Non è stata una passeggiata. Anzi, Lorenzo Musetti ha dovuto stringere i denti più del previsto per avere la meglio sul giovane cinese Bu Yunchaokete, al debutto assoluto sulla terra battuta di Monte-Carlo. Alla fine, però, la vittoria è arrivata e con essa una presa di coscienza importante per il toscano: “Qualche anno fa una partita così l’avrei persa”, ha ammesso con grande onestà al termine del match. “Oggi però giocare “in casa”, con la mia famiglia nel box e il pubblico che mi ha incitato anche quando sembravo spento, ha fatto la differenza”.
Musetti non ha nascosto le difficoltà affrontate nel suo ritorno sulla terra europea, superficie sulla quale si esprime al meglio, ma che in questo avvio di stagione gli ha riservato più insidie del previsto: “È stato il mio vero rientro sulla terra dopo il breve esordio a Buenos Aires. C’era un po’ di tensione e questo mi ha bloccato. Non è stata una grande espressione di tennis da parte mia”.
Eppure, il risultato ha premiato la pazienza. Perché in giornate così, come ha raccontato lo stesso Musetti, la chiave è sapersi adattare, anche quando il gioco non fluisce come dovrebbe: “Faceva freddo, la palla saltava più del normale rispetto agli allenamenti della scorsa settimana. Da fondo campo non si riusciva a fare male, serviva costruzione, pazienza… e io nel primo set non ne ho avuta molta“
“Il tennis è uno sport di fatica e di adattamento – ha poi dichiarato a Sky Sport – e sono stato bravo ad adattarmi alle condizioni. Nel momento più difficile del match ho visto che in tribuna è arrivato Pogacar, un esempio di lotta e di fatica; mi ha ispirato nella rimonta e un po’ di merito è anche suo“.
Musetti e il dritto che non andava: “Non riuscivo a trovare la misura”
Un plauso va anche all’avversario. Il ventiduenne Bu, numero 67 del ranking ed in rapida ascesa, ha sorpreso per la qualità del gioco espresso su una superficie che non è certo la sua prediletta: “Non mi aspettavo fosse così pronto sulla terra, è cresciuto sul veloce ma oggi si è adattato benissimo.”
Il cinese ha messo in difficoltà l’azzurro con continuità e lucidità tattica, spingendo Musetti a dover trovare soluzioni soprattutto col diritto, colpo che oggi sembrava averlo abbandonato: “Mi scappava spesso, non riuscivo a trovare la misura. Però oggi era importante accettare lo scambio e costruire, anche se non era il colpo che sentivo di più.”
La maturità nei momenti difficili
Quello che però colpisce è la nuova consapevolezza mentale mostrata da Lorenzo. Dopo mesi complicati, segnati da risultati altalenanti e da una ricerca costante di fiducia, oggi ha dato prova di saper soffrire e lottare anche quando il suo tennis scintillante non è al top: “Anche quando non davo segni di vita in campo, il pubblico mi ha aiutato a rialzare la testa. Questo tipo di supporto fa la differenza.”
E ora, ad attenderlo al secondo turno, ci sarà Jiri Lehecka, ceco in ottima forma e dotato di colpi esplosivi, anche se più a suo agio sul veloce: “È un avversario ostico. Non ci ho mai giocato contro su terra, ma credo di avere le armi per metterlo in difficoltà.” Monte-Carlo ha dato il bentornato al Musetti terraiolo, anche se in versione “lavori in corso”, ma la tenacia vista oggi è quella dei giorni migliori. Il talento, quello, non è mai stato in discussione.