NON SOLO TENNIS – Perchè a Natale si ferma il campionato? Ci sono troppe squadre in Serie A. Fossero meno ne guadagnerebbe la Nazionale. Rino Tommasi invoca la formula con 16 squadre.
Le vacanze di Natale hanno smesso di piacermi dai tempi ormai lontani delle scuole elementari. Poi il lavoro e lo sport, fortunatamente coincidenti per una scelta che ha lasciato un po’ di spazio solo agli obblighi ed agli affetti famigliari hanno spesso avuto la precedenza.
Mio padre mi ha trasmesso la passione per lo sport insegnandomi come la Olimpiadi fossero più importanti del campionato di calcio. Il tennis ed il pugilato mi hanno aiutato a mantenere in equilibrio i miei interessi sportivi poi integrati dalla maniacale lettura dei molti libri che occupano buona parte della mia abitazione romana.
Tutto questo non mi ha impedito di riservare al calcio, la malattia sportiva più diffusa nel nostro Paese, la giusta attenzione. Non ho mai capito ad esempio perché il campionato si debba fermare per due settimane nel periodo più caldo, ma anche più freddo, della stagione.
Per quanto riguarda il campionato sarebbe stato meglio che la questione scudetto rimanesse aperta fino all’ultima giornata. E’ fin troppo evidente che la formula più giusta per la nostra serie A sarebbe quella con 16 squadre che lascerebbe più spazio alla nazionale. Vale la pena ricordare come il nostro campionato sia nato nel 1929 con 18 squadre che sono diventate 16 nel 1935.
Poi il campionato si è fermato per la guerra. E’ ripreso nel 1946 con 20 squadre che eccezionalmente sono diventate 21 nel 1947 per far posto alla Triestina mantenuta nella massima serie per ragioni di opportunità politica.
Nel 1951 si è tornati alle 18 squadre fino al 1988. Nel 2003 ecco l’irragionevole allargamento a 20, ma già si parla di tornare nel 2015 alle 18. Sarebbe opportuno che i dirigenti del calcio smettessero di giocare con i numeri.
Personalmente credo che 16 sia la formula migliore ma temo che si cambierà ancora. Intanto gli stadi si svuotano.