L’edizione di quest’anno del Mutua Madrid Open sarà un po’ diversa dal solito. Sono iscritti ai rispettivi tabelloni meno spagnoli del solito, il che è abbastanza inusuale essendo il torneo più importante che si disputa in tutta la penisola iberica. Facendo un rapido conto ci sono otto giocatori spagnoli al via del tabellone maschile; e tre giocatrici in quello femminile – forse quattro, se Cristina Bucsa supera le qualificazioni. Tra questi una donna e due uomini con wild card, mentre tra i sei con accesso diritto si è ritirato per problemi fisici, nelle ultime ore, Roberto Carballés.
La buona notizia per la compagine spagnola è che il 2025 potrebbe rivelarsi l’anno di Alejandro Davidovich Fokina. Il tennista andaluso si è lasciato alle spalle un periodo di crisi, riuscendo a esprimersi con regolarità ad un livello molto alto negli ultimi mesi, cosa che in passato era accaduta raramente.
“Non so se questo sia il mio miglior livello, ma credo ci siano ancora aspetti da migliorare”, ha detto il tennista malagueño prima di iniziare un torneo al quale arriva come testa di serie numero 28, con un ipotetico incontro con Zverev al terzo turno. Fokina è reduce dalle finali a Delray Beach e Acapulco, oltre alla semifinale al Masters 1000 di Montecarlo e ai quarti a Barcellona; e sulla scia di questi risultati si sente motivato a cominciare il 1000 madrileno. “Non ho aspettative per questo torneo, ma ho entusiasmo e voglia di divertirmi. Prima mi innervosivo quando giocavo in Spagna, davanti al mio pubblico, ma ho imparato a gestire meglio queste situazioni. Inoltre, il pubblico è dalla tua parte perché ha poche settimane all’anno per vederti, e questo ti dà una motivazione in più”.
I buoni risultati attuali di Davidovich hanno un denominatore comune: “L’anno scorso ho dato una svolta radicale alla mia vita. Sono uscito dalla mia zona di comfort, ed è stato difficile, ma questo ti rende più forte. Sono stato sei mesi senza vincere una partita, ma avevo fiducia di poter migliorare. Queste cose sono un processo”. In questi giorni che precedono il suo debutto al Mutua Madrid Open, Davidovich ha toccato anche due temi ricorrenti nel circuito: la struttura del calendario e le esigenze antidoping. Sulla prima ha detto che “il calendario è sempre stato fitto“, ed è d’accordo con Alcaraz sulla preferenza per i Masters 1000 di una sola settimana invece che di due. “Ma è anche vero che migliorano i premi. Alla fine, cosa toglieresti dal calendario? Io non saprei dirlo”.
Ha poi sottolineato che: “è difficile mettere d’accordo tutti i tennisti. Se non volessimo giocare questi tornei potremmo metterci d’accordo e non farlo, ma è complicato”. Infine per quanto riguarda le esigenze antidoping, ha riconosciuto che creano ansia. “È stressante” ha detto, un qualcosa che si ripercuote anche nella vita quotidiana. “Bisogna stare attenti persino a chi tocchi, nel caso stia usando una crema che per me possa essere considerata doping e lasci tracce su di me. Ma non siamo colpevoli se si trova una vitamina o qualcosa del genere che non migliora le prestazioni. Poi, sono molto esigenti con noi per delle minuzie, mentre con altri sono molto più indulgenti…”