TENNIS WTA PREMIER INDIAN WELLS – Quarto di finale Li Na b. D. Cibulkova 6-3, 4-6, 6-3.
D. E’ stata una partita più lunga di quella degli Australian Open, ma ce l’hai fatta anche oggi. Come ti senti?
R. Qui è diverso dall’Australian Open. È ovvio che il punteggio sarebbe stato diverso. Oggi è stata più aggressiva. Sentivo che se, non so come spiegarlo, come se provando ad andare un po’ più in dietro, lei riuscisse ad entrare e colpire la palla. Credo che nel secondo set ho avuto un calo e le ho lasciato più opportunità. È riuscita a fare molti vincenti.
D. E’ stata una perdita di concentrazione nel secondo set o il tuo livello è sceso?
R. Credo sia stato perché il primo game mi aveva ucciso. Alla fine del primo game mi sono sentita come, Finalmente posso sedermi. Ero come, Li Na, è il primo game, si lo so. Oh non posso guardare (ride). Alla fine del primo game mi sentivo come se fossi da un’altra parte, e il mio livello è sceso velocemente.
D. Sei felice di come hai giocato oggi?
R. Hmm. A metà. Durante tutto il torneo. Ho avuto qualche problema perché non sono riuscita a mantenere lo stesso livello dall’inizio alla fine. Vado un po’ giù, un po’ su. Ma alla fine ho qualche informazione in più. Cercherò di migliorare il mio tennis per provarci domani.
D. Qualche giorno fa hai parlato della pressione di essere testa di serie numero uno in un torneo così importante. Ora senti di affrontare meglio di prima questa pressione?
R. Ho detto questo? Ho detto questo?
D. Un po’. La pressione del numero 1. Di essere testa di serie numero 1.
R. Un po’ (ride). Ma perché per me è tutto nuovo, essere testa di serie per la prima volta in un grande torneo. Ovviamente è tutto diverso. Non è come quando arrivavo qui da numero 6 o 7. Ma credo di affrontare la situazione molto bene, e devo solo continuare.
D. Ti senti diversa come prima testa di serie? Ti senti un po’ la regina del torneo?
R. No, credo di essere più socievole (ride). No, scherzo. No, è una bella sensazione. I tifosi mi guardano anche quando mi alleno. Ma credo ci siano più supporter per mio marito, non per me. Anche quando ci alleniamo, quando lavoriamo, se lui mi fa un vincente, sono tutti così felici (ride).
D. Hai visto i tifosi? Ne ho visti alcuni che hanno voluto una foto con tuo marito.
R. Davvero? Come ha potuto (ride)? Davvero?
D. Si. È famoso. I fans vogliono foto anche con Max.
R. Max?Wow. Ok. Quindi Max, devi dimagrire (ride).
D. Tutti dicono, E’ così brava. Poi vinci gli Australian Open. E dicono, E’ davvero molto brava. Cosa significherebbe per te e per la Cina se diventassi numero 1 del mondo?
R. Wow, significherebbe che in questi due anni abbiamo fatto un buon lavoro. No, noi già facciamo un ottimo lavoro. Se dovessi diventare n. 1 vuol dire che siamo migliorati molto, specialmente Peng Shuai, che è numero 1 in doppio. Devo seguirla. Proverò a seguirla. E poi credo che trasmetteremmo molte cose positive ai bambini. Vedranno che possono fare bene, e sperare di fare lo stesso o anche meglio.
D. Nel tuo libro hai scritto che da bambina volevi diventare la numero uno della Cina e vincere i giochi nazionali.
R. Sì.
D. In quale momento della tua carriera hai iniziato a pensare, Oh, forse posso diventare molto di più?
R. Penso fino – beh, mi sono ritirata due anni. Quando non c’ero, il mio ranking più alto era il 120. Perché tentavo di migliorare, ma non ci riuscivo. E quindi ero intorno a quella posizione, alla 120. E quindi mi sono detta, Ok. E anche il mio corpo non stava bene. E mi sono detta, basta. Non puoi migliorare, e ho rinunciato. Credo di averlo scritto anche nel libro, perché in Cina, sai i giochi nazionali, sono ogni quattro anni, come i giochi olimpici. Quindi il capo della mia squadra è venuto a cercarmi all’università. Mi ha detto, senti, non abbiamo molte buone giocatrici. Forse puoi aiutarmi a migliorare la squadra. E io ho detto qualcosa come, Stai scherzando? Non gioco da due anni. Come puoi chiedermelo? Quando ero giovano pensavo che fosse differente la Cina dall’occidente. Pensavo, in occidente le giocatrici vengono aiutate dalle famiglie. Ma in Cina, sai se fai parte di una squadra, loro pagano tutto, allenatori e viaggi. Quindi ho detto, Ok. Forse è il momento per tornare, perché non so quello che posso dare. Quindi ho pensato, gioco per la mia città, gioco un solo torneo. Dopo tornerò all’università. Ma sono andata bene, e il team della nazionale mi ha detto, Forse potresti venire a giocare in nazionale. E ho detto, Ma che diavolo succede? Perché? Me lo chiedono quando sono stata ferma per due anni. Ho detto, va bene, forse potrei provare, ma ci devo pensare bene, perché se iniziavo a giocare avrei dovuto lasciare l’università. Quindi dicevo, forse potrei darmi un’opportunità e continuare a giocare. Sono arrivata nel circuito, e molti allenatori occidentali volevano lavorare con me. Dicevano, puoi diventare una top 20, una top 30. Io ho detto, per niente. Il mio miglior piazzamento era il 120esimo. Non potrei mai arrivare così in alto. Ma dopo aver iniziato a giocare i vari tornei, ho migliorato il ranking. E mi sono detta, Forse ho delle buone opportunità per arrivare alla top 30, top 20. E adesso eccomi qui.
D. Cosa fai quando non giochi?
R. Dormo molto.
D. Qualcosa di divertente?
R. No, se sono ancora nel torneo – parli di quando gioco in un torneo o dopo?
D. Durante il torneo.
R. Dormo molto, mi riposo un po’, torno in hotel, faccio qualche massaggio.
D. Non è molto.
R. Sono una professionista (ride).
D. Il matrimonio è come una squadra di doppio? Hai fatto un paragone con il doppio qualche tempo fa.
R. Sì. Cosa? Il matrimonio?
D. Il matrimonio è come una squadra di doppio, un relazione a due? Litighi, poi torni insieme, a volte finisce.
R. Io penso, non so, non so come dite voi in America, ma in Cina c’è un film, in questo film dicono: “ Non importa quale sia la tua scelta, nel matrimonio è sempre sbagliata. Il modo migliore è sbagliare fino alla fine. Quindi seguo questa cosa.
D. E’ per questo che non giochi il doppio?
R. No, è che, sai nel doppio il campo per me è troppo piccolo.
D. Due torti fanno una ragione? Noi abbiamo questa frase.
R. Si in Cina lo diciamo.
D. C’è qualcuno nel tennis di oggi o nel passato a cui hai guardato, a cui ti sei ispirata? Qualcuno di cui eri sicura, come, Mi serve guardare questa tennista, questo atleta? O è tutta una questione di business? Faccio il mio lavoro e mi concentro su me stessa.
R. No, credo che il tennis sia uno sport di personalità. Come quando giochi, in campo non puoi stare attenta all’avversaria. Devi pensare a ciò che tu devi fare, quindi concentrarti su te stessa.