Avrei tanto voluto raccontare di Bolelli e Vavassori in semifinale. Lo avrebbero meritato per l’annata straordinaria che hanno vissuto. E che ci hanno fatto orgogliosamente vivere. Sarebbe stato il coronamento di un’annata memorabile e francamente imprevedibile. Imprevedibile almeno fino a quando conquistarono a sorpresa la finale dell’Australian Open (battuti da Bopanna-Ebden) e si convinsero che il traguardo delle Atp finals a Torino si poteva raggiungere. La finale in un altro Slam, al Roland Garros, battuti dagli stessi avversari da cui hanno perso ieri, i n.1 del 2024 Arevalo e Pavic, ha dato loro altro carburante per sognare un traguardo che il trentanovenne Bolelli aveva già raggiunto parecchi anni fa (con Fognini), ma Vavassori mai e riuscirci a Torino sarebbe stato ancor più meraviglioso.
Ma Arevalo e Pavic non si sono commossi di fronte a questi romantici traguardi e, proprio nel giorno in cui sono stati incoronati n.1 del 2024, hanno battuto i nostri per la quarta volta su quattro. Le loro tre precedenti vittorie erano arrivate sulla terra rossa e questo aveva fatto sperare i nostri.
Adesso questa sconfitta, accompagnata a quella patita con i tedeschi Krawietz e Puetz e alle due in Coppa Davis a Bologna con i brasiliani Matos-Melo e con gli olandesi Koolhof-Van de Zandschulp metteranno inevitabilmente un sacco di dubbi nella testa di Filippo Volandri, il capitano azzurro che proprio oggi deve diramare le convocazioni per Malaga.
Inutile nascondersi dietro un dito: lo straordinario percorso di Bolelli e Vavassori dice che abbiamo due ottimi specialisti del doppio, una specialità che soprattutto con il killer point e un tiebreak al posto del terzo set, è spesso una sorta di roulette russa. Ma si tratta anche di una specialità che da anni viene disertata dai migliori singolaristi. Non si può fingere di ignorarlo. Per classifica ATP il miglior singolarista che gioca anche il doppio è l’australiano Jordan Thompson, n.26, che è anche n.3 in doppio. Anche Shelton, Bublik, Zhang e Machac si esibiscono ogni tanto anche in doppio. Ma restano eccezioni alla regola generale. E allora, soprattutto dopo queste quattro sconfitte invero poco rassicuranti, è inevitabile che gli addetti ai lavori si chiedano: ma su un eventuale 1 a 1, per un doppio certamente carico di straordinaria responsabilità e pressione, sarebbero da schierare perché più forti Vavassori e Bolelli oppure Sinner e un altro tennista?
Come si fa a lasciare fuori il miglior tennista del mondo se fosse riposato e si dichiarasse disponibile a giocare anche il doppio?
L’altro tennista…ma quale? Potrebbe anche essere uno solo della coppia Vavassori-Bolelli, ma certo si tratterebbe di una coppia assolutamente improvvisata. Quindi anch’essa tutt’altro che ideale. Se sposi l’idea che un buon singolarista sia migliore di un doppista specializzato, allora forse devi essere coerente. E pensare allora magari a Sinner accoppiato a un altro singolarista classificato fra i primi 17 del mondo (Musetti), i primi 35 (Berrettini), i primi 53 (Sonego)…
Immmaginatevi di dover schierare un doppio decisivo nella finale di Coppa Davis contro la Spagna, contro Nadal e Alcaraz, a Malaga e con 10 mila persona a tifare España. Roba da far tremare gambe e polsi anche al tennista più esperto e navigato. Chi mettereste in campo voi? Io mi espongo apertamente e dico Sinner tutta la vita, sempre che Jannik ovviamente se la sentisse. Lo dico qui sapendo di dare un grosso dispiacere a Bolelli e Vavassori che sono due ragazzi straordinari, adorabili. Cui sono sinceramente affezionato. E che stimo anche come tennisti, pur ritenendoli – questo sì e spero che non si offendano – entrambi più limitati di Sinner. Di questo Sinner più recente, sia chiaro. Non del Sinner di un anno e mezzo fa. Oggi chi glielo strappa il servizio a Sinner fra i doppisti in circolazione? E chi risponde meglio di lui? Lo so bene che il doppio non è solo servizio e risposta. Ma nel mio piccolo il doppio credo di conoscerlo bene. Servizio e risposta sono importantissimi, quando sono solidi come li ha Jannik.
