TENNIS – Federer si è preso gioco di Nadal e Djokovic per vincere l a Coppa Davis 2014? Lo ipotizza Pete Bodo e noi aggiungiamo altro, pronosticando la vittoria svizzera nella competizione a squadre.
Questo è un articolo celebrativo, in leggero anticipo sulla scontata vittoria della Svizzera in Coppa Davis 2014. Già vediamo a fine anno la celebrazione, con Roger Federer a rubare la scena a Wawrinka, il tennista del momento. Perché, per i milioni di appassionati, lo svizzero del tennis, checché ne dica la classifica ora, è lui, l’uomo dei 17 Slam, l’uomo dei record, il family man che gioca a tennis col biberon in borsa.
Una edizione della Coppa Davis che ha perso al primo turno la Serbia di Novak Djokovic (assente Nole, numero 2 al mondo) e la Spagna di Rafael Nadal che ha spedito in trasferta il team C (con Nadal out, mancava poco che facesse giocare Emilio e Javier Sanchez), rischia di passare per una delle edizioni meno interessanti dal punto di vista tecnico. Ma rischia di passare per la prima Coppa Davis vinta da Roger Federer e Stanislas Wawrinka e quindi di salvare capra e cavoli. Il trofeo del massimo campionato a squadre è l’unico a mancare nel palmares di Roger. Nadal l’ha vinta, Djokovic idem, Federer no. Sicuri che all’arrogante svizzero vada giù una cosa del genere senza problema? Certo, Roger è un idolo del tennis mondiale, e non è colpa sua se proviene dalla patria delle banche e del cioccolato piuttosto che da quella delle corride o da una nazione che fa del nazionalismo un cardine del suo viver comune (Nole in politica? Vedrete…). Ma una vittoria è pur sempre una vittoria, e a lui questa manca. Allora quest’anno ha deciso di giocare la Davis per vincerla, ma perché? Certo, il tabellone ora è facile, con la Serbia battuta al primo turno quando già si sapeva che Djokovic non avrebbe giocato e con il Kazakistan come prossimo avversario, in casa a Ginevra, e poi una eventuale semifinale contro la vincente di Italia-Gran Bretagna. Sono di fatto due match che schiudono le porte della finale dove i due potrebbero trovare la Francia, la Germania, la Repubblica Ceca o il Giappone, insomma: una passeggiata di salute il cammino che porta verso la conquista dell’insalatiera a novembre.
Roger Federer ha deciso di unirsi al team svizzero giusto qualche giorno dopo la vittoria di Stanislas Wawrinka allo Australian Open, torneo che ha deciso un cambio nella gerarchia svizzera del tennis che ora vede Roger come numero due, sempre davanti al povero Chiudinelli che alla notizia dell’arrivo di Federer in ritiro postava su Twitter foto felici degli elvetici in sua attesa. Chissà, forse la semifinale persa contro Nadal proprio a Melbourne è stata una ulteriore spinta verso la decisione di tornare a gareggiare nella competizione a squadre. Qualche dato statistico: dal 2004 Roger ha giocato 2 volte la Coppa Davis ma è solamente dopo la facile vittoria sulla Serbia che ha dichiarato di voler giocare subito un altro match (leggi: “voglio vincere la Coppa quest’anno, è facile con uno Stan così”).
Ma perché allora ha deciso di voler vincere quest’anno una competizione che, diciamolo francamente, fin quando è stato il Re del tennis ha snobbato alla grande? Ha giocato talvolta giusto per salvare l’onore della patria, evitandole una retrocessione dal gruppo delle migliori 16. Con molta probabilità non reputava l’”insalatiera” così importante da dedicarle parte del suo tempo, sottraendone al quantitativo dedicato alla sua carriera da singolarista. Ora che invece c’è un compagno non solo all’altezza, ma superiore a lui, ecco che la prospettiva è cambiata. Ecco che è con molta probabilità sarà cambiato anche l’approccio mentale a questa competizione visto che il Federer 2014 ha preso sicuramente coscienza di aver intrapreso il sentiero del declino, cosa più che naturale vista l’età.
Ora poi c’è un grande Wawrinka. Roger e Stan avrebbero potuto formare una coppia in grado di vincere la Coppa Davis già da molti anni. Non hanno mai preso troppo sul serio questa competizione, sicuramente non lo ha fatto Roger. Stan è nei top 10 già dal 2008, è quindi da allora una spalla più che valida per vincere il trofeo con un Federer che fino al 2012 ancora faceva paura. Quest’anno le cose, fortunatamente per la Svizzera – e sfortunatamente per l’Italia se riusciremo a superare la Gran Bretagna – sono cambiate e in maniera definitiva perché non ce lo vediamo Federer che molla il tabellone di Coppa Davis dopo il Kazakistan. Parlavamo prima dell’approccio mentale, decisamente cambiato. Com’è cambiato il Federer nelle dichiarazioni pre-gara, lui campione del politically-correct. Roger sa che le sue speranze di vincere uno Slam sono molto ridotte rispetto a qualche anno fa. L’Australia ne è stata una dimostrazione: ha battuto un Murray a mezzo servizio, ha perso facile da Nadal (facile = match mai in discussione) arrivando a questi incontri in souplesse. Roger ha preso coscienza definitivamente che per lui sarà difficile vincere ancora in una delle prove maggiori, allora in questo periodo avrà sicuramente pensato: “Perché non dedicare parte del mio tempo alla Coppa Davis, unico trofeo che ancora manca nella mia bacheca di casa visto che comunque sarà molto difficile vincere uno Slam?”. Non crediamo di andare molto lontani dalla verità esplicitando questo ragionamento. Questo è un anno particolare per lui. Sembrerebbe, almeno dall’inizio, sicuramente migliore del nefasto 2013, ma comunque Roger avrà più tempo libero e un figlio in più. La programmazione è meno fitta, concede spazi e quindi tempo per la Davis. L’insalatiera manca nella sua bacheca, non un altro titolo di un qualsiasi master 1000.
Questo quindi l’ipotetico ragionamento di Federer quindi, ma scaturito da cosa? Veniamo quindi alla domanda maliziosa che si pone l’articolista americano (“A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca spesso”, è una delle massime più famose di Giulio Andreotti). Non può essere che Roger Federer ha aspettato molto prima di dichiararsi pronto a giocare per vedere cosa avrebbero fatto i suoi rivali Nadal e Djokovic? Perdere da uno di loro due, magari in trasferta di fronte a folle così patriottiche come quelle spagnole o serbe sarebbe stato l’ultimo dei desideri di Roger. Allora Federer ha agito da quello che gli americani chiamano “Con man”, il “confidence man”, ovvero l’uomo che ti si avvicina e ti truffa. Sì, Federer ha truffato Djokovic e Nadal e ora si avvia a conquistare la Coppa Davis nell’edizione più facile degli ultimi anni. Oggi la favorita numero uno è appunto la Svizzera, al pari della Francia. Facile, dando per scontata la vittoria sui kazaki, la semifinale contro l’Italia o contro la Gran Bretagna (l’Italia perse 3 a 2 in casa a Genova su terra battuta contro la Svizzera con Federer in campo e comunque sarebbe sfavorita a prescindere dalla superficie di gioco) e quindi l’unico ostacolo serio potrebbe essere la francia di Tsonga e amici.
Può essere andata cosi? Può veramente Roger Federer, il tennista dalla faccia pulita e sbarbata, quello dai gesti puliti e dai colori candidi, aver agito come un Neal Caffrey (re dei “Con man” americani, star della serie TV “White Collar”) qualsiasi? Coincidenze? Strategie? Intanto la strada verso il successo finale è spianta, con la conseguente esaltazione dei media pronti a idolatrare lo svizzero. Si arriverà magari alla fine di questo anno tennistico celebrando la vittoria di Wawrinka allo Australian Open, il nono titolo di Rafael Nadal al Roland Garros, Wimbledon e Us Open appannaggio di Djokovic e Murray (chi altri potrebbe?) e ovviamente celebrando la prima Coppa Davis di Federer e Wawrinka, per la gioia finalmente di Roger che completerà il suo palmares. Ci sarebbe solo un piccolo dettaglio: la vittoria avrebbe un leggerissimo retrogusto amaro, quello di averla vinta, ad oggi e salvo clamorosi ritorni, da numero 2 del team.