J. Ostapenko b. [1] A. Sabalenka 6-4 6-1
Ha dovuto aspettare il Porsche Tennis Gran Prix 2025 Jelena Ostapenko per rivincere un torneo sulla terra rossa dopo otto anni: la prima volta, come è noto, era accaduta nel 2017 e il torneo era il Roland Garros; da lì è cominciato un lungo periodo di terra amara e ingrata per la bizzosa ragazza lettone, genio e sregolatezza come poche altre nel panorama del circuito.
Oggi Jelena con Aryna Sabalenka ha impostato la seguente tattica: tirare a più non posso, direttiva che applica a qualsiasi rivale, che sia Aryna o Swiatek, entrambe sconfitte in questa settimana, oppure la numero 300 del mondo. La sua aggressività ha messo subito fretta all’augusta rivale, che, ceduto il servizio presto nel primo set, non è riuscita a tenere con continuità il comando dello scambio in ribattuta e ha mancato il contro-break.
Nel secondo parziale chi si aspettava la ripartenza della padrona del circuito è rimasto deluso; Aryna è mancata clamorosamente, forse pensando alle tre finali consecutive perse nel 2021, 2022 e 2023, mentre Ostapenko imperversava disegnando i contorni del court con la sua racchetta di seta, fino al successo finale. Per lei è il nono titolo su diciotto finali raggiunte, la prima vittoria su Sabalenka e la terza complessiva con una numero uno del ranking; inoltre nella prossima edizione della classifica WTA sarà al posto numero 18. Non è il suo best ranking; magari in futuro ci arriverà, di sicuro la Porsche vinta oggi è discreto motivo di consolazione.
Primo set: Ostapenko più aggressiva, trova il break subito e lo difende sino in fondo
Sabalenka non parte benissimo con la prima palla ma sa disimpegnarsi egregiamente con il kick della seconda e mette in imbarazzo Ostapenko, alle prese con le traiettorie esterne e i rimbalzi alti. Già nel corso del primo game però la tennista lettone trova la strada per addomesticare i colpi della rivale e comincia a indirizzare una serie di fiondate angolate e profonde che costringono la numero uno del mondo a inseguire; Aryna smarrisce così la posizione più adatta per colpire e deve subire i siluri della numero 24 del ranking.
La gara è a chi attacca per prima e nei primi game la spunta Jelena, che pesca il break nel primo gioco e non va distante dal doppio vantaggio, difendendosi con poco affanno fino al 3-2 in proprio favore. Ostapenko tiene sin lì un buon 65% di prime battute in campo, riuscendo così a minimizzare i problemi che le propone Sabalenka sulla risposta con la seconda; per contro può approfittare del magro 42% con cui la prima favorita del seeding mette in campo il servizio principe. Jelena impone con la risposta una pressione severa e costante, commettendo pochi errori, e Aryna deve fronteggiare due palle per evitare il 2-5.
La Tigre di Minsk disinnesca entrambe le trappole e ne cancella un’altra con un ace, timidamente contestato dall’avversaria; un elegante dropshot dell’atleta bielorussa rimedia a una terza e le consente di posarsi sullo sgabello sul 3-4 con ancora il ritardo di un break. Nel gioco numero otto la ragazza di Riga, che è all’86% di punti con la prima battuta e al 33% con la seconda, abbassa leggermente la precisione nel colpo di inizio scambio e concede spazio alla ribattuta della rivale, che annulla una prima palla-break ma commette un doppio errore e si arrende alla chance successiva.
La qualità del gioco e il volume dei rispettivi rantoli di battaglia crescono insieme: Sabalenka, pur oppressa da due risposte vincenti di Ostapenko, ha una palla per il 5-4, ma Jelena non si demoralizza e prosegue a lanciare colpi di colubrina fino alla palla-break, che trasforma costringendo Aryna a mandare un dritto in mezzo alla rete. Ostapenko urla la sua gioia e nel game seguente scrive 6-4 al terzo setpoint.
Secondo set: Sabalenka si perde in troppi errori e Ostapenko vince facilmente
Quindici colpi vincenti a testa, quattro errori non forzati per chi ha perso e sette per chi ha vinto; frazione divertente e con alcune soluzioni, soprattutto da parte di Ostapenko, di pregio assoluto. Jelena deve fare attenzione a non scendere troppo con le percentuali di prime battute in campo e allo stesso tempo di alzare la qualità del servizio di scorta, dal momento che Sabalenka nel finale di partita è riuscita a prendere confidenza e a centrare il contro-break.
Sabalenka parte alla battuta come nella prima partita e di nuovo Ostapenko le toglie la battuta spingendo senza posa in ricezione, ma la lettone conferma l’involuzione del colpo di inizio palleggio e riconsegna il vantaggio nel game successivo, in soli quattro punti. Ci si potrebbe aspettare una prima prova di fuga per Aryna, ma il terzo game è anche il terzo break del set: Jelena risponde come sempre senza indugiare e la campionessa bielorussa sbaglia troppo mentre tenta di ricucire gli strappi impostile dalla rivale. C’è anche un doppio errore, ma soprattutto un paio di colpi fuori misura che rendono bene gli impacci della numero uno del mondo che non trova il tempo di organizzare il colpo in difesa.
Aryna perde così il momento magico e sparisce incredibilmente dal campo, lasciando spazio all’estro cristallino della rivale, che torna a difendere da manuale le prerogative del suo servizio e preme in risposta approfittando anche della crescente frustrazione della favorita della vigilia, incapace di scardinare il ritmo di Jelena. Dopo meno di mezz’ora la lettone si porta sul 5-1 e di nuovo in risposta si prende il 6-1 con un colpo di dritto incrociato da ovazione.