Il 19 aprile di 38 anni fa nasceva Maria Sharapova, destinata e entrare negli annali della storia del tennis femminile. Vincitrice di 5 titoli del Grande Slam, 36 tornei WTA in totale, argento alle Olimpiadi di Londra 2012 e prima giocatrice russa di sempre a raggiungere la prima posizione del ranking mondiale.
Nel 2004 vinse Wimbledon a soli 17 anni (solo Martina Hingis fu più precoce), e qualche mese dopo divenne numero 1 al mondo per la prima volta. Una carriera che, per come raccontava il proemio, sarebbe potuta esser ben più dominante: tanti, troppi, gli infortuni che l’han costretta a limitare le proprie vittorie, oltre alla squalifica di due anni ricevuta nel 2016 a seguito di un controllo antidoping fallito.
La decisione di ritirarsi, nel 2020 a soli 32 anni, fu durissima: Masha volle provarci fino alla fine, nonostante il problema alla spalla che le stava distruggendo la carriera. Scesa sino alla posizione numero 373 del ranking, la russa aveva addirittura provato ad affidarsi a Riccardo Piatti per tentare un miracoloso ritorno nel tennis che conta. Il suo fisico, però, aveva già detto basta: “Per favore perdonami. Tennis, ti sto dicendo addio” scrisse nella lunga lettera d’annuncio. L’ultimo match? Quello con Donna Vekic, nell’edizione 2020 dell’Australian Open, appena un mese prima dell’addio definitivo.
“Come fai a lasciarti alle spalle l’unica vita che tu abbia mai conosciuto? Come ti allontani dai campi su cui ti sei allenata da quando eri una bambina, il gioco che ami, che ti ha portato dolori e felicità incredibili, uno sport in cui hai trovato una famiglia, insieme ai tifosi che ti seguono da sempre per oltre 28 anni?“. Il perfetto riassunto del più grande terrore d’ogni sportivo, di chi sa che, un giorno, dovrà cominciare da zero. Arriverà quella mattina in cui non sarai più nessuno, perchè privato della parte più grande di te: e allora, bisognerà ripartire. E Masha lo ha fatto alla grande.
Dopo esser stata per undici lunghi anni l’atleta donna più pagata al mondo, Maria è oggi imprenditrice e racconta sui social buona parte della propria nuova vita all’insegna del fitness. Dal 2018 è sentimentalmente legata all’imprenditore britannico Alexander Gilkes, padre del figlio Theodore, nato nel luglio del 2022. Come dimenticare, però, quella relazione con Dimitrov nel 2015…
Sempre resasi protagonista di grande beneficenza, nel 2006 promosse e inaugurò una fondazione intitolata a suo nome per occuparsi della lotta alla povertà e di bambini in difficoltà. L’anno successivo divenne ambasciatrice del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), titolo che le venne rimosso in seguito alla squalifica per doping nel 2016. Nel 2008 donò oltre 200.000 dollari per la scolarizzazione delle aree colpite dal disastro di Chernobyl: due anni dopo, ne donò ancora 250.000 dopo una visita sul posto. Tanti auguri Maria, il tennis sente la tua mancanza.