Gruppo C- Zhuhai (Cina)
USA b. Cile 2-0
Gli Stati Uniti si aggiudicano lo scontro continentale con il Cile per 2-0, ponendo dunque il sigillo alla loro prima vittoria nel Gruppo C di Zhuhai. La squadra capitanata da Mike Bryan ha dato riprova di essere une delle corazzate di questa manifestazione, probabilmente il team più profondo insieme agli azzurri dell’intera Davis. Basti infatti pensare che si sono presentati in Cina privi dei loro primi cinque tennisti, stando alle attuali classifiche: il fresco finalista di Flushing Meadows Taylor Fritz (n.7), Tommy Paul (n.13), Sebastian Korda (n.15), Frances Tiafoe (n.16 ATP) e Ben Shelton (n.17). Sono stati così rispolverati per l’occasione McDonald e Opelka, lasciando invece a casa altri 3 Top 100 come Giron, Michelsen e Kovacevic.
Alla vigilia, il confronto appariva ben più equilibrato: anzi, il team guidato da Nicolas Massù presentandosi con due Top 30 come Tabilo e Jarry sembrava perfino leggermente favorito. Tuttavia, questi erano discorsi legati principalmente al ranking: visto che con un tale formato che in sostanza dà alla luce un campionato del mondo indoor, gli statunitensi con la versione dell’ultimo periodo di Nakashima – reduce dagli ottavi newyorchesi – un bombardiere come il ragazzone di St. Joseph o un appuntito agonista solido e regolare come Mackenzie potevano dormire sonni tranquilli.
Inoltre, la scelta del capitano cileno di affidarsi a Garin preferendolo al nipote di Fillol – quest’ultimo con una striscia aperta di 7 sconfitte consecutive dalla finale di Roma – ha forse ulteriormente sottratto ai sudamericani ulteriori chances di successo poiché quantomeno Nicolas avrebbe potuto reggere meglio una sfida a suon di aces.
Questo di Zhuhai è stato il sesto confronto – solamente però il secondo negli ultimi 46 anni – nella storia della Coppa Davis fra queste due nazionali: il bilancio recita 6-0 per Team USA, che ha trionfato anche nel 1972, 1973, 1978, 2006 e 2011. Nel loro ultimo tie, tredici anni fa con in campo l’attuale Capitano States, gli statunitensi Andy Roddick, John Isner e i gemelli Bryan si imposero in trasferta sulla terra di Santiago per 4-1 negli ottavi del World Group.
R. Opelka b. C. Garin 6-3 4-6 7-6(3)
Gli Stati Uniti vincono il primo rubber di questa seconda sfida del Girone C, grazie ad una grandissima prestazione del rientrante Reilly Opelka che sfrutta alla perfezione la sua superiore adattabilità al veloce indoor per sconfiggere con lo score di 6-3 4-6 7-6(3) il numero 2 cileno Cristian Garin.
Il gigante del Michigan non prendeva parte ad un tie di Coppa Davis dalle Finals del 2021, dove fu battuto da Lorenzo Sonego nella fase a gironi disputata al Pala Alpitour di Torino. E’ ritornato a competere nel circuito lo scorso 15 luglio sull’erba di Newport centrando subito una semifinale dopo praticamente due anni di inattività: si era infatti “fermato” ad agosto 2022 in quel di Washington – dopo il KO agli ottavi subito per mano di Kyrgios – per poi giocare un solo match (vinto contro il connazionale Kudla) nell’intero 2023 peraltro a livello Challenger. Ora però l’ex numero 17 del mondo sembra essersi messo definitivamente alle spalle l’operazione all’anca e il successivo infortunio al polso, questa vittoria ne è un’ulteriore conferma.
Nel primo set, a fare la differenza è stato il break inferto a freddo dall’attuale n. 309 ATP. Il finalista di Toronto 2021 si è difatti aggrappato al suo portentoso servizio e non ha concesso nessuna chance di rientro, se si esclude il secondo game del parziale quando per confermare lo strappa appena ottenuto Reilly ha dovuto fronteggiare i vantaggi, prima di sigillare la frazione nel nono gioco con un secondo turno di battuta sudamericano scippato dalla grinfie cilene. Alla ripresa della contesa, a farsi sorprendere in avvio questa volta è stato lo statunitense che concedendo le prime due palle break della sua partita ha visto il rivale prendere la testa delle operazioni. Il ventottenne di Arica, trovatosi finalmente per la prima volta in vantaggio si è sciolto maggiormente esprimendo un tennis qualitativamente migliore di quanto fatto vedere sin lì: sul 3-3, si è addirittura guadagnato una doppia possibilità consecutiva di salire 5-3 e servizio a disposizione. Ma il 27enne nordamericano si è ribellato a questo esito, mantenendosi quantomeno in scia. Tuttavia nel nono gioco Garin, in battuta per pareggiare i conti, ha posto fine al set, nonostante abbia clamorosamente rischiato di riaprirlo: si è dapprima maledettamente complicato la vita, ma poi vincendo quattro punti consecutivi dal 15-40 ha regalato al pubblico cinese un terzo e decisivo confronto.
Giunti alla frazione finale, entrambi hanno fatto grande affidamento al fondamentale d’inizio gioco che ha dato sfogo ad un parziale estremamente equilibrato che non poteva non terminare al tie-break. Nel set regolare, tuttavia, a soffrire di più è stato Opelka che si è visto costretto a dover annullare una palla break nel settimo game al contrario di un Cristian ai limiti della perfezione con un solo turno di servizio (il secondo del set) ad essersi rivelato laborioso con la conclusione ad oltranza.
Ciononostante, il gioco decisivo è a senso unico in favore dello statunitense che volando rapidamente sul 5-1 mette già in cassaforte con qualche minuto d’anticipo l’1-0 per Team USA: il matematico riconoscimento di tale risultanza giunge al secondo match point per 7 punti a 3.
B. Nakashima b. A. Tabilo 7-6(5) 2-6 7-6(3)
La Nazionale detentrice del maggior numero di trofei, 32, nella competizione chiude la pratica Cile già al termine dei singolari. Un derby americano che si ci attendeva più livellato, se non perfino più favorevole alla formazione sudamericana classifica alla mano, ha visto gli uomini guidati da Mike Bryan vincere ambedue le sfide di singolare al terzo set e contro ranking. Difatti, a dare seguito al successo di Opelka, ci ha pensato Brandon Nakashima che ha consegnato il punto del 2-0 e di conseguenza la vittoria nel tie, avendo la meglio del numero uno cileno Aljeandro Tabilo per 7-6(5) 2-6 7-6(3) in quasi tre ore di furibonda lotta.
Il ventitreenne di San Diego sta vivendo un momento di forma eccezionale, per cui questa sua affermazione se si considera lo stato psicofisico attuale abbinato alle condizioni di gioco – un terreno di scontro che certamente avvantaggiava il giocatore di origini asiatiche piuttosto che il mancino nativo del Canada – non sorprende in alcun modo. Il numero 40 del mondo ha mostrato pienamente l’eccezionale dose di fiducia di cui è attualmente in possesso, giocando con una sana incoscienza tutti i punti più importanti. Non è infatti un caso che si sia intascato i due parziali vinti, al tie-break, perdendo invece nettamente il secondo. Durante il set d’apertura, difatti, sono andati in scena quattro games ai vantaggi e si sono materializzate cinque diverse opportunità di break – 3 per Brandon, 2 per Alejandro – cifre non banali per un match 2/3 su una superficie che valorizza così tanto i servizi. Nonostante queste occasioni, nessuno scossone si è però consumato prima del 6-6 dove un Nakashima incontenibile è scappato via incredibilmente sul 6-1 prima di attorcigliarsi su stesso stesso e vincere il set soltanto al quinto set point.
La seconda frazione, invece come detto, è stata dominata dal n. 22 ATP che ha reagito immediatamente al parziale perso in volata strappando subito la battuta al californiano. Il break iniziale si è presto tramutato in un 5-1 con due turni di servizi ceduti dal classe 2001 sui 3 disputati. Tabilo, a quel punto, si è costruito svariate chances per far concludere il set già nel game di riposta – il settimo del parziale – ma lo spirito della Davis ha pervaso Brandon portandolo a sbriciolare 6 diversi set point: quattro nel gioco in questione, di cui i primi 2 consecutivi, quinto e sesto in battuta sul 5-2 dopo essere scivolato sotto 0-40. Ma la settima ghiotta opportunità si è rivelata fatale per lo statunitense: il capofila della squadra di Nicolas Massù ha potuto così rimandare ogni discorso al set finale, quando erano già andate in archivio poco meno di un paio d’ore di partita.
Nel set conclusivo, il due volte ottavofinalista Slam ha vissuto solamente un unico piccolissimo momento di difficoltà: sul 1-1, quando da 40-15 si è fatto rimontare fino alla parità per poi però venirne fuori brillantemente senza offrire palle break. Agli antipodi, il numero di brividi occorsi al cileno prima del gran finale: Alejandro nel sesto game è uscito indenne dalle sabbie mobili di un turno di battuta che avrebbe potuto costargli carissimo, rientrando anche in maniera fortunosa dallo 0-40 e agganciando l’avversario sul 3-3 dopo aver frantumato nel complesso un poker di break point. Se ciò non bastasse, se l’è dovuta vedere anche con un’oltranza nell’ottavo gioco. Arrivati dunque al deciding game, a spuntarla ancora una volta è stato Nakashima che ha piazzato l’accelerazione vincente sul 3-3, portandosi a casa gli ultimi quattro punti del match.
Australia-Francia: 2-1 (a cura di Fabio Barera)
Nel Gruppo B della Coppa Davis 2024 a partire meglio è l’Australia, che supera per 2-1 la sempre temibile Francia. Il primo incontro di giornata ha visto Thanasi Kokkinakis, n. 78 dal ranking ATP, superare a sorpresa l’emergente francese Arthur Fils in due tie break 7-6(4) 7-6(3). Match praticamente sempre equilibrato tra i due e decisosi sul filo dei punti nei due atti conclusivi dei set. Il punto del pareggio a ‘Les Bleus’ lo ha consegnato Ugo Humbert, n. 18 del mondo, che non ha lasciato scampo ad Alexei Popyrin, colui che ha eliminato Novak Djokovic dallo US Open 2024. Il 26enne transalpino, infatti, ha rifilato un secco 6-3 6-2 al suo avversario in poco meno di 1h 13‘. A quel punto è risultato decisivo il doppio. In campo sono scesi quattro specialisti, Matthew Ebden e Max Purcell da una parte, Pierre-Hugues Herbert e Edouard Roger-Vasselin dall’altra e qui si è vista la differenza tra chi in passato ha giocato insieme, vincendo anche uno Slam, e chi no. Ad avere la meglio, infatti, sono stati i tennisti aussie per 7-5 5-7 6-3. In attesa di Repubblica Ceca-Spagna, quindi, ad essere in testa nel girone è la formazione oceanica.