TENNIS ATP MASTERS 1000 INDIAN WELLS – Altra vittoria in due set per Roger Federer che regola Kevin Anderson per 7-5, 6-1. Dolgopolov conferma il grande stato di forma eliminando anche Raonic e raggiungendo la sua prima semifinale di un Masters 1000.
[7] R Federer b [17] K Anderson 75 61 in 1h09′
“Federer is back”, è tornato! No, non mi sono bevuto il cervello, lo so che non è mai andato via e che ha ricominciato a giocare da par suo già da un po’. Ma il quarto di finale di Indian Wells contro Kevin Anderson mi ha fatto ritrovare la stessa sensazione che si respirava qualche anno fa, quando il Federer dei giorni d’oro, quello che perdeva una manciata di match in tutta la stagione, reggeva il cartellone del programma serale di un grande torneo tutto da solo, e la gente veniva ad ammirarlo con la trepidazione che normalmente si riserva ad un avvenimento importante. Giovedì sera all’Indian Wells Tennis Garden si respirava quella stessa atmosfera: gli spettatori che si affrettano a raggiungere il posto per non perdersi nemmeno un momento del grande artista, le corporate suite si riempiono ancora più del solito (la BNP ne ha aperta una in più, che normalmente rimane chiusa, appositamente per questo incontro), la popolazione dei turisti (ovvero quelli che scroccano pass di ogni tipo pur di non pagare il biglietto e poter dire “io c’ero) aumenta in maniera esponenziale. Tutti segnali di un grande evento, tutti segnali che “Federer is back”, non tanto come forza con cui fare i conti nel panorama tennistico (fatto questo certamente vero), ma come ambasciatore del tennis che trascende la dimensione sportiva e mette il tennis sulla bocca di tutti, casalinghe di Voghera o manager di Milano.
La partita? Quasi ordinaria amministrazione per Federer. E dire che Anderson è un buon giocatore, che attraversa un ottimo stato di forma, ed ha un servizio che incute rispetto. Primo set equilibrato fino alla dirittura finale, con break a zero ottenuto dallo svizzero sul 6-5 in proprio favore, ed un secondo set passerella nel quale il pubblico ha avuto quello per cui ha pagato: un paio di diritti d’autore, un “come on” ruggito sul 30-30 dopo un paio di colpi, a suo modo di vedere non consoni al suo rango, ed il solito show di fine match fatto di saluti, baci, firme alla telecamera e palline tirate in tribuna.
Pare comunque indubbio che Federer è il top player che qui nel deserto della California ha fatto vedere il tennis più prossimo al suo potenziale di tutto il lotto. Non ha certamente sprecato energie in eccesso, in quanto è l’unico a non aver ancora ceduto un set, e le sue esibizioni in doppio a fianco del compagno/amico Wawrinka nell’inedito ruolo del numero due svizzero lo hanno sempre visto di ottimo umore, con il sorriso sulle labbra, con tanta voglia di giocare. Ha pure accettato di giocare la semifinale di doppio poche ore dopo il quarto di finale di singolare, passando da una sessione serale il giovedì al primo match della sessione diurna il venerdì, alle 11.45. Altro segnale che si sente sicuro del suo tennis.
Eh sì, Federer is back. E il tennis sicuramente ci guadagna.
[28] A Dolgopolov b [10] M Raonic 63 64 in 1h19′ (Stefano Tarantino)
Il primo quarto di finale del tabellone maschile vede di fronte Milos Raonic e Alexander Dolgopolov.
Non ci sono precedenti tra i due, il canadese è testa di serie nr. 10 ed è nr. 11 nel ranking, il tennista ucraino invece è testa di serie nr. 28 ed è 31 in classifica. Sarebbe la prima semifinale in un Masters Series per Dolgopolov, la seconda per Raonic dopo la finale giocata l’anno scorso in Canada e persa contro Nadal.
Entrambi i tennisti hanno nel loro cammino fatto fuori un pezzo da 90, Dolgopolov ha eliminato il campione in carica Nadal, Raonic invece Murray. Parte meglio il tennista ucraino che impone subito la sua leggerezza di braccio, il suo tocco, la sua mobilità. Soprattutto Dolgopolov martella Raonic sul lato del rovescio costringendo il canadese a rifugiarsi nell’angolino per colpire di diritto oppure a colpire per l’appunto di rovescio sparacchiando però fuori il più delle volte. Inoltre l’ucraino risponde d’incontro e profondo alle bordate del canadese e nel secondo game centra subito il break. Raonic invece risponde male e sbaglia troppo, risultato in tutto il primo set non riesce a procurarsi nemmeno una palla break. Dolgopolov così chiude meritatamente il parziale in 29 minuti con un netto 6-3 ed un saldo vincenti-gratuiti positivo (7-4) al contrario del suo avversario (6-11).
Il secondo set inizia come il primo ma a parti inverse.
Raonic, che da quando ha preso il break ha poi ceduto un solo punto sui suoi turni di battuta, prova ad essere più aggressivo. La tattica da subito i frutti sperati nel secondo game. Dolgopolov non mette una prima e dal 30-0 subisce 3 risposte aggressive del canadese e sbaglia un rovescio perdendo così la battuta. I servizi d’un tratto perdono d’efficacia, i game iniziano a diventare combattuti. Nel terzo game Dolgopolov ha subito due palle per il controbreak, ma Raonic si aiuta con il servizio e sfrutta un gratuito di diritto dell’avversario, salendo così 3-0. Il tennista ucraino però non demorde, anzi ritrova la verve del primo set e rimane attaccato all’avversario, pronto a sfruttare qualsiasi occasione. Il controbreak arriva in maniera incredibile nel quinto game, quando Raonic prima si viene a trovare 0-40, poi dopo aver salvato le tre palle break consecutive si procura due palle per il 4-1 (intervallate da una quarta palla break). In entrambi i casi il canadese commette degli inopinati doppi falli, Dolgopolov ringrazia ed alla quinta palla break va sul 2-3 con un passante in corsa di rovescio.
La partita cambia volto e l’inerzia torna in mano al nr. 31 del mondo che torna ad ubriacare con i suoi colpi profondi e carichi di effetto il rovescio di Raonic, che va in confusione, subisce la mazzata psicologica e cede di schianto. Dolgopolov infatti prima pareggia i conti sul 3 pari e poi centra un nuovo break nel settimo gioco per quello che poi sarà l’allungo decisivo. Ma nell’occasione c’è un vero e proprio suicidio del suo avversario. Raonic infatti va 40-0, ma poi si fa irretire dai colpi di Dolgopolov, commette un doppio fallo, sbaglia 4 diritti di fila e dopo aver sprecato un’altra palla del 4-3 cede per la seconda volta di fila la battuta.
Il Dolgopolov di quest’anno non regala niente, il tennista ucraino cede appena due punti nei due restanti turni di battuta e conquista la sua prima semifinale in un Masters Series, per quanto visto sin qui ampiamente meritata. Raonic ha giocato un buon torneo, ma stasera ha dimostrato di non avere le armi per controbattere un avversario che ha giocato un tennis delizioso e raffinato e che ha letteralmente disinnescato la sua potenza.