Ad inizio settimana Roger Federer ha rilasciato una intervista a Thomas Klemm del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il campione elvetico si è espresso su viaggi, vita familiare, sul tennis di oggi e sui suoi obiettivi
Alla soglia dei 34 anni Roger Federer è ancora lontano dal pensare al ritiro. Nonostante le fatiche del tour ed i viaggi con la famiglia Federer ha affermato di sentire ancora tanta voglia di giocare. “Viaggiare così tanto con 4 bambini al seguito è uno stress più per i genitori, ci sono molte valigie al seguito; ma è anche divertente, ci sono tante persone e ci si può nascondere nel gruppo. Basta essere preparati al peggio. Come in un incontro di tennis: se piove 4 volte basta avere ricambi a sufficienza per non dover indossare indumenti sudati. Federer ha parlato ancora della sua famiglia: “È un privilegio sia per me che per Mirka essere genitori”, ha riaffermato Roger; “Ho iniziato a viaggiare per il mondo a soli 13 anni e dopo 20 anni sono ancora qui ma il mio modo di viaggiare e di pensare sono completamente differenti. In passato viaggiavo da solo o con il mio allenatore, i miei genitori o mia moglie, ma ora è qualcosa di completamente diverso, quello che sto vivendo da sei anni è differente per me. Con l’esperienza acquisita negli anni posso insegnare ai miei figli come comportarsi, la mia carriera può essere una grande lezione di vita”
Le aspettative dei suoi tifosi sono ancora molto elevate; dopo la sconfitta con Djokovic nella finale di Indian Wells, Federer ha saltato Miami spendendo del tempo con la sua famiglia. “Ho fatto un break più lungo dopo la sconfitta con Seppi in Australia, mi sono ritrovato con qualche giorno in più per riposare e ne ho approfittato per andare a sciare in Svizzera con la famiglia. Ma è stato importante anche il lavoro atletico con Pierre Paganini … e si è visto con i tornei di Dubai e Indian Wells“. Poi Federer si è soffermato sulla nuova fase della sua carriera e sulla possibilità di giocare la Coppa Davis: “La mia nazione è sempre presente quando gioco, non la rappresento soltanto durante la Coppa Davis; devo ricordare che l’ho giocato lo scorso anno? Ma un torneo può essere giocato per 15 anni di fila? Ad un certo punto si vuole cambiare, si desiderano nuove sfide, raggiungere altri obiettivi. Anche le sfide di esibizione con Sampras e Dimitrov hanno significato molto; mi rendo conto che questi incontri non siano come giocare Wimbledon o gli Us Open o Basilea. Ma sento ancora del fuoco dentro di me, voglio ancora trovare tutto questo eccitante“.
Federer continua a porsi nuovi obiettivi per trovare sempre nuovi stimoli, il prossimo sarà quello delle Olimpiadi di Rio 2016. “A Dubai, Martina (Hingis), mi ha chiesto di giocare il doppio misto alle prossime Olimpiadi. Per me condividere uno spazio sul campo è sempre qualcosa di speciale. Ho già Stan con cui giocherò il doppio, ma ancora non ho deciso se disputare due o tre competizioni. Ovviamente più sono e più ci sono possibilità di conquistare una medaglia”. Un altro obiettivo è quello di rimanere in forma, integro ed in buona salute il più a lungo possibile, mentre, riguardo allo stato attuale del tour, ha aggiunto: “Pensiamo a come eravamo 9 mesi fa, Murray aveva avuto un’operazione alla schiena, Nadal non era in forma, io pure avevo problemi alla schiena. Sebbene Raonic, Nishikori e Berdich siano molto validi, noi 4 siamo tornati alle prime posizioni e credo che soprattutto Djokovic, Nadal ed io abbiamo qualcosa di speciale. Su qualsiasi superficie abbiamo capacità extra a livello mentale e fisico che ci permettono di vincere così spesso. Anche quando le cose non vanno bene troviamo una strada per arrivare al successo. Per questo mi aspetto che gli stessi giocatori che sono adesso nella top 10 lo saranno più o meno anche a fine anno. E’ comunque importante che sul tour comincino a farsi valere tanti nuovi giocatori giovani“.
Lo svizzero ha poi proseguito sul suo futuro spiegando perché non si vede a prendersi cura di un altro giocatore: “È troppo impegnativo, vedo il numero di mail cui deve rispondere il mio manager, Tony Godsick, quanto sia impegnato 7 giorni su 7 in ogni momento; un futuro del genere non lo vedo realistico per me con la mia famiglia“. Gli è stato poi ricordato di come Djokovic abbia “torturato” la sua racchetta durante la finale di Indian Wells e di come anche lui alle volte abbia perso la pazienza. A proposito dei suoi momenti di ira il campione svizzero ha aggiunto:
“Mi sento più frustrato in allenamento che durante gli incontri quando sono più concentrato. Allenandomi a Montecarlo con Kohlschreiber ho sbagliato una volée ed ho lanciato la racchetta a terra e l’ho presa a calci, come un pallone. Mi è pure capitato di scagliare la racchetta nei boschi vicini ai campi da tennis e poi sono andato a riprenderla. Ma mi piace vedere che ho ancora quella rabbia (positiva) e quella voglia di migliorare; quel fuoco che ardeva in me quando ero giovane è ancora acceso. Ma è altrettanto importante tenere la rabbia sotto controllo e mantenere la concentrazione ai livelli più alti, soprattutto durante gli incontri“.
Infine il campione di Basilea ha avuto parole di elogio per Stefan Edberg: “Per me è fonte di inspirazione e di motivazione, è un sogno anche solo parlare e prendere un caffè con Edberg. Di tanto in tanto parliamo di tennis a piccole dosi. Sappiamo cosa fare, e Stefan me le riporta alla mente. Se mi dice qualcosa che mi interessa di più, comincia a farmi domande ed approfondiamo l’argomento. Per quanto riguarda la tecnica delle volée, ho passato ore ad allenarmi con Edberg nel 2005 sotto lo sguardo di Tony Roche“. Non sembra assillarlo poi la classifica: “È importante raccogliere punti per la classifica, per il sistema delle teste di serie che aiuta nei primi turni. Ma alla fine essere n. 6 o n. 10 non cambia molto per me. Miro al n. 1, sarò a caccia di punti per avere ancora l’opportunità di tornare al primo posto del ranking, magari con la vittoria di uno o due titoli del Grand Slam“.