Nel match contro Lajovic al Rolan Garros, Stan Wawrinka realizza un vincente di rovescio che sfida ogni logica fisica e biomeccanica
In questi primi giorni del Roland Garros 2015, dal punto di vista tecnico, si sono viste parecchie cose notevoli. La terra battuta di Parigi, ormai da anni, non ha più nulla da invidiare a livello di potenzialità spettacolari del gioco rispetto a superfici “storicamente” ritenute più adatte al cosiddetto tennis brillante, prima fra tutte l’erba. Il motivo, arcinoto e più volte dibattuto, è il rallentamento e l’uniformità di rimbalzo di quasi tutti quelli che una volta erano campi “veloci”, unitamente a una preparazione dei terreni di gioco del secondo Slam dell’anno decisamente improntata alla rapidità. Quindi, terra battuta piuttosto dura e secca, e molte possibilità in più per chi attacca e spinge, rimanendo comunque nell’ambito di una superficie relativamente lenta che esalta in ogni caso l’attitudine difensiva e i recuperi. Oggi come oggi, a mio avviso, in una giornata calda e poco umida, il Philippe Chatrier è uno dei campi più “democratici” del mondo, buono per Isner e Mahut come per Nadal e Bellucci.
Abbiamo dunque visto nel torneo femminile splendide partite quali Schiavone-Kuznetsova, sorprese come Lucic che batte Halep, e in quello maschile tante ottime prestazioni da parte dei “mostri sacri” favoriti per la vittoria finale. Gli highlights dei match di primo e secondo turno sono ricchi come poche altre volte, e ci propongono Nishikori che spara il lungolinea bimane passando esterno al paletto della rete, volée stoppate millimetrichee caricatissime di backspin come quella di Schwartzman contro Monfils, magie con lo slice di Federer, e Lajovic che tira un rovescio lungolinea a una mano in salto, roba davvero ad altissimo tasso di difficoltà e grande spettacolarità.
https://www.youtube.com/watch?v=sqVtJ3zpPt4
Ma proprio durante le fasi finali di questo ultimo match, vinto da Stanislas Wawrinka sull’ottimo giocatore serbo, il buon vecchio Stan The Man ha fatto qualcosa che personalmente non ricordo di aver mai visto in trentacinque anni di tennis giocato, insegnato e guardato dal vivo e in televisione. Un colpo tanto assurdo e illogico, ma contemporaneamente fulminante, da aver lasciato basiti anche i commentatori della partita, e che non è stato incluso nei classici video con gli “shots of the day”, forse perchè tanto improvviso e inaspettato che è sfuggito ai compilatori del canale youtube del Roland Garros. Una follia tecnica del genere, però, non poteva non essere analizzata meglio, quindi mi perdonino gli utenti per la scasra qualità delle immagini (riprese dalla mia stessa tv), e andiamo a vedere cosa è successo.
Lajovic serve bene esterno da sinistra, pesante e con parecchio effetto in kick. Stan imposta correttamente la risposta con lo slice di rovescio dall’alto in basso, impugnatura continental, wrap (avvolgimento) del braccio sopra la spalla opposta, polso lievemente flesso all’indietro. Lo vediamo nei primi tre frame da sinistra a destra dell’immagine. Fin qui, tutto normale. Poi, più o meno nell’istante in cui la palla arriva sul piano di impatto ideale, avanzato, per essere affettata con lo slice (ed è una palla molto alta, arriva al livello degli occhi di Stan), solo Dio sa cosa passa per la testa di Wawrinka: come vediamo nel quarto frame, lo svizzero butta giù all’improvviso il braccio richiamando di pura forza del polso la testa della racchetta, che impatta sulla palla praticamente in verticale. Ricordiamoci che Stan sta impugnando continental, quindi senza alcuna assistenza nel sostegno dell’attrezzo da parte della leva del pollice e del palmo della mano (come con la presa eastern di rovescio), e con i soli flessori dell’avambraccio a spingere da dietro e tenere su la racchetta.
Con una presa del genere, e un ingresso tanto forzato della testa della racchetta sulla palla, un follow-through alto e avanzato è semplicemente impossibile, e con esso è (o dovrebbe, secondo logica biomeccanica e cinetica) impossibile un controllo accettabile della traiettoria: infatti, Stan è costretto a buttare giù di brutto l’attrezzo, chiudendo in basso-laterale, il che lascia una finestra temporale di “impatto buono” che se saranno due millisecondi è tanto, fase di ritenzione della palla sulle corde semplicemente inesistente, un contatto come quello della stecca da biliardo su una boccia di granito. Ma con un misto di fortuna, incoscienza, forza e “nervo” puri dell’articolazione, e per come la vedo io un grande contributo di quell’istinto coordinativo e percezione raffinatissima del timing che comunemente viene definito talento, Wawrinka quei due millisecondi li prende in pieno, e produce una fucilata lungolinea vincente praticamente priva di rotazione. Cose da “Matrix”, da effetto speciale in computer grafica, da cartone animato giapponese. Eppure lo ha fatto davvero. Ecco il video:
I grandi colpi che abbiamo visto, e ancora vedremo in questo bel torneo, per quanto a volte estremi e al limite, che siano passanti in allungo disperato o volée raffinatissime, rientrano comunque tutti nel cosiddetto “manuale del tennis”: quello che ha fatto Stan no, quantomeno negli ultimi novant’anni. Sì, perchè dopo aver visto il replay ravvicinato del gioco di prestigio che sfida le leggi della fisica inventato dallo svizzero, la prima cosa che mi è venuta in mente è questa immagine, che metto a confronto con l’ultimo frame del finale di Wawrinka:
Erano tempi (anni venti) in cui la presa a martello era la più utilizzata per tutte le esecuzioni, e per gestire un rovescio a una mano dall’alto in basso non c’era alternativa a un gesto molto simile, come ci mostra magnificamente la grande Suzanne Lenglen: ma una cosa è tirarlo a cinquanta all’ora su una palla che arriva a settanta se è tanto, un’altra è tirarlo a centocinquanta su un servizio ai centottanta. Dovrebbe essere impossibile, se non fosse che Stan ci ha dimostrato il contrario. Fantascienza.
One-Handed Backhand Appreciation Corner
Contro ogni pronostico legato alle insidie della terra rossa, i Guerrieri della Luce si stanno ben comportando nella campagna di Gallia. Il Vecchio Jedi Roger sembra in forma, Stan The Man come appena visto ci regala magie che solo un Jedi potente e con la Forza al suo fianco può realizzare, il Talento Transalpino Richard è nervosetto ma ancora in gioco, e il Picchiatore Italico Simone va alla grande, per tacer della leggendaria Carla “Jeanne D’Arc” Navarro che è al meglio della sua carriera. In più, inattesa ma graditissima sorpresa, la Milanese Rantolante Francesca torna sulla cresta dell’onda sui campi che la resero Immortale.
Ci rammarichiamo per la perdita dell’Apprendista Bulgaro Grigor, al contrario in piena crisi di fiducia, che possano gli Spiriti del Bel Tennis guidarlo nuovamente al Trionfo, e dell’Affettatore Iberico Feliciano: ma le Nemesi Bimani stiano all’erta, perchè era da tempo che gli Illuminati della presa Eastern non erano tanto agguerriti a Lutezia. E’ un piccolo villaggio, ormai, quello rischiarato dalla Bellezza del rovescio a una mano, e assediato da ogni lato dalla barbarie, ma come quello di Asterix e Obelix è ben difeso, e non cederà facilmente.