Re Sinner adesso vince anche sull’erba (Leonardo Iannacci, Libero Quotidiano)
Una domenica da annotare negli almanacchi del nostro tennis e non solo per la clamorosa doppietta azzurra maturata sull’erba spelacchiata dell’ATP 500 di Halle. Jannik Sinner ha vinto il primo torneo sull’erba e il 14esimo della sua ancor giovane avventura agonistica mentre la coppia formata da Bolelli-Vavassori ha trionfato in doppio. Se Lorenzo Musetti non avesse ceduto all’americano Tommy Paul nell’altra finale in programma, ai Queens londinesi, la domenica sarebbe stata stupefacente anche se è stata ugualmente notevole perché trattasi di risultati (due trionfi e una finale) ottenuti sulla superficie sino a pochi armi fa avversa ai nostri tennisti. Ma in questo 2024 le cose sono cambiate in modo radicale visto che nell’imminenza di Wimbledon, le cui qualificazioni iniziano oggi, la forza propulsiva dei nostri azzurri sul verde è diventata una certezza. Alla 18esima finale in carriera, la prima sull’erba, Sinner è riuscito a superare uno specialista qual è Hubert Hurkacz, tra l’altro uno dei suoi migliori amici nel circuito. Con la 38esima vittoria, contro 3 soli ko nel suo spaziale 2024, il nostro amabile rosso di Sesto Pusteria si presenta così a Church Road come numero 1 del ranking mondiale e grande favorito per la conquista dello slam londinese che, quest’anno, è davvero alla sua portata stante la forma precaria di Nole Djokovic dopo l’intervento al ginocchio e il punto interrogativo su Carlitos Alcaraz, uscito subito dai Queens. La finale di ieri ha suggerito un sacco di cose buone su Jannik. Per esempio che il
servizio, tallone d’Achille sino allo scorso anno, è migliorato in modo consistente. Non raggiunge la potenza e la velocità degli specialisti (il
pistolero Hurkacz fra quesiti) ma, in quanto a perfezionare e costanza, è ora un’arma micidiale sui campi in erba. Il primo set è stato un duello rusticano con il polacco, fatto di scambi corti e chiusi in poche battute. Nessuno dei due, né Jannik né Hubert, hanno ceduto il servizio: decisivo così il tie-break, vinto da Sinner per 10-8. Stesso discorso nella seconda frazione: hanno comandato le prime palle e un nuovo tie-break ha stampato l’esito finale di Halle. Questa volta non c’è stato equilibrio: sotto gli occhi di papà Hanspeter, Jannik è partito con il turbo, si è portato subito sul 5-2 e ha conquistato il torneo tanto caro a Roger Federer che sceglieva sempre l’appuntamento tedesco per pulire il fucile in vista della campagna di Wimbledon. […] La domenica azzurra, dicevamo, era iniziata bene con Simone Bolelli e Andrea Vavassori che hanno conquistato il titolo del doppio grazie alla vittoria ottenuta contro i
tedeschi Kevin Krawietz e Tim Puetz: due tie-break (7-6, 7-6) hanno consentito al 38enne bolognese e al 28enne torinese, cinici dopo una partita volata via sul filo dell’equilibrio, di aggiungere una bella pagina al loro 2024. Rimpianti, dopo un torneo dei Queens positivo, per Lorenzo Musetti: sul centrale del club dedicato alla famiglia reale britannica, il carrarino non ce l’ha fatta contro il muscolare americano Tommy Paul che ha vinto in due set. Ingiocabile l’americano nel primo (6-1), grande
equilibrio nel secondo perso da Musetti, che domani sarà numero 25 del mondo, ceduto al tie-break. Lorenzo, però, pensa ora a Wimbledon
con un carico di certezze in più.
Felicità Musetti, in testa il figlio (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
C’è un momento, alla fine di ogni tragedia, in cui l’eroe finalmente comprende, apre gli occhi ed esclama: «Ora ho capiti», intuendo quale fosse il bivio da prendere, quale la decisione sbagliava e cosa occorresse per far prendere alla storia un epilogo diverso. E Lorenzo Musetti, sconfitto ieri in finale al Queen’s da Tommy Paul (6-1, 7-6(8)), se lo sarà ripetuto più volte durante quel secondo set in cui ha sciupato un set
point che, se convertito, avrebbe forse fatto virare il match verso un risultato diverso. Ma era ormai troppo tardi. C’era stato prima un primo set da ricucire e da ripensare, attanagliato dalla paura e dalla tensione, in
cui il carrarino era apparso lontano parente del giocatore che per una settimana era riuscito a ribaltare le sorti di match in salita (De Minaur) e gestirne altri forte di una superiorità, che partita dopo partita, aveva trovato nell’erba la sponda ideale per confermarla. Per fortuna, qui
di tragedia non si tratta, ma di una finale persa contro un rivale che ha saputo fin dal principio far valere il peso del suo gioco, sostenuto da un servizio (6 ace e quasi 180% di punti dalla prima) che alla lunga ha finito col soffocare estro e iniziative di Lorenzo. Tempo per rifarsi ce ne sarà. E
se le cinque posizioni guadagnate nel ranking possono sembrar poche, le due settimane trascorse sul verde concluse con una semifinale a Stoccarda e una finale a Londra, offrono a Musetti informazioni preziose dalle quali ripartire per consolidare un gioco che sul verde a lui invece risulta spontaneo. […] La vergogna non l’entra nulla, la sua reputazione Musetti l’aveva già riaffermata grazie ai suoi ultimi due tornei. Occorrerà invece ragionare, in vista di Wimbledon, su quali possano essere i correttivi da adottare per rendere ancor più concreto il suo gioco su questa superficie, fluido e istintivo, ma non ancora completamente redditizio viste le qualità di cui dispone. Il futuro è dalla sua, e le cicatrici di alcune sconfitte, se ben elaborate, si cancellano in fretta “Complimenti al mio team, alla mia famiglia che non era qui ma nu ha
sostenuto alla tv. Dedico questa settimana speciale al mio picccolo Ludovico”. Servisse dell’ispirazione, Musetti sa dove cercarla.
Bolelli-Vavassori da urlo. I numeri uno ora sono loro (Stefano Semeraro, La Stampa)
Prima di Sinner la coppa all’Atp 500 Terra Wortmann Open – insieme
ad un assegno da 138 mila euro – l’hanno alzata loro, il Bole e il Vava, Simone Bolelli e Andrea Vavassori, da oggi ufficialmente numeri 1 del
mondo (proprio come Jannik) nella Race di doppio, la classifica che somma solo i risultati dell’anno solare e guida alle Atp Finals di Torino.
Due set a zero (7-6 7-6) ai temibili teutonici Krawietz e Puetz, e secondo titolo vinto insieme dopo quello di Buenos Aires a febbraio, il primo
sull’erba per Vavassori, il 18esimo in carriera per Bolelli. Soprattutto il timbro su una Ditta, tecnica e umana, che funziona a meraviglia e
ha già in valigia anche due finali Slam, a Melbourne e Parigi. […]
Bolelli è rientrato a Monte-Carlo e raggiungerà il compagno nei prossimi giorni a Londra. Dove, come Jannik, insieme saranno fra i favoriti del Torneo. Italiani, gente da erba.