A. Dolgopolov b. F. Delbonis 6-3 6-4 (Claudio Giuliani)
Alexandr Dolgopolov oggi è numero 73 del mondo e deve passare per le qualificazioni se vuole guadagnare il tabellone principale del Master 1000 romano. Un anno fa perdeva contro Tsonga al primo turno, quest’anno vedremo. Intanto, ieri ha battuto Roberto Marcora, numero 184 ATP per 6-4 6-4 e oggi si è liberato di Federico Delbonis senza troppi problemi. Rispetto a ieri, Dolgopolov oggi ha giocato ad un ritmo più alto. Nulla ha potuto l’argentino, il quale non ha trovato contromisure al tennis imprevedibile del suo avversario. Al campo 1, quello con una tribuna piccola e che alle 14, orario d’inizio del match, è sotto il solleone, non si poteva praticamente accedere, tanta era la calca: Dolgopolov era infatti il tennista da vedere in questa seconda giornate di gare. Archiviato il primo set in venticinque minuti circa, nel secondo l’ucraino ha conquistato il break al terzo game. Il match è filato via fra gli “Ohhh” di meraviglia del pubblico ad ogni sua giocata. Smorzate che tornavano indietro, rasoiate di backspin di diritto e accelerazioni improvvise con il rovescio hanno lasciato Delbonis spesso disorientato. Lui, di fatto, cercava conforto parlando con il suo clan, seduto in prima fila in tribuna. Senza neanche un tifoso dalla sua parte, Delbonis aveva però la chance di rientrare quando Dolgopolov nel momento di servire per il match andava sotto 0-40. In un “battibaleno”, leggi 20 secondi, con un paio di prime e qualche diritto a tutta velocità arrivava il tempo di stringere la mano sotto gli occhi dell’arbitro, con l’obbligo poi di firmare gli autografi ai bambini della tribuna che tanto avevano gridato per sostenerlo.
J.Vesely b. E. Gulbis 7-6 (7-4) 2-6 6-3 (da Roma, Roberto Dell’Olivo)
Un Gulbis (numero 20 ATP) in discreto stato di forma fisico e mentale perde in tre set al primo turno al Foro Italico a Roma dal ceco Vesely (numero 36 nella classifica mondiale). C’è molta aggressività in campo da parte di entrambi i giocatori, in possesso di un buon servizio, con prime palle costantemente sopra ai 200 km/h. Tutti e due i tennisti alternano colpi potenti da fondo campo a variazioni di gioco con diverse palle corte che di certo non annoiano il pubblico. Ne esce infatti una partita divertente.
Il primo break è di Gulbis che sale 3-1, salvo perdere immediatamente il proprio turno di servizio da 40-0. Vesely fa correre in lungo e in largo Gulbis chiudendo gli scambi spesso a rete.
Il lettone sembra però avere qualche numero in più del ceco e si procura un set ball sul 5-4 con battuta Vesely, il quale si salva pur commettendo ben due doppi falli. E’ un gran rovescio lungo linea del ceco a ridargli la parità.
E’ il momento migliore del match, il livello sale, entrambi giocano tutto braccio. E Gulbis si procura un’altra chance di chiudere sul 6-5 e secondo servizio di Vasely, che però si inventa letteralmente un eis al centro all’incrocio delle righe.
Si va al tie break . Una sorta di montagne russe: 3-0 Vesely, 4-4, infine ecco i break definitivi di Vesely che chiude 7-4.
Qui ci si aspetta il classico calo mentale del lettone che invece non arriva, anzi Ernesto ( come lo chiamano i tifosi) insiste, sbaglia poco e rimette tutto in parità con un perentorio 6-2.
Si va così al terzo. Sul 2-1 Vesely ecco il break decisivo . C’e’ un violation time rilevato a Gulbis che un po’ si disunisce, va sotto 15-40 e sbaglia uno smash di rimbalzo a dir poco facile.
Il ceco ringrazia e allunga in un lampo 4-1. Il lettone si innervosisce quel che basta per uscire giusto un attimo dal match. Si arrabbia con un tifoso che lo apostrofa in modo esagerato, tanto da essere di lì a poco “accompagnato” fuori dal campo. Ma il danno è fatto. Sotto 5-3, Gulbis prova ancora a dire la sua, ma qualche errore, soprattutto di dritto da fondo campo, non gli permette di rientrare in partita.
Vesely avanza al secondo turno con merito grazie alla sua continua aggressività in tutto il match, mantenendo nel complesso una buona resa in servizio.
Il 2015 nero di Gulbis continua invece anche a Roma con l’ennesima uscita al primo turno.
Altri risultati:
Già ieri un Coric non molto in palla, molto falloso e quindi nervoso, si era salvato contro Salvatore Caruso, battuto solo 7-6 al terzo set. Oggi le impressioni sono state confermate perché Coric, posto di fronte ad un avversario di altra caratura (non ce ne voglia Caruso) ha perso in maniera netta contro Dusan Lajovic, che con un 6-1 6-4 ha battuto il primo favorito del tabellone di qualificazioni e ha strappato il pass per il primo main draw a Roma. Bene Diego Schwartzman, che però è dovuto ricorrere al terzo set per battere un coriaceo Benoit Paire e Thomaz Bellucci, molto solido contro Ivan Dodig.
Nel tabellone principale ha esordito Kevin Anderson, primo a scendere in campo tra le teste di serie. Il sudafricano ha impiegato quasi tre ore per sconfiggere un ritrovato Florian Mayer, che ha avuto l’unica colpa di essere poco incisivo nei due tie-break che hanno deciso l’incontro. Molto bene Jeremy Chardy che ha sconfitto in due set un Lukas Rosol che, perso a 0 il tie-break, ha subìto il contraccolpo psicologico e ha perso il servizio sull’1-1 e non è più riuscito a riprendere il francese.
Risultati primo turno:
[15] K. Anderson b. F. Mayer 7-6(3) 4-6 7-6(4)
J. Chardy b. L. Rosol 7-6(0) 6-4
J. Vesely b. E. Gulbis 7-6(4) 2-6 6-3
Risultati ultimo turno di qualificazioni:
[9] A. Dolgopolov b. [7] F. Delbonis 6-3 6-4
[3] D. Schwartzman b. [8] B. Paire 7-5 4-6 6-2
[10] D. Lajovic b. [1] B. Coric 6-1 6-4
[12] T. Bellucci b. I. Dodig 7-6(4) 6-4