Binaghi: «Guerra totale a chi ci infanga» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport).
(Ecco l’intervista che il n. 1 della Federazione ha rilasciato alla Gazzetta dello Sport all’indomani della sentenza del tribunale federale che ha punito con la radiazione Potito Starace e Daniele Bracciali «per aver alterato l’esito di alcuni incontri al fine di realizzare guadagni illeciti tramite scommesse»).
Presidente, quali sono i suoi sentimenti dopo la sentenza: deluso dai due giocatori?
«La sentenza è dura, la nostra linea è chiara: vogliamo un tennis limpido e pulito. Ma dobbiamo essere garantisti, quindi adesso facciamo il tifo perché loro possano dimostrare che non c’entrano nulla con questa brutta faccenda».
E se non ci riuscissero?
«Sarà guerra totale. Saremo implacabili con loro se saranno riconosciuti definitivamente colpevoli, ma lo saremo anche con chiunque sporchi il tennis italiano. Se Daniele e Potito dovessero risultare definitivamente colpevoli saremo durissimi. I giocatori che hanno importanza e visibilità hanno anche molte responsabilità, la correttezza e la lealtà vengono sopra ogni cosa».
Che ricordi ha di Starace e Bracciali?
«Con loro non abbiamo mai avuto problemi, Daniele è anche stato rappresentante degli atleti in consiglio federale, mettendo nel ruolo grande personalità. I nostri rapporti sono stati sempre improntati su serenità e correttezza. Potito ha sempre dato il cuore per l’Italia, è stato tra gli artefici del ritorno in serie A, non si è mai risparmiato per la nazionale».
Se le accuse venissero confermate sarebbe un grave danno per l’immagine del tennis azzurro.
«Il dovere di fare la massima chiarezza è anche nei confronti di chi porta il nome italiano in giro per il mondo. Nel 2003 abbiamo rivoluzionato la federazione smascherando persone che la danneggiavano. Siamo rinati completamente puliti.
Si rischia che il tennis sia associato al lato sporco dello sport, quello delle scommesse truccate.
«E’ proprio questo che non deve succedere, non voglio che il tennis entri in quella zona grigia, che ci siano situazioni di collusione. Non sarebbe giusto per chi gioca ma anche per i tecnici e i maestri di tennis che ogni giorno, prima di insegnare dritto e rovescio, cercano di infondere nei ragazzi il rispetto per le regole e l’avversario».
E i colleghi di Bracciali e Starace cosa dicono?
«E’ importante stabilire la verità anche per chi rappresenta l’Italia. Perché non debbano essere guardati con sospetto o sentirsi parte di un movimento su cui siano state gettate delle ombre».
Quindi cosa farete?
«Possiamo solo aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Non solo quella sportiva, ma anche quella penale. Qualunque sia l’esito finale ci costituiremo parte civile e chiederemo i danni a tutti coloro che si saranno permessi di trascinare il tennis italiano in questo scandalo»
Binaghi: «Guerra totale a chi ci infanga» (Cocchi).
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