Nella serata italiana di venerdì 6 settembre, Jannik Sinner ha scritto un’altra pagina di storia del tennis italiano. Con il successo sull’amico Jack Draper in tre set, quando quest’ultimo non ne aveva perso nemmeno uno prima della semifinale, l’altoatesino si qualifica per la seconda finale in stagione, in seguito alla conquista del titolo all’Australian Open 2024. Al termine della sfida il suo coach Simone Vagnozzi è stato intercettato in zona mista, dove ha risposto ad alcune domande sul match. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.
Luca Baldissera: Tutto come previsto? Qualcosa vi ha sorpreso? Jannik ha dovuto trovare soluzioni che non vi aspettavate?
Simone Vagnozzi: “No, penso che la partita sia stata quella che ci aspettavamo, con scambi abbastanza lunghi a parte quando l’altro serviva vicino alle righe, dal momento in cui batte molto bene. Secondo me entrambi erano molto tesi, si vedeva nei primi due set, c’è stato qualche errore che di solito non fanno. Jannik secondo me all’inizio dello scambio andava molto bene, mentre esitava quando doveva fare qualcosa in più. Però sapeva anche che Draper normalmente fa un po’ di fatica, quindi portare lo scambio un po’ più in là serviva per farlo andare a servire più stanco. Era tutto previsto nel piano tattico“.
D: Tra queste due finali Slam come lo hai visto cambiare?
Simone Vagnozzi: “Sicuramente sta crescendo come uomo. Le cose belle e le cose difficili ti aiutano a fare esperienza. Sicuramente in Australia c’era un po’ di freschezza in più. Qua arriva da n. 1 al mondo e ha sulle spalle la sensazione di essere il favorito. Jannik però sta gestendo benissimo questa situazione”.
D: Perché gli scappava così il dritto?
Simone Vagnozzi: “Penso che sia stata una questione di tensione. Sai magari sei un po’ più teso, arrivi piano con i piedi. Paura in vista della finale? Ogni partita è diversa, con Draper aveva giocato l’ultima volta tre anni fa, era un nuovo match. Chiunque dei due arrivi in finale avrà tensione. Alla fine in questo sport chi la gestisce meglio sono quelli più forti“.
Ubaldo Scanagatta: A Rotterdam sono venuto a vedere gli allenamenti, mi sembra che siano cambiate delle cose come il rovescio ad una mano, servizi con una strategia diversa. È vero che avete cambiato qualcosa?
Simone Vagnozzi: “Quello che ci poniamo come team è cercare di evolvere sempre e naturalmente cerchiamo di gestire gli allenamenti in base agli avversari. Quello che abbiamo fatto in questi due anni è di fare in modo che Jannik non giochi solo su sé stesso, ma anche sull’avversario. Con gente più indietro in classifica può bastare concentrarsi su sé stesso, con i migliori bisogna lavorare sui punti deboli dell’avversario“.
Luca Baldissera: Che partita preferiresti preparare? Contro Fritz o contro Tiafoe? Jannik non ce lo ha voluto dire
Simone Vagnozzi: “Non ve lo dico neanche io (ride n.d.r.). Sono due partite completamente diverse. Fritz serve meglio, Tiafoe sa fare più cose. Speriamo finisca in cinque set il loro incontro”.