesimo game richiede qualche patema di troppo, ma per fortuna il dritto azzurro continua a filare che è una meraviglia. È il momento di vincerla, facile a dirsi ma evidente anche a farsi (per Fognini) che due volte prende il campo all’avvarsario. La discussione per un doppio fallo chiamato e poi corretto non condiziona il Fogna che trova comunque lo 0-40 e sfonda con il dritto quando mancano quattro minuti allo scoccare delle due ore di gioco.
Come detto, al secondo turno è atteso dal n. 14 del ranking Tommy Paul, battuto nel 2019 nel Masters 1000 canadese, ma ora in grande fiducia in forza della semifinale di Roma raggiunta battendo anche Medvedev e Hurkacz.