Da Berlino, il nostro inviato
A Londra, nel 2022, la coppia da sogno cadde nella sera degli addii contro il duo tutto americano Sock/Tiafoe. Due anni dopo a Berlino, Laver Cup 2024, diversi attori ma situazione simile: il doppio tutto americano di Taylor Fritz e Ben Shelton ha battuto la miglior coppia possibile per l’Europa, l’unione tra i n.2 e 3 al mondo Alexander Zverev e Carlos Alcaraz. Il campo indoor ha messo i freni allo spagnolo, peggiore in campo, spesso in ritardo e non sicuro su colpi appartenenti al suo repertorio. Mentre ha risaltato il mostruoso servizio del Resto del Mondo, trainato da uno Shelton bravissimo a domare la competizione con colpi ad effetto e soliti siluri in battuta, fondamentali per evitare scambi lunghi a loro sfavorevoli.
E così, per la seconda volta nella storia della competizione, per la prima con una vittoria a testa per sessione, la prima giornata si conclude in parità. Il doppio è stato infatti preceduto dalla rocambolesca vittoria di Grigor Dimitrov su Alejandro Tabilo, nel match più bello del giorno. Grande equilibrio e tanto spettacolo, ottime premesse dunque per un weekend che andrà in crescendo, e che pone un importante avviso a Bjorn Borg: il Team World ha vinto 14 doppi su 19 dall’istituzione dell’evento, dunque sarà fondamentale per gli europei avere la meglio nei singolari. E che non sempre unire i migliori basta per formare una coppia vincente. Specie contro due statunitensi, anche senza Tiafoe, inizialmente annunciato come compagno di Shelton, oggi impegnato come primo tifoso della sua squadra.
T. Fritz/B. Shelton (Team World) b. C. Alcaraz/A. Zverev (Team Europe) 7-6(5) 6-4
Le aspettative alte non vengono inizialmente del tutto rispettate in una Uber Arena che dopo i troppi sediolini vuoti del singolare inizia a presentare sempre meno spazi e sempre più entusiasmo. Presto strozzato però dai soliti carneadi americani, che trovano il break di vantaggio nel quarto game del primo parziale, ai danni di Alcaraz. Paga la tattica di puntare su Zverev sotto rete, sicuramente il più impacciato nel duo del vecchio continente. Paga molto meno però cercare lo scambio da fondo, come dimostra il nono game, quando Fritz vacilla al momento di servire per il set e un dritto di Zverev alla sua maniera punisce il team rosso. Il tie-break però prolunga solo il parziale, ricalcando l’esito annunciato, con Fritz e soprattutto Shelton, migliore dei 4 tra bombe al servizio e ottima resa a rete, vincenti per 7 punti a 5. Si fa sentire una prestazione un po’ sottotono, specie nel gioco di volo, di Alcaraz.
Nel secondo parziale si rispetta un maggiore equilibrio, per quanto la barriera alzata da Shelton con il proprio servizio appaia invalicabile. Si mantiene costante il tasso di spettacolarità, con qualche errore più che altro in manovra ma con un buon numero di scambi intriganti, che tengono vivo l’interesse del pubblico davanti a un punteggio sì equilibrato, ma che ha visto anche gli americani risalire da 15-40 nel quarto game. Gli unici spauracchi di un parziale godibile, dove entrambi i team hanno potuto applicare le rispettive strategie. Ma nel momento meno atteso, in un sereno nono game, il punteggio subisce una definitiva impennata. Sul servizio di Zverev Shelton e Fritz si fanno sotto con insistenza e, di sciabola e fioretto, con un dritto di Ben mal giudicato da Sasha e risultato vincente, si prendono il break. Che, in un ennesimo dominante game al servizio di un fantastico Shelton, risulterà decisivo.
G. Dimitrov (Team Europe) b. A. Tabilo (Team World) 7-6(4) 7-6(2)
(Roman Bongiorno)
La superfice costringe chi è chiamato a rispondere alle grandi fatiche: Tabilo con la curva mancina, Dimitrov con lo slice a uscire, azzerano nei primi giochi le chance per chi non serve. La prima palla break la conquista il cileno, bravo a sfruttare la discesa della percentuale di prime palle del suo avversario. Il bulgaro annulla, ma un bruttissimo gratuito in rete a campo aperto lo mette spalle al muro, costretto a difenderne una seconda. Forza le battute con coraggio, e risale in parità. Il match scorre via liscio, game dopo game… Poche, pochissime, occasioni offerte alla battuta, con entrambi capaci di variare le traiettorie mantenendo un’alta percentuale. Il tiebreak è l’inevitabile epilogo. Minibreak e contro minibreak, la partita sembra non volersi decidere. Il primo a concretizzare, però, è chi durante il parziale è forse stato meno continuo: Grigor Dimitrov vince un punto in risposta, mantiene il vantaggio e un gratuito del cileno lo manda a sedere in vantaggio di un set.
Nonostante un inizio in cui il set ben giocato, ma perso, sembri pesare sulle spalle del cileno, le occasioni subito sprecate dal bulgaro ribaltano l’inerzia: alla prima chance Tabilo conquista il game in risposta, trafiggendo mentalmente l’avversario. In campo fra i due, sembra esserci un abisso: Grigor sbaglia tanto, fatica al servizio e si concede al doppio break di un Tabilo aggressivo e deciso. Che, avanti 5-1, non concede niente, almeno fino al momento di dover servire per il set. L’europeo ha un’altra occasione, Tabilo trema: recuperato uno dei due break. Nuovamente al servizio per il set, ha la palla per chiudere: risposta incredibile di Dimitrov, parità, palla break, e cinque pari. Alla fine si giunge al tie-break, e Grigor appare fisicamente sofferente. Ciononostante continua a lottare su ogni palla, fra una smorfia di dolore e l’altra, in difficoltà dopo ogni punto: guarda il punteggio, sa che deve resistere ancora un po’. Alejandro è infatti in totale confusione, conscio di star giocando un tiebreak in un set che era già suo. E allora arriva un altro minibreak, 5-1 a favore di Dimitrov che, al primo matchpoint trionfa completando una clamorosa rimonta.