L’ultima settimana va così. L’ultima settimana della regular season dell’ATP, si intende, e va così da quando non si finisce più con Parigi-Bercy con tanto di pausa prima delle Finals, ma (dal 2020) si tira dritto con (quest’anno) i “250” Metz e Belgrado. Ad essere finito è invece Parigi-Bercy nella sua storica sede. Ma in che senso “va così”? Essendo i due eventi validi per un posto all’immediatamente seguente torneo dei Maestri, si iscrivono tutti quei tennisti ancora in gioco, salvo poi cancellarsi se le speranze svaniscono (o si materializzano) nel corso del Rolex Paris Masters. E ne sono svanite parecchie, con l’élite del tennis mondiale incapace di scavalcare un Novak Djokovic che neanche gioca. Concentriamoci però sul Moselle Open, dal momento che di Belgrado abbiamo parlato qui.
Come il torneo vinto da Sascha Zverev ha fatto apprezzare a molti un “1000” da una settimana, con incontri di ottimo livello fin dal primo turno e senza pause, anche a Metz si va di fretta – le Finals iniziano domenica, quindi qui finale sabato – e già il lunedì offre sei match, il doppio del solito.
Cinque francesi in gara, e partiamo proprio da un derby, perché a giocarlo c’era il classe 2006 Theo Papamalamis, nativo proprio di Metz. Numero 721 ATP e 13 ° del ranking junior (semifinale a Wimbledon), Theo era al suo esordio in un main draw del Tour, ma ciò che ha reso speciale la sua presenza è come se l’è guadagnata, dal momento che la wild card ricevuta era per il tabellone cadetto dove ha perso subito. In apertura abbiamo parlato non a caso di forfait dell’ultimo minuto e, appunto, ecco chi ha rinunciato: Holger Rune, obiettivamente il solo ancora in corsa per Torino fino alla sconfitta parigina, afflitto dal mal di schiena, Facundo Diaz Acosta (malato), il finalista di qualche ora prima Ugo Humbert (schiena, parte bassa), Arthur Cazaux (coscia) e Arthur Rinderknech (malato). Fanno cinque e nell’ultimo turno di qualificazione c’erano quattro match, con i relativi sconfitti entrati tutti come lucky loser. Per il quinto, si è così andati indietro, al primo turno, e a quanto pare era rimasto solo Papamalamis, che aveva sì salutato e ringraziato con tanto di post su Instagram, ma essendo di Metz… Insomma, proprio quello che era successo a Jaqueline Cristian al WTA di Ningbo. E, come in quel caso, la fortuna maggiore non è del lucky loser, bensì di chi lo incontra, in questo caso del qualificato Quentin Halys che lo ha sconfitto 6-3 6-1 in sessantaquattro minuti.
Spostiamoci però sull’impresa di giornata: Richard Gasquet, che ha battuto in rimonta Thiago Monteiro per quella che è diventata la sua 606esima (!) vittoria nel circuito maggiore ma la prima dal Roland Garros. Certo, il brasiliano è numero 100 e le superfici rapide non sono esattamente il suo pane (anche se a Bologna in Davis non sfigurò), ma Richard è ormai ai saluti finali e una vittoria in terra francese fa sempre bene (ancor più significativa se si pensa che ben 20 anni fa Gasquet disputava la finale in questo torneo).
In più, è arrivata annullando due volte un match point – lo stesso match point. Succede che al tie-break del terzo set, sotto 5-6 e (seconda di servizio), il trentottenne di Beziers scatena il rovescio e si procura una palla comodissima alta e sopra la rete che infatti chiude. Sfortunatamente per lui, però, un attimo prima del suo colpo era arrivata la chiamata out del giudice di linea (quella del corridoio) sul recupero di Monteiro, il quale chiede la verifica (e la chiede anche Gasquet, lasciando l’arbitro perplesso). La palla è buona e si deve (correttamente) rigiocare il punto che Gasquet “aveva vinto”, con le virgolette perché il gioco era stato fermato dalla chiamata. Non facile mentalmente, ma Richard pareggia, sorpassa e chiude dopo un paio di rincorse con il rovescio vincente 4-6 6-4 7-6(6) in due ore e venti.
Per quanto riguarda gli altri match di giornata, oltre alla vittoria del nostro Lorenzo Sonego (anche lui su un lucky loser), Norrie è tornato a vincere un match ATP dopo tre mesi e mezzo di digiuno (l’ultimo successo nel circuito risaliva a Bastad) battendo Carballes Baena in tre set (3-6 6-4 6-3). Battibecco alla stretta di mano (e anche dopo), con Carballes parecchio adirato perché Cameron gli ha gridato un paio di “come on” in faccia (e il passante facile fallito sul match point non deve aver aiutato a rasserenare lo spirito spagnolo). Norrie se la vedrà adesso con Dimitrov. Pierre-Hugues Herbert ha giocato il suo terzo incontro della stagione in un tabellone principale del Tour, dopo quello da wild card al Roland Garros e un altro guadagnato superando le qualificazioni a Stoccarda. Qui è entrato come – indovinate un po’ – lucky loser (12 francesi su 16 nelle quali) e dopo due ore e mezza ha avuto ragione di Pedro Martinez 6-3 3-6 7-6(4). Successo in rimonta anche Jan-Lennard Struff, che guadagna il secondo turno ai danni di Alexander Shevchenko, 3-6 6-4 6-4.