Intanto, per prima cosa si dovrà vedere quali singolaristi convocherà Volandri. Sulla carta, per classifica e rendimento di quest’anno, i singolaristi sarebbero, alle spalle di Sinner…, certamente Musetti e Berrettini. Ma forse il miglior singolarista-doppista per far coppia con Sinner sarebbe Lorenzo Sonego: Jannik e Lorenzo batterono un anno fa a Malaga Griekspoor-Koolhof e Djokovic-Kecmanovic. Due coppie non trascendentali, ma neppure da buttar via. Djokovic proponeva proprio il dilemma nel quale ci stiamo dibattendo: meglio uno specialista del doppio o un grande singolarista? Il duo Sinner-Sonego ha una logica: Sinner può sfondare con servizio e risposta, ma poi ha bisogno di un compagno che si muova con grande agilità a rete, che intercetti con prontezza per sfruttare le sue cannonate di servizio come di risposta. In questo quindi al fianco di Sinner che cannoneggia da fondocampo vedrei meglio Sonego piuttosto che Bolelli che gioca il doppio più da fondo che a rete. E, scartando sia Sonego sia Bolelli, allora Musetti piuttosto che un Berrettini spesso troppo statico sotto rete. Oppure devo scindere la coppia Bolelli Vavassori? Allora forse opto per Vavassori che per Sinner mi pare il partner tecnicamente più adatto, anche se il torinese fra tutti è quello più inesperto e che più di tutti potrebbe soffrire l’emozione.
Alla fine però di tutto ciò, i posti sono solo 5, non 6. La scelta di Volandri non è davvero facile. Convocare Sonego per poterlo schierare in doppio vorrebbe dire – portando a Malaga il duo Vavassori-Bolelli che sembra inscindibile– dover rinunciare o a Musetti o a Berrettini. Ma se Musetti e Berrettini stessero entrambi bene e desiderosi di andare a Malaga, sarebbe un rischio troppo grosso lasciare uno dei due a casa e presentarsi con due soli singolaristi. E se poi fra una partita e l’altra uno dei singolaristi si fa male… che si fa? Fra l’altro, nell’ipotesi probabile ma non scontata che l’Italia batta l’Argentina nei quarti, ecco che semifinale ed eventuale finale si giocherebbero nell’arco di 24 ore, sabato e domenica. Una rosa ampia di singolaristi, almeno tre, sembra dunque proprio indispensabile. A questo punto mi piacerebbe davvero sapere che cosa ne pensa Sinner, perché in fondo è a lui che potrebbe toccare di giocare singolo e doppio. E se dovesse giocare il doppio credo dovrebbe essere lui quello che si sceglie il partner con il quale pensa di trovarsi meglio. Sonego lo ha provato. Gli altri no. Ma se Sonego non c’è…chi altro Jannik potrebbe scegliere? E su quali basi? Sarà interessante seguire gli allenamenti per capire le alternative. E sarà interessante anche capire se Volandri interpellerà Sinner. E anche quando. E sapremo mai quel che, se interpellato, Sinner gli dirà?
Un bel grattacapo. Ma consoliamoci ricordando che fino a non molti anni fa, la squadra di Coppa Davis era formata da soli quattro giocatori. Ora che ne possiamo scegliere cinque vorremmo averne sei. I i tifosi di Cobolli e Arnaldi ne vorrebbero avere sette o otto. Non siamo mai contenti. Qualcuno dirà: che bello avere problemi di abbondanza. E’ un detto. Ma non è sempre vero.