TENNIS INDIAN WELLS – In una partita di rara intensità, impreziosita da un terzo set di grande qualità, il serbo batte lo svizzero al tie-break del terzo set, dopo che Federer aveva recuperato un break di svantaggio nel set regolare sul 4-5. Si tratta del terzo successo di Djokovic in California e del 17° Masters 1000. Luca De Gaspari
Non sono mai banali le sfide tra Novak