[3] R. Nadal b. [10] G. Dimitrov 6-3 6-4 (da Madrid, Matteo Gallo)
A Dimitrov è mancato tutto: il servizio, la strategia, la fiducia e il coraggio. Rafa non sarà al 100% ma per batterlo in un contesto del genere è necessaria ben altra predisposizione
La Caja è piena per trequarti abbondanti e i tifosi bugari ci sono, come sempre: ma non osano fare troppo casino di fronte al padrone di casa. La partita viene trasmessa in diretta su “La Sexta”, un canale privato in chiaro che ha comprato i diritti del torneo maschile. Tutti i match di Nadal, Ferrer-Verdasco, due quarti, semifinali e finale. Tutto in chiaro. Il torneo femminile invece è trasmesso da Teledeporte, un canale pubblico. Una copertura in chiaro quasi totale. Tutti aspettano di vedere il miglior Nadal. “Dimitrov è uno di quei giocatori che hanno tutti i colpi. Può battere chiunque” aveva detto prima del match.
Il dritto lungolinea è il colpo più importante per Rafa, ma intanto comincia con l’uncino e Dimitrov lo soffre esattamente come lo soffre Federer: i problemi per lui iniziano subito e nel terzo gioco cede il servizio. L’urlo di Rafa attraversa la Caja Magica: “Vamos!”. Ma Nadal è insicuro e perde la battuta a zero nel game successivo: entrambi sono nervosi e servono male, Dimitrov malissimo, e la maggior parte dei punti arrivano alla risposta. Nel primo set Rafa vincerà solo il 50% dei punti con la prima e Dimitrov addirittura il 44%. Altro break di Nadal e altra situazione complicata al servizio che però Rafa risolve per il 4-2. Tanti errori e poco spettacolo. Dimitrov gioca lontanissimo dalla linea di fondo, con troppo rispetto. Concede due set point sul 3-5 e riesce a far male solo con il dritto quando Nadal gioca corto. L’intensità di Nadal coinvolge tutto l’ambiente e Dimitrov non fa nessuna paura: consegna il set nel peggiore dei modi, con un errore gratuito e nel suo turno di servizio.
Anche oggi non mancano i giocatori di Real Madrid e Atletico in tribuna: in primissima fila Griezman e Arbeloa, e la notizia del giorno è lo sciopero dell’associazione calciatori che minaccia di lasciare sospesa Liga e Copa del Rey. Questioni di soldi e di potere, come sempre.
Nadal è stato padrone del campo durante tutto il primo set contro un Dimitrov troppo timido; senza prime palle iniziava gli scambi in svantaggio, regalando un paio di punti a game. Il suo dritto lungolinea funzionava a intermittenza, ma ogni tanto entrava e lasciava Nadal sul posto. Breakkava il bulgaro nel terzo game del secondo set portandosi sul 2-1 e dando l’impressione di giocare più sciolto: migliorava le percentuali di prime e aggiustava il mirino col dritto. Soffriva in ogni caso per andare 3-1 e annullava altre due palle break (nº8 e 9). È chiaro che nessuno dei due ha giocato al meglio delle sue potenzialità e quando Dimitrov entra in una spirale di errori e disintegra la racchetta davanti a tutti, Nadal riconquista il break e la fiducia (3-3). Sul 4-4 recupera da 0-30 e lancia un “Vamos!”, e nel game successivo Dimitrov crolla miseramente e con un doppio fallo regala il primo matchpoint. Steccata di Nadal ma poi grande risposta di dritto e altra “bola de partido”. Dimitrov sfiora il doppio fallo e poi manda fuori un dritto di tre metri, lasciando il suo coach nella disperazione più profonda.
[6] T. Berdych b. [16] J. Isner 3-6 7-6(7) 7-6(1) (da Madrid, Matteo Gallo)
Un Berdych glaciale impone la legge del più forte e sfiderà Nadal in semifinale in una rivincita degli ultimi Australian Open. In un match dominato dal servizio ma con spunti interessanti il ceco si è imposto 3-6, 7-6, 7-6. Perfetto il tie-break finale, stravinto con grandissima concentrazione dopo aver salvato un matchpoint nel secondo set.
Berdych iniziava male e andava sotto un break (1-3), sprecando uno 0-40 nel game successivo; tanto bastava per condannarlo nel primo set, perché Isner non si voltava più indietro e chiudeva 6-3. Sembra in forma l’americano e oltre al servizio colpisce col dritto e addirittura con la palla corta: perfetta quella che gli dà l’1-1 nel secondo set. Berdych ha l’aria preoccupata e a Isner entra di tutto: un dritto clamoroso atterra all’incrocio delle righe e lo porta a 0-30. Dani Vallverdu mastica amaro e Berdych viene graziato sul 15-30 da una volée in rete elementare dell’americano. Il ceco ha bisogno di crederci aspettando l’occasione giusta, ma è più falloso del solito e Isner fa il triplo degli aces, colpendo più di una volta anche con la risposta vincente. La fede di Berdych aumenta col tempo perchè Isner serve sempre sotto nel punteggio e sul 5-6 si trova 15-30: salva col drittone e si va al tie-break. Berdych esce meglio dai blocchi e va 3-1 ma il suo servizio non fa male e Isner ricuce (4-4) e ha un matchpoint sul 6-5 ma Berdych annulla con un gran servizio alla T. È grande il ceco nel finale del tie-break e con due discese a rete inchioda Isner e porta tutti al terzo set.
Berdych ha lo sguardo della tigre ma Isner non molla e si va avanti a legnate di servizio: Isner ha il fiato corto quando tiene la battuta per il 6-5. Il momento è decisivo e Berdych va sotto 0-15 ma recupera l’equilibrio e piazza un vincente e un passante di dritto. Inevitabile il tie-break finale con due giocatori del genere.
[2] A. Murray b. [5] M. Raonic 6-4 7-5 (Raffaello Esposito)
Il primo incontro serale sul Santana è il quarto di finale della parte bassa del tabellone che oppone Andy Murray a Milos Raonic, risposta contro battuta, difesa contro attacco, traiettorie contro potenza. Iersera pochi problemi per Andy nell’eliminare quel che restava di Granollers mentre Milos accompagnava Mayer verso il suicidio di due doppi falli cruciali che sono costati la partita all’argentino. Pronostico favorevole al figlio di Dunblane non certo per i precedenti (3-2 Raonic, che si è aggiudicato anche l’unico match sul rosso a Barcellona 2012) quanto per la forma precaria del suo avversario che lamenta ancora problemi di mobilità dopo il guaio al piede rimediato a Montecarlo. Il primo set inizia con Raonic alla battuta. Andy mira a tenere la palla in gioco e a far muovere l’avversario che visivamente è in difficoltà fisica fin dal primo minuto e deve subito annullare una palla break sul 30-40. Milos si difende aggrappandosi al servizio e all’uno-due.
Le percentuali di riuscita delle rispettive tattiche sono evidentemente a favore di Murray che è in grado di manovrare a suo piacimento e variare meglio il gioco. Raonic invece è condannato a chiudere lo scambio entro tre colpi e per buona parte del set il piano di gioco, attuato con coraggio e carattere, funziona alla grande. Stando così le cose però ogni imprecisione può essere fatale al canadese, così accade che nel nono game Milos paghi caissimo un passaggio a vuoto. Commette due doppi falli, sbaglia una facile volée e cede la battuta per la prima volta nel torneo consegnando a Andy il vantaggio necessario per chiudere il primo set col punteggio di sei quattro.
Le difficoltà di movimento e la pressione costante e ragionata di Murray si intensificano nel secondo parziale e in alcuni momenti Milos sembra camminare sulle uova. Raonic gioca con le spalle al muro mentre il suo avversario gestisce comodamente tempi e colpi, alternando palle veloci e cariche ad aperture di angoli sulle quali Milos arriva costantemente fuori equilibrio. Il canadese comunque non molla, annulla una palla break nel quinto gioco, ne spreca cinque subito dopo, ne annulla altre due nel nono e continua a lottare. Il momento-chiave giunge però nel’undicesimo gioco quando un doppio fallo e due vincenti di Murray precipitano Raonic sullo 0-40. Un dritto nettamente fuori è il segnale della resa. Onore allo spirito di abnegazione del canadese e Murray in semifinale contro Kei Nishikori.
[4] K. Nishikori b. [7] D. Ferrer 6-4 6-2 (Ciro Battifarano)
L’ultimo quarto di finale vede opposti Kei Nishikori e David Ferrer. Nei precedenti, spesso molto combattuti, in vantaggio per 7 a 4 il giapponese che ha vinto anche l’unico precedente su terra lo scorso anno qui a Madrid in semifinale al terzo set.
Partenza sprint di Ferrer, strappa il primo turno di battuta di Nishikori ed è subito avanti due a zero. Nishikori sembra non trovare la palla, sostituisce anche racchetta ma cambia poco, deve soltanto ancora entrare in partita.
Ferrer forza troppo i suoi colpi già dal servizio e con due doppi falli e due errori di rovescio rende immediatamente il break al giapponese che fino ad ora ha fatto lo spettatore. Scaldati i motori, si cambia campo ed inizia la battaglia vera, si spinge da fondo ma con una fretta di chiudere il campo inusuale per loro: Nishikori inizia a tenere sulla diagonale del rovescio Ferrer che, a questi ritmi forsennati, quasi mai ha il tempo di girarsi sul dritto. Lo spagnolo commette qualche errore di troppo e nel settimo gioco cede nuovamente il turno di battuta. Quando Nishikori va a servire per il set, con tre errori offre due palle break a Ferrer che però poco colpa ha nel non trasformarle, il giapponese alza il livello del suo servizio e con quattro punti consecutivi chiude il set.
Il secondo set è una prova maiuscola di Nishikori. Pur con una bassa percentuale di prime che nel secondo gioco gli costa l’unico passaggio a vuoto sul suo servizio nel set, il giapponese comanda sempre lo scambio, sia al servizio che in risposta, inchiodando Ferrer sulla diagonale del rovescio. Poco può lo spagnolo che con orgoglio tiene solo il suo ultimo turno di servizio. Nell’ultimo gioco Nishikori sfoggia l’intero repertorio di colpi (volèe, rovescio incrociato, servizio e dritto e servizio vincente) per chiudere l’incontro con 23 vincenti.
Risultati:
[3] R. Nadal b. [10] G. Dimitrov 6-3 6-4
[6] T. Berdych b. [16] J. Isner 3-6 7-6(7) 7-6(1)
[4] K. Nishikori b. [7] D. Ferrer 6-4 6-2
[2] A. Murray b. [5] M. Raonic 6-4 7-5