Siamo arrivati al punto in cui non esistono parole sufficienti a descrivere con efficacia quanto ricco di successi sia stato il 2024 di Jannik Sinner, soprattutto dopo aver conquistato le ATP Finals di Torino senza concedere neanche uno spiraglio ad alcuno degli avversari affrontati nel torneo che mette a confronto gli otto migliori tennisti della stagione. Nessun set perso come solo Ivan Lendl nel 1986 aveva fatto prima da quando esiste il formato attuale dell’evento con la fase a gironi, ma è proprio questa la cavalcata più dominante di sempre nel torneo dei maestri: 34 i game concessi dall’italiano nel corso della settimana, numero più basso mai fatto registrare da un campione alle ATP Finals.
Il 6-4 6-4 messo a referto in finale contro Taylor Fritz non ha fatto che evidenziare la netta superiorità dell’altoatesino nei confronti del resto dei giocatori quest’anno. Il numero 1 del mondo, che chiude l’anno con 11.830 punti (sarebbero stati oltre 12.000 considerando anche quelli di Indian Wells), ha un record di 70 vittorie a fronte di sole 6 sconfitte: una percentuale di 92,11% che non si vedeva nel tour dal 2015, quando Novak Djokovic mise a referto un 93,18%. Ma anche il dato assoluto di 70 successi è straordinario, numero che fu Andy Murray nel 2016 (78) l’ultimo a raggiungere.
L’azzurro è dominatore assoluto soprattutto sul cemento, superficie sulla quale si sta iscrivendo in liste destinate solo ai migliori tennisti della storia. Vincere Australian Open, US Open e ATP Finals nello stesso anno era riuscito soltanto ai mitici Roger Federer (2004, 2006, 2007) e Novak Djokovic (2015, 2023) prima di lui, con il 23enne di Sesto che diventa il più giovane di sempre nel completare questa impresa. È impressionante anche la sua capacità di sconfiggere i migliori giocatori del mondo con una regolarità disarmante. Sinner ha, infatti, ottenuto 11 vittorie contro tennisti Top 5 in stagione: per fare un confronto con altri grandi della racchetta, lo stesso Federer è arrivato massimo a 11 (2004), mentre il record di Rafael Nadal è di 12 nel 2013 (numero che, tra l’altro, Sinner potrebbe eguagliare battendo Taylor Fritz o Carlos Alcaraz nelle Davis Cup Finals di questa settimana).
Allargando il discorso dai Top 5 ai Top 10, Sinner ha conquistato 17 successi contro questa categoria di avversari in stagione, anche questa una statistica che lo proietta nell’élite del nostro sport: da quando l’ATP Tour è stato creato nella sua forma attuale nel 1990, soltanto Nadal (2008, 2013), Federer (2004, 2006, 2007, 2014) e Djokovic (2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2023) erano stati in grado di ottenerne così tante nell’arco di dodici mesi. Superato, in questo campo, anche un grandissimo come Murray, che nel suo straordinario 2016 si era fermato a quota 16.
Insomma, sono numeri che parlano da soli e che non hanno neanche bisogno di grandi commenti. Otto i titoli conquistati dalla prima forza del ranking in questo 2024: Australian Open, ATP 500 Rotterdam, Masters 1000 Miami, ATP 500 Halle, Masters 1000 Cincinnati, US Open, Masters 1000 Shanghai, ATP Finals. Anche in questo caso bisogna risalire al 2016 di Murray per trovare un anno così ricco di trionfi, nove in quella stagione per lo scozzese. Nel caso di Sinner, però, sono ben sei grandi trionfi (Masters 1000, Slam, ATP Finals) sul cemento e anche questo è un dato incredibile: come (o meglio) di lui hanno saputo fare soltanto Djokovic (7 nel 2015) e Federer (7 nel 2006). La conclusione di questa rassegna di statistiche è facile da intuire: il 2024 di Sinner non è stata soltanto una stagione storica per lui e per l’Italia, ma per il tennis mondiale nel suo complesso. Si tratta, infatti, di una delle annate migliori di sempre: grazie ai risultati messi a segno quest’anno, l’altoatesino si è meritato definitivamente un posto d’onore al tavolo dei mostri sacri del nostro sport.