TENNIS – Questa Sara è irriconoscibile. Poco più di un’oretta e un quarto, 6-3,6-2 dalla Goerges, e come l’anno scorso quando perse dalla Suarez Navarro, la Errani è la prima top-ten k.o.
Dio solo sa quanto mi dispiace per la netta sconfitta di Sara Errani contro Julia Goerges, che pure delle ragazze tedesche _ e non solo per motivi estetici _ è, dopo l’inarrivabile Petkovic, quella che seguo più volentieri anche nelle interviste.
Un po’ montatina fino ad un paio d’anni fa, ora è scesa a terra, forse costretta anche dal ranking che – per via di un problema al polso che l’ha angosciata non poco lo scorso anno – è scesa da n.15, best ranking, a
n.73.
Ma a tennis sa giocare, eccome. Allenata da Sascha Nensel _ le voci di un loro idillio non sono mai state confermate, i colleghi tedeschi ne hanno parlato più che scritto _ che è stato anche il coach di Nicolas Kiefer, la Goerges ha un ottimo servizio, con “prime” tirate anche a 180 km orari, “seconde” regolarmente sopra i 150, e soprattutto l’abilità di variare contnuamente gli angoli.
Cosa che Sara, le cui prime viaggiano a 130/135, e le seconde a 110/118, non sa invece fare. La traiettoria del servizio di Sara – un argomento qui molto ben trattato da Luca Baldi qualche giorno fa di corredo e supporto al brillante articolo della serie sulle top 16 proposta da AGF _ invece è sempre così liftata che la palla rimbalza lenta e bella alta, così l’avversaria fa a tempo a spostarsi e giocare il colpo prediletto.
Una ragazza piccolina non riuscirebbe magari a schiacciarla, ma la Goerges, un metro e 80 e una grande apertura chiusa da un bella frustata di polso, invece schiacciava quelle palle con grandissima facilità e superiore efficacia.
Sara era sempre costretta a inseguire e le palle che le arrivavo addosso erano talmente pesanti che era costretta ad accorciare. Talvolta, pur essendo lei per solito una grande incontrista, non riusciva ad arginarle e i suoi colpi finivano in rete.
Purtroppo per Sara gli Slam sono diventati durissimi, salvo che a Parigi dove lo scorso anno – battendo anche tenniste di nome come la Lisicki, la Suarez Navarro prendendosi la rivincita rispetto a Melbourne, la Radwanska prima top-5 battuta da Sara in carriera _ ha salvato la stagione dei Majors conquistando la brillante semifinale. Ma qui a Melbourne aveva perso dalla Suarez Navarro al primo turno, a Wimbledon dalla Puig (prossima avversaria al secondo turno di Flavia Pennetta) all’Us Open al secondo da Flavia Pennetta. Insomma meno male che è stata incredibilmente continua nei tornei minori.
“Le altre che giocano contro di me non hanno nulla da perdere, danno il massimo, trovarsi di fronte la Goerges al primo turno, così come Roberta che ha ritrovato la Jie Zheng, non è stato certo un sorteggio fortunato. Se dovessi scendere al n.20 o n.30 (…) beh lo scrivete in tanti che devo uscire dalle top-10 (…) io continuo ad allenarmi duramente come ho sempre fatto e si vedrà. Ho avuto due anni pazzeschi, ho fatto anche quest’anno le mie partite, a Sydney ho giocato bene, qui meno bene ho avuto brutte sensazioni, le gambe non andavano tanto (…) ma la Goerges è forte e si si può perdere senza imbarazzi particolari (…) se dovessi vincere sempre con tutte quelle che mi stanno dietro (…)”.
Come sempre Sara parla da ragazza sincera, onesta, ti riferisce le sensazioni che prova. Non deve essere facile per lei riuscire ad essere sempre all’altezza del suo ranking, delle aspettative. Con la Goerges e ci aveva vinto 2 volte su 3, non solo sulla terra di Barcellona ma anche sul cemento di Dubai nel 2013.
Ma della sconfitta di Sara mi è dispiaciuta una cosa: i suoi limiti tecnici, soprattutto legati al servizio ma non solo, sono ben noti. Come nota è la sua intelligenza tattica: ecco di questa oggi non ho visto traccia. Troppod spesso ha servito sul dritto della Goerges, troppo spesso ha insistito con quei topponi che non le prendevano abbastanza giro (“Il campo è più veloce che in passato, le palle schizzavano via basse, soprattutto fin quando erano nuove, Pablo mi ha detto che avrei ovuto prendere più iniziativa (…)”). Ma non è stata solo mancanza di iniziativa, è stata anche mancanza di idee. Questo tipo di superficie le ha spuntato l’arma della smorzata, efficace soltanto sulla terra battuta, ma qualche slicettino in più avrebbe dovuto provarlo, proprio perchè la palla schizzava bassa, “come sull’erba” ha detto Nadal lamentandosene. Di dritto Sara non può farlo, di rovescio invece sì, e forse le ampie aperture della Goerges ne avrebbero sofferto.
“Dovevo giocare più dritto per dritto, mi ha detto Pablo” accennava Sara. E Pablo ha ragione. Ma Sara era confusa. O non lo vedeva, o non lo capiva. E questo è l’aspetto più negativo della sua prestazione. Sappiamo che tanti dubitano delle qualità da top-ten di Sara, sebbene lei abbia dimostrato di averle non nel breve periodo ma per due anni interi (ed è ancora lì: l’aspetto più positivo di questa sconfitta è che non le costerà un punto WTA visto che aveva perso al primo turno anche 12 mesi fa), ma l’importante è che non cominci a dubitarne lei. Nè Lozano. Di quel che pensano gli altri Sara ha sempre dimostrato di non curarsene troppo. Altrimenti non sarebbe mai arrivata dove è arrivata. Forza Sara. Sei la n.1 d’Italia e ancora la n.7 del mondo. E vivi in un periodo storico in cui il tennis femminile non ha che un paio, forse tre, tenniste davvero più forti di tutte. Con le altre ci si può giocare e anche vincere. Purchè si creda sempre di poterlo fare.