Occhi puntati sulla stella statunitense, Ben Shelton, da cui ci si aspetta un grande risultato per l’edizione 2024 dello US Open. Il giovanissimo atleta americano sarà impegnato nel primo turno contro Dominic Thiem, vincitore a Flushing Meadows nel 2020 e giunto ormai all’ultimo slam statunitense della sua carriera. Ecco le parole di Shelton:
D. Nella sua carriera hai già ottenuto ottimi risultati negli Slam. Credo che tu ne abbia giocati solo otto: quarti di finale in Australia nel tuo secondo torneo, e poi semifinale l’anno scorso, che è stata la tua quinta apparizione. Vorrei che riflettessi su quanto significhi per te avere questo livello di successo, soprattutto perché, come dici tu, non sei ancora il giocatore che pensi diventerà negli anni a venire. Avere questo successo così presto, quando non sei ancora il tennista che vorresti essere, cosa significa per te in termini di fiducia?
Ben Shelton: “Sì, significa molto. Per me, che sono un’agonista, significa ancora di più, perché penso che più di ogni altra cosa, tre set su cinque siano un test competitivo e fisico. È una guerra. È un po’ diverso rispetto a due set su tre. Penso che ci sia molto di più a cui pensare. Se si è disposti o se si è in grado di andare fino in fondo in un match di cinque set. Questa è una delle cose che amo dei Grandi Slam e che credo mi aiuti a eccellere a livello di Grande Slam. Quindi sì, ogni volta che posso giocare in questo formato tre su cinque, preferibilmente quando non gioco anche in doppio, credo di giocare bene”.
D. C’è qualche motivazione o ispirazione dietro l’idea di essere un uomo americano che vince un titolo del Grande Slam? È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che il Paese ne ha vinto uno. Questo aspetto è presente nella sua mentalità?
Ben Shelton: “Non direi proprio che mi entra in testa. Penso che il graduale miglioramento della classifica dei giocatori americani negli ultimi tre o quattro anni sia una prova della direzione che stiamo prendendo. Penso che sia inevitabile avere un campione del Grande Slam proveniente dal nostro Paese. Non so quando sarà o chi sarà. Certamente ho un sacco di obiettivi per me stesso, ma credo che il più importante sia il lavoro quotidiano, i piccoli miglioramenti, il processo, questo è ciò su cui mi concentro e penso che sia importante per me individualmente e per noi”.
D. Avversario di primo turno, ex campione, ultimo Grande Slam della carriera, è in qualche modo speciale?
Ben Shelton: “Sì, credo che per essere una partita di primo turno ci sia sicuramente un po’ di hype. Mi piace giocare in queste partite importanti. Mi dispiace che sia l’ultimo Grande Slam di Domi, perché quando iniziavo ad appassionarmi al tennis, era uno di quelli che spaccava in TV. Ogni singola settimana. Ma sì, credo che ogni volta che si affronta un ex campione in un torneo, soprattutto in un Grande Slam, sia un’esperienza speciale e una sfida difficile. Ha ottenuto il trofeo qui alla fine delle due settimane, cosa che, sapete, non molte persone al mondo possono dire di aver fatto. Non vedo l’ora di cogliere questa opportunità e sono entusiasta di iniziare. Penso che i fan apprezzeranno questo tipo di incontro e, sì, mi immergerò in tutto ciò”.
D. Un anno fa, ovviamente un grande passo avanti, due settimane meravigliose per te. Mi chiedo, cosa diresti che è rimasto più impresso nella tua mente del torneo dell’anno scorso?
Ben Shelton: “Penso che da queste esperienze si impari molto su come riprendersi al meglio da un duro incontro di cinque set, su come riuscire a dormire dopo aver giocato la sessione notturna qui. Come ogni campo giochi in modo diverso, sia che tu stia giocando sul Grandstand, sul Court 10 o sull’Arthur Ashe. Penso che ci siano molte cose a cui pensare, a seconda della situazione in cui ci si trova. Se sei una persona che non è testa di serie e magari gioca la maggior parte delle partite su un campo esterno, fai un grande percorso e poi all’improvviso giochi contro uno dei
uno dei più grandi sullo Stadium, dove non sei mai stato lì prima. Penso anche che più si è bravi, più si è capaci di mettersi in quelle situazioni favorevoli in cui, giocare su un campo con un tetto sopra la testa e
non ci si deve preoccupare del ritardo della pioggia, si sa
in che giocherai in orario, che non dovrai raddoppiare le partite o giocare due giorni di fila perché non hai finito una partita. Sono molte le cose che rendono questo sport divertente, interessante e difficile allo stesso tempo.”