Sulla terra battuta indoor di Maia (città portoghese di 120.000 abitanti nel distretto di Porto) Francesco Passaro aveva probabilmente già pregustato il suo terzo trofeo stagionale, dopo quelli di Torino e Genova. E una vittoria sarebbe davvero servita a questo ragazzo dal grande talento cui finora è sempre mancato l’ultimo passettino per la definitiva consacrazione. Chi l’ha visto giocare sa che le qualità per emergere ci sono tutte, chi l’ha incontrato su un campo da tennis racconta di un diritto devastante, ma finora il suo percorso è stato appesantito da qualche infortunio di troppo e da alcuni passi falsi apparentemente inspiegabili. Ma basta ricordare la sua performance al Challenger 175 di Torino nel maggio scorso (Ruusuvuori, Sonego, Nakashima e Musetti le sue vittime) per capire come il 23enne allievo di Roberto Tarpani appartenga ormai ad un’altra categoria. Qui nel Challenger che chiude la stagione il tennista perugino aveva trovato conferma alle proprie ambizioni con alcune belle partite, tra cui la semifinale vinta in rimonta (2-6 6-2 6-1) sullo slovacco Andrej Martin. Poi per carità nessuno pensava che la finale contro Damir Dzumhur sarebbe stata una formalità. Ma forse ha influito il fatto che il 32enne bosniaco, dopo il suo best al n.22 ATP risalente ormai a sei anni, oggi vivacchi attorno alla 100esima posizione, apparentemente senza troppe ambizioni. Cosa che può trarre in inganno gli osservatori meno attenti, ma in realtà Dzumhur, con fare sornione, è sempre pronto a dare la zampata, come possono testimoniare i cinque titoli Challenger che aveva già conquistato in stagione.
Così il match si è praticamente risolto in suo favore col punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 22 minuti di gioco, cedendo sì due servizi ma strappandone ben cinque all’avversario. Peccato perché poteva davvero essere la settimana perfetta per il circolo di Francesco, lo ‘Junior Tennis Perugia’ che, proprio in concomitanza con la finale di Maia, espugnava il campo di Reggio Emilia 4-2 e faceva un passo decisivo verso la risalita in Serie A1, dopo un solo anno di purgatorio.
Tornando invece ai nostri amati Challenger, questo risultato regala al vincitore il rientro in top 100, per la precisione al n.83 ATP. Cosa che invece non è riuscita all’azzurro che da tempo pare maturo per questo obiettivo che però, soprattutto per motivi di salute, continua a sfuggirgli. E la sua posizione al n.108 non dovrebbe essere sufficiente, salvo sorprese, a garantirgli un posto in tabellone ai prossimi AO. Posto che dovrà sudarsi passando dalle forche caudine delle qualificazioni.