Indian Wells batte Parigi: 28mila spettatori in più (Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport)
Dovendo scegliere fra i due Masters 1000 sul cemento degli Stati Uniti, Roger Federer ha scelto Indian Wells scartando Miami. Dovendo scegliere fra tennis e calcio, Novak Djokovic non ha avuto dubbi e ha messo a rischio i piedi da ginnasta inseguendo un pallone insieme agli altri professionisti dell’Atp Tour sul prato davanti allo stadio dove poi ha vinto per la quarta volta il titolo. Saranno anche i dollari di Mr Oracle, Larry Ellison, quarto uomo più ricco al mondo (secondo la rivista Forbes). Sarà l’atmosfera rilassata e l’accoglienza squisita. Di certo, il BNP Paribas Open è un successo continuo: da quando ha cambiato sede, ha battuto il record di spettatori nelle ultime 9 edizioni consecutive.
Arrivando quest’anno a 456.672 paganti (431.527 l’anno scorso), più dei 428.751 dell’ultimo Roland Garros (record 430.093 del 2012). Che è un torneo del Grande Slam, si disputa su 15 giorni e ha 128 singolaristi al via sia nel tabellone maschile che in quello femminile; mentre in California ce ne sono 96, con le 32 teste di serie direttamente al secondo turno. Con meno partite anche nei doppi, che nei Majors hanno 64 partecipanti e nei Masters 1000 ne hanno 32. Per la cronaca, i 13 giorni di gare dell’ultimo Wimbledon hanno avuto 491.084 spettatori, i 14 degli Australian Open 703.899 e degli Us Open 713.642. Cifre che vanno lette anche con la miglior vivibilità di certi impianti rispetto ad altri, il miglior clima, la copertura di più campi principali (…)
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Federtennis al lavoro per riunire le Cichis (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)
Quando il vaso si rompe non è facile riattaccare i cocci. Restano le crepe. I segni della frattura. Rimettere insieme una coppia vincente che si è spezzata è un po’ la stessa cosa: ci vuole pazienza e il giusto collante. Ed è meglio sapere in anticipo che non sarà più la stessa cosa. «Non sempre dalla separazione si arriva al divorzio – ha detto ieri speranzoso il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, parlando di Sara Errani e Roberta Vinci, le ex “Ci-chis” che hanno da poco annunciato di volersi prendere «una pausa di riflessione». «Sia io, sia il presidente del Coni, Giovanni Malagò, faremo il possibile perché sia solo una rottura temporanea, perché vogliamo arrivare a Rio con i doppi al massimo della competitività. E non escludo che Sara e Roberta possano tomare insieme già il prossimo mese a Brindisi in Fed Cup». Dove ci saranno da affrontare gli Stati Uniti, forse anche con le sorelle Williams, per evitare una clamorosa retrocessione. Non a caso Corrado Barazzutti, capitano di Fed Cup, è volato al torneo di Miami per capire quanto profondo sia un dissidio esploso proprio in Fed Cup, a Genova, e per tentare di ricucirsi la squadra. «Un doppio è un po’ come un matrimonio: quando finisce è dura rimettere le cose a posto» spiega Paolo Bertolucci, ex capitano di Davis che insieme ad Adriano Panatta ha formato una delle coppie leggendarie del nostro tennis. «Poi le sfumature sono tante. Sicuramente è possibile trovare un accordo per giocare un incontro ogni tanto in Nazionale, come facevano Vilas e Clerc, che pure non si potevano vedere. Se io ho mai fatto coppia con uno che mi stava antipatico? Ma figuriamoci – se la ride Bertolucci – già Panatta bastava e avanzava…».
PRECEDENTI. Il doppio dei “separati in casa” per eccellenza è stato quello fra Frew McMillan e Bob Hewitt, il sudafricano con la coppoletta e l’australiano naturalizzato sudafricano che negli anni 70 spopolavano – 4 tornei dello Slam vinti insieme – ma che fuori dal campo si parlavano a fatica (anche in campo, a dire il vero). Ion Tiriac e Ilie Nastase a cavallo fra anni 60 e 70 sono stati prima amici fraterni che compagni di doppio, ma nel 1972 a Parigi litigarono furiosamente. Quell’anno si ritrovarono a fianco nella finale di Coppa Davis a Bucarest e fecero scena muta sia fra di loro sia nel punteggio: 6-2 6-0 6-3 contro Smith-Van Dillen. Un divorzio doloroso, in anni più recenti, è stato quello fra gli indiani Paes e Bhuphati, inseparabili compagni fra il 1994 e il 2006 («Ma siete sicuri di non essere sposati, voi due?» gli chiese una volta l’altra indiana Sania Mirza), poi divisi da invidie e gelosie. Nel 2011 provarono a rimettersi insieme, in vista dell’Olimpiade di Londra, ma non funzionò. «In Davis hanno giocato insieme anche Becker e Stich, che pure si detestavano – sostiene Diego Nargiso, altro grande doppista azzurro – e io l’ho fatto con Canè, che non era proprio facilissimo da gestire. Nei tornei fare coppia con uno con cui non hai feeling è quasi impossibile. Non a caso fra me e Camporese e Gaudenzi, McEnroe e Fleming, Woodbridge e Woodforde, o Forget e Leconte, c’era grande affiatamento. Non conosco i motivi della separazione di Sara e Roberta, credo però si tratti di incomprensioni superabili (…)