Fernando Verdasco batte per la seconda volta consecutiva, dopo Madrid 2012, un Rafael Nadal che sembrava avere la partita in pugno nel terzo set e che perderà così la terza posizione del ranking. Murray sonnecchia ma batte Giraldo mentre Wawrinka perde in due set con Mannarino (prima vittoria contro un top-10). A Monfils il derby contro Tsonga
[29] F. Verdasco b. [2] R. Nadal 6-4 2-6 6-3 (Raffaello Esposito)
Gran sorpresa nel derby spagnolo del terzo turno, con precedenti senza bisogno di commento, 13 a 1 Rafa. Però l’ultimo confronto a Madrid 2012 se l’è aggiudicato Verdasco e, parafrasando il grande Vitas Gerulaitis, si potrebbe dire “nessuno batte Verdasco quattordici volte di fila”. Da ricordare fra i due la semifinale-fiume agli Australian Open 2009, quando il miglior Nadal di sempre riuscì a prevalere solo per sei quattro al quinto dopo quattro ore e mezza di rissa con le racchette.
Serve Verdasco e per i primi tre games mette solo prime palle. Rafa non è meno efficace e il punteggio segue fedelmente la battuta. Nel corso del settimo game Verdasco serve per la prima volta una seconda palla e concede un’occasione break che è bravo ad annullare prima di conquistare il quattro tre. Nel gioco seguente tocca a Nadal soffrire, sbaglia la palla del quattro pari con un dritto out di un metro e perde il servizio con un doppio fallo. Fernando serve per il set ma cede improvvisamente, gioca di fretta commettendo tre gratuiti e restituisce il break. Verdasco però è in un buon momento e lo dimostra subito strappando ancora il servizio a Rafa, che sul set point stecca e spedisce la palla in tribuna. 6-4 in un primo parziale nel quale però, ad onor del vero, Rafa ha sbagliato molto e giocato cortissimo.
In apertura di secondo set Fernando va sotto 0/40 ma annulla tutte le occasioni, una con una volée bassa incrociata magistrale. Nadal sembra avere qualche problema negli spostamenti laterali ma lotta al solito come un leone. Concede una palla break nel quarto game, la annulla e subito dopo sfrutta un black out di Verdasco al servizio, a seguito di un nastro beffardo, per portarsi avanti e andare quattro due. Un secondo break dà a Rafa la certezza del set che si chiude infatti 6-2 in suo favore. Verdasco ha giocato meglio per un’ora e un quarto, Nadal per dieci minuti e il punteggio è un set pari. Il colpo psicologico per Fernando potrebbe essere devastante.
Il parziale decisivo si apre con Verdasco al servizio. Va 30-0, commette due doppi falli, concede due palle break che saprebbero di sentenza ma riesce a tenere la battuta buttandosi a rete con coraggio e interrompendo così una serie di cinque giochi consecutivi per Rafa. Lo scampato pericolo sveglia Fernando che dal quarto game inizia a giocare un tennis splendido e con un vincente dopo l’altro strappa il servizio all’avversario tenendo poi d’autorità la sua battuta per portarsi sul quattro uno. Nadal appare frastornato dall’impetuoso ritorno di Verdasco, prova ne sia un goffo tentativo di volée nel sesto game con la palla che gli rimbalza sugli stinchi. Nel terzo set Fernando è spietato alla battuta, sta ottenendo il 100% di punti con la prima palla e vola cinque due con un game immacolato. Rafa è all’angolo e solo lo smisurato orgoglio gli consente di tenere il suo turno di servizio annullando un match point sul 30/40. Verdasco ha qualche attimo di incertezza, va trenta pari ma un grande vincente di dritto a sventaglio lo porta al match point decisivo.
Nadal non sembra trovare il suo gioco migliore e come ammette lo stesso Rafa il problema è di natura psicologica. “Il problema non è il livello di gioco, il problema è non essere abbastanza rilassato per giocare bene. Il mio livello è migliorato rispetto a un mese fa, ma continuo ad essere troppo nervoso in campo, una cosa che non mi era quasi mai successa in carriera. Ma è un problema che risolverò, non so se in una settimana, in sei mesi o in un anno, ma ce la farò”. Questa sconfitta lo priverà sicuramente del terzo posto nella classifica ATP e se Nishikori e Raonic dovessero andare molto avanti nel torneo, potrebbe addirittura scendere al sesto posto. Per Verdasco invece si apre il tabellone, negli ottavi avrà il vincente fra Monaco e Garcia Lopez e in caso di vittoria affronterebbe nei quarti uno fra Monfils, Berdych o Tomic.
[8] T. Berdych b. [25] B. Tomic 6-7(4) 7-6(3) 6-1 (Giorgio Laurenti)
Tomas Berdych vince in rimonta contro Bernard Tomic e si qualifica per gli ottavi di finale di Miami, dove affronterà Gael Monfils. Il giovane australiano deve mangiarsi le mani per aver sprecato quattro match point nel secondo set, una volta perso il tiebreak, l’inerzia della partita è stata tutta a vantaggio del ceco che ha così potuto battere per la quarta volta su quattro il suo avversario. Berdych sin da subito fatica con il servizio, tanto che al terzo gioco commette due doppi falli e cede il servizio. Nel gioco successivo potrebbe subito pareggiare i conti ma l’australiano numero 29 del mondo annulla la palla break e confermare il vantaggio. Nulla può però all’ottavo gioco quando alla seconda palla break del game, Berdych pareggia i conti. Seppur faticando sui suoi turni di battuta, il ceco riesce a portare il set al tiebreak, dove però Tomic sul 4-3 in suo favore strappa i due minibreak che gli consentono di chiudere 7-4.
Forte del set conquistato, Tomic nel secondo parziale parte fortissimo e complice ancora due doppi falli del numero 9 del mondo si porta subito avanti 2-0. Nel gioco successivo tiene il servizio a zero, poi il quinto doppio fallo del match di Berdych lo portano addirittura sul 4-0. La convinzione di avere la partita in pugno fa perdere un po’ di concentrazione a Tomic che perde subito uno dei due break di vantaggio. Nonostante questo arriva a condurre per 5-2 e ad avere due match point sul servizio di Berdych. Perse le due occasioni, la seconda annullata con uno dei dieci aces di Berdych, Tomic sul suo servizio, prima di cedere per la seconda volta nel set il servizio, non sfrutta la terza occasione di vincere la partita. Berdych serve sul 5-4 in suo sfavore e regala la quarta palla del match all’avversario, il quale però non la sfrutta. Dopo tanta grazia il ceco capisce che non tutto è perduto e fa suo il tiebreak per 7-3. Nel terzo set Berdych pur continuando a non mettere molte prime in campo si porta subito avanti per 3-0 con un break di vantaggio e rischia qualcosa soltanto sul 3-1 quando è costretto per un paio di volte ai vantaggi da Tomic. Perso il game, l’australiano si arrende definitivamente e Berdych vince il set 6-1.
[28] A. Mannarino b. [7] S. Wawrinka 7-6(4) 7-6(5) (Ciro Battifarano)
L’altra grande sorpresa a Miami è ancora Wawrinka a provocarla, anche se il Mannarino di questi ultimi tempi è un avversario particolarmente ostico. Il francese supera in due tie-break un discontinuo Stan ed ottiene così la prima vittoria contro un top ten. Si inizia con lo svizzero al servizio: un doppio fallo in apertura ed un altro in chiusura del primo gioco regalano il break in apertura a Mannarino e sono già indicativi di quella che sarà la prestazione al servizio oggi di Wawrinka. Mannarino anticipa bene col rovescio sui colpi ancora leggeri dello svizzero che, con altri 4 doppi falli ed una percentuale di prime palle fino a quel momento inferiore al 30%, deve salvare altre palle break nel terzo e nel quinto gioco. Dal settimo game Wawrinka inizia a giocare più profondo, finalmente tiene il servizio in tranquillità e nel decimo gioco, con Mannarino che serviva per il set, riesce strappare il servizio all’avversario. Si arriva al tie-break, Mannarino risponde aggressivo sulla seconda di Wawrinka e conquista il mini-break in apertura, sbaglia poi sul suo servizio e si cambia campo sul 3-3. Ancora due errori di Wawrinka sul suo servizio portano Mannarino a servire per il set sul 6-3: sul primo commette il suo primo doppio fallo, sul secondo sorprende Wawrinka con una prima lavorata e conquista il primo set.
Come nel match contro Berlocq, Wawrinka si inorgoglisce e conquista il break in apertura nel secondo set ma anche questa volta lo restituisce nel quarto gioco, ancora con una percentuale di prime palle bassissima; riconquista però subito il break nel gioco successivo, il più lungo del match di circa 11 minuti, alla terza occasione utile. Mannarino è diventato meno aggressivo e cerca di tenere lo scambio da fondo, ma da lì Wawrinka è di gran lunga superiore. Quando lo svizzero va a servire per il set nel decimo gioco, Mannarino torna a spingere e a venire in avanti e conquista a zero il contro-break con un pizzico di complicità dell’avversario (sullo 0-15 viene chiamato lungo un dritto, buono, di Wawrinka, che però non chiede challenge mentre nel punto successivo Stan si ferma pensando che il suo dritto fosse fuori agevolando il successivo vincente di Mannarino). Si arriva di nuovo al tie-break dove un Mannarino aggressivo strappa due mini break a Wawrinka e va a servire per il match sul 6-2; il braccio del francese trema e spreca le prime tre occasioni ma alla quarta, con un servizio vincente chiude l’incontro.
Ottimo momento di forma per Mannarino che dopo Indian Wells arriva negli ottavi anche a Miami dove si giocherà la possibilità di arrivare per la prima volta ai quarti di un Master 1000 con un altro neofita, Dominic Thiem.
[3] A. Murray b. [27] S. Giraldo 6-3 6-4 (Alberto Prestileo)
In poco meno di un’oretta e mezza, Andy Murray batte Santiago Giraldo e approda al quarto turno dell’ATP 1000 di Miami. Una partita abbastanza solida da parte dello scozzese, malgrado una percentuale di prime palle molto al di sotto della sufficienza: appena il 50% in dieci turni di battuta. Troppo bassa per pensare seriamente di vincere il torneo, bastevole comunque per far suo il match odierno. Nel primo set l’allievo della Mauresmo si limita al compitino: non concede alcuna palla balla break al colombiano che, invece, cede il servizio nel sesto gioco, dopo aver comunque annullato due break point. È il momento chiave del primo parziale, perché Murray chiude poi agevolmente 6-3.
Il secondo parziale segue la stessa linea del primo: il britannico non cambia particolarmente il proprio gioco, mentre il sudamericano cala parecchio, cedendo i primi due turni di servizio e facendo andare l’avversario sul 4-0. Da lì in poi le cose filano via abbastanza lisce e Murray vola sul 5-1. Lo scozzese va dunque a servire per il match sale 40-15 ma ma improvvisamente cala di concentrazione, cede il servizio per la prima volta nel match ed è costretto a servire nuovamente per di chiudere la partita sul 6-4, al quinto match point. L’ex vincitore di Wimbledon e US Open approda al quarto turno dopo un’ora e 24 minuti. Prossimo avversario Kevin Anderson, vincitore del match odierno contro Mayer.
[17]G. Monfils b. [11] J. W. Tsonga 6-4 7-6 (4) (Francesco Gizzi)
Era uno dei match più attesi della giornata il derby francese tra Tsonga e Monfils. La partita che vedeva scontrarsi i due francesi forse più estrosi del circuito ma in un momento di forma delicato, non è stata però spettacolare, anzi è stata di qualità decisamente bassa. Del resto c’era poco da pretendere dal povero Tsonga, al rientro dopo mesi per il fastidioso infortunio in Coppa Cavis all’avambraccio. Oggi ha fatto vedere tutti i comprensibili limiti, già intravisti nel secondo turno, che si porta dietro dalla lunga assenza dai campi. In tutto il match ha fatto tremenda fatica negli spostamenti laterali e mostrato un’evidente difficoltà negli appoggi e nel timing sulla palla soprattutto dalla parte del rovescio. Gael, anche lui fermo quasi un mese, ha dalla parte sua il servizio e dei colpi sicuramente più centrati rispetto all’avversario. Così il primo set è deciso dal quarto game nel quale Jo commette prima un gratuito lungolinea, poi affossa una volèè comoda in rete e infine concede il servizio con uno scellerato doppio fallo. Sarà un break prezioso come l’oro, perché da lì in poi succede davvero poco. Si vedono tanti errori da una parte e dall’altra, ma Monfils tiene il vantaggio fino al 6-4 agevolmente. Tsonga viaggia con appena il 44 % di prime in campo e troppi , troppi gratuiti.
Nel secondo parziale Monfils trova subito il break nel terzo game. Sembra essere l’epilogo della partita, ma Gael butta subito via il vantaggio con un game costellato da errori di una superficialità inverosimile. La qualità del match cresce visibilmente, merito soprattutto di Tsonga, che inizia a trovare angoli e a muoversi con maggiore facilità. L’equilibrio dura così fino al tie-break, con un unico brivido sul 6-5 in cui Monfils concede due set point che però Tsonga getta al vento con due errori grossolani. Nel tie-break si vedono finalmente due/tre scambi degni della spettacolarità di questi due tennisti. Tsonga ci mette tutto, gioca senza paura cercando la profondità e la rete, ma Monfils è un muro in difesa e alla fine piazza quella zampata decisiva che lo porta dritto agli ottavi di finale, dove attende il vincitore tra Berdych e Tomic.
Risultati:
[3] A. Murray b. [27] S. Giraldo 6-3 6-4
[29] F. Verdasco b. [2] R. Nadal 6-4 2-6 6-3
J. Monaco b. [23] G. Garcia-Lopez 7-5,6-4
[28] A. Mannarino b. [7] S. Wawrinka 7-6(4) 7-6(5)
[17] G. Monfils b. [11] J.W. Tsonga 6-4 7-6(4)
[8] T. Berdych b. [25] B. Tomic 6-7(4) 7-6(3) 6-1
[15] K. Anderson b. [24] L. Mayer 6-4 6-4
D. Thiem b. J. Sock 6-4 6-3