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Carlos Alcaraz non finisce mai di stupire: dopo la durissima battaglia vinta contro Jannik Sinner in semifinale, il numero 3 del mondo (2 da lunedì) ha vinto ancora in cinque set nell’atto conclusivo del Roland Garros. 6-3 2-6 5-7 6-1 6-2 il punteggio con cui lo spagnolo ha battuto Alexander Zverev, alla sua seconda sconfitta in altrettante finali Slam disputate, e ha messo le mani sulla preziosissima coppa del Major parigino, quella che un certo Rafael Nadal possiede quattordici volte nella sua bacheca. Si tratta del terzo titolo Slam della carriera per Alcaraz, che aveva già conquistato i trofei dello US Open 2022 e di Wimbledon 2023. Tre titoli e tutti su superfici diverse: a 21 anni e 35 giorni, il nativo di Murcia è diventato il più giovane giocatore di sempre ad ottenere un successo Slam su terra, erba e cemento (prima di lui l’australiano Lew Hoad aveva ottenuto il suo terzo Slam differente a 21 anni e 7 mesi, quando il professionismo ancora non esisteva).

Alcaraz è il settimo tennista in grado di vincere un Major su ogni superficie di gioco (e lo fa col minor numero di Slam disputati, 13): prima di lui Jimmy Connors, Mats Wilander, Andre Agassi, Rafael Nadal, Roger Federer e Novak Djokovic. E non è finita qui, perché l’iberico è anche il settimo a vincere tutte le prime tre finali Slam della sua carriera, dopo Roger Federer (l’unico ad aver fatto meglio con sette vittorie nelle prime sette), Jimmy Connors, Bjorn Borg, Stefan Edberg, Gustavo Kuerten e Stan Wawrinka.
Insomma, si sarà notato che parliamo di un giocatore eccezionale e precocissimo, in grado di compiere, così giovane, imprese che in pochissimi hanno portato a termine nel corso della loro intera carriera. Vincere i propri primi tre Slam su tre superfici differenti è anche qualcosa di davvero raro: nessun uomo ci era mai riuscito prima e tra le donne solo Hana Mandlikova e Serena Williams possono vantare questo traguardo. Con tre titoli, inoltre, lo spagnolo ne ha già più in bacheca di tutti gli uomini nati negli anni ‘90 insieme: di essi, infatti, solamente Dominic Thiem (US Open 2020) e Daniil Medvedev (US Open 2021) ne hanno conquistato uno. Si potrebbe proseguire all’infinito citando tutti i pazzeschi dati riguardanti questo speciale trionfo di Alcaraz, che già due anni fa era diventato il più giovane numero uno al mondo della storia del tennis.
Un giocatore in grado di dar il meglio di sé in quasi tutte le circostanze e soprattutto quando il gioco si fa duro. 3-0 nelle finali Slam, 5-1 nelle finali Masters 1000 (avendo avuto match point contro Djokovic anche nell’unica persa) e soprattutto un clamoroso record di 11-1 nelle partite terminate al quinto set, alcune delle quali di capitale importanza e contro avversari mostruosi: la finale dello scorso Wimbledon contro Novak Djokovic, la semifinale dello US Open 2022 contro Frances Tiafoe, semifinale e finale di questo torneo contro Sinner e Zverev. L’unico a batterlo? Matteo Berrettini 7-6 nell’Australian Open 2022.
E se il nome di Alcaraz è ben impresso nel libro dei record del tennis mondiale, lo è ovviamente anche per quanto concerne il tennis spagnolo: tra i suoi connazionali, infatti, solo Rafael Nadal (22), Manolo Santana (4) e Arantxa Sanchez Vicario (4) hanno conquistato un maggior numero di titoli Slam. Un tennista sensazionale e che tornerà, non appena il prossimo ranking diverrà ufficiale, al secondo posto della classifica mondiale. Prima di lui ci sarà solo Jannik Sinner, e sarà dunque la prima volta che la Top 2 del ranking ATP sarà interamente occupata da giocatori nati dopo l’anno 2000.
Michele Larosa