Al Challenger 100 di Verona (terra battuta), giunto alla quarta edizione e sempre organizzato dalla VK Events di Viktor Galovic, erano ovviamente tanti gli italiani in tabellone, ben 11 cui vanno aggiunti i 9 che non hanno superato le qualificazioni. La parte del leone l’ha fatta il lombardo Federico Arnaboldi che, sempre accompagnato dal cugino e coach Andrea, conferma le buone sensazioni di quest’ultimo periodo (finale a Casinalbo di Modena) e, partendo dalle qualificazioni, approda ai quarti di finale. Dopo le vittorie nel tabellone cadetto contro il russo (ma da tempo si allena in Italia) Kirill Kivattsev e l’argentino Gonzalo Villanueva, ha esordito nel main draw eliminando prima un altro qualificato, il bulgaro Petr Nesterov (n.413) e poi, dominando a zero il terzo set, il ben più pericoloso francese Ugo Blanchet (n.145 e ottava testa di serie). Nei quarti gli tocca ora il 20enne peruviano Gonzalo Bueno (n.273 ATP). Il match non è semplice perché Bueno in questa stagione è molto cresciuto e ha un ottimo bilancio di 26/17, comunque inferiore a quello dell’azzurro (33/16) che non ha quindi motivi per non essere ottimista. Le belle notizie dallo Sporting Club Verona (bravi tra parentesi ad aggiungere ogni anno un tassello per rendere il circolo sempre più accogliente) finiscono purtroppo qui. Infatti ha perso all’esordio Samuel Vincent Ruggeri, il nostro favorito, che ha concesso la rivincita a Richard Gasquet, sconfitto appena due settimane fa a Trieste, manifestando forse un po’ di stanchezza dopo una stagione per lui molto lunga e ricca di soddisfazioni. Non meglio è andata a Gianluca Mager (6-4 7-5 da Jesper De Jong) ed Enrico Dalla Valle che ha ceduto in tre set al 19enne lituano Vilius Gaubas (n.257 ATP). Fuori anche Marco Cecchinato, Stefano Travaglia e Andrea Picchione che hanno ceduto rispettivamente a Pellegrino, Dellien e Krajnovic.Esordio con sconfitta anche per i fratelli Schiahbasi, Lorenzo e Matteo che avevano ricevuto una wild card in considerazione del fatto che ora si allenano proprio qui. Entrambi non hanno nemmeno fatto in tempo a mettere in luce il loro talento e, su un palcoscenico per loro ancora troppo grande, hanno mostrato tutti i difetti della loro giovanissima età, rispettivamente 18 e 17 anni. Nel secondo turno Jacopo Berrettini cedeva con un doppio 6-3 alla violenza dei colpi del georgiano Nikoloz Basilashvili che sarà anche molto sceso in classifica (ora è n.443) ma quando c’è da colpire forte non si tira certo indietro. Stessa sorte per Francesco Maestrelli, vincitore qui nel 2022, che, dopo un promettente esordio contro il forte argentino Pedro Cachin (n.188 e prima testa di serie), si è fatto impallinare in tre set dall’ecuadoregno Alvaro Guillen Meza (n.229). Sciagurata infine la sconfitta di Andrea Pellegrino che contro il qualificato tedesco Max Hans Rehberg (20 anni e n.416) ha dato una dimostrazione pratica di come si possa buttare via una partita già vinta. Non sapremmo infatti come definire altrimenti un match dove sei avanti 6-3 5-2 e hai sulla racchetta ben quattro match point. A quel punto al tennista di Bisceglie è venuto un braccino terrificante e il giovane Max sembrava improvvisamente la controfigura di Sinner, mal di gola a parte.
Al Challenger 125 di Zug (terra battuta) inaspettata sconfitta di Matteo Gigante, che pur fregiandosi della seconda testa di serie, si è fatto buttare fuori al primo turno dall’australiano Omar Jasika (n.237 ATP), non certo un fulmine di guerra. Dobbiamo confessare che il tennista romano ha sempre la capacità di lasciarci senza parole, esattamente come quel giorno di quattro anni fa quando lo vedemmo giocare per la prima volta e sentimmo come suonava la racchetta quando colpiva col suo magico rovescio. Da quel giorno sono stati molti i suoi alti e bassi, tante volte è sembrato sul punto di una definitiva consacrazione che in realtà stiamo ancora aspettando. Sinceramente non capiamo cosa si agiti nella mente del 22enne romano per i cui i Challenger dovrebbero ormai essere niente più che una bella palestra da cui spiccare finalmente il balzo in top 100. E invece, al netto delle due belle vittorie di inizio stagione a Tenerife e Nonthaburi, si trasformano troppo spesso in insidiose sabbie mobili.
Giovanni Fonio si era spinto nel grande nord per il Challenger 75 di Tampere (Finlandia, terra battuta), ma purtroppo non ha avuto nemmeno il tempo di disfare i bagagli perché lo spagnolo Javier Barranco Cosano (n.227 e quinta testa di serie) l’ha rispedito a casa col punteggio di 7-6(5) 6-2.
Esito ugualmente sfortunato per la trasferta di Fabrizio Andaloro che in Spagna, al Challenger 50 di Segovia (cemento), è stato subito fermato (6-4 6-3) dall’esperto russo Egor Gerasimov (n.253 ATP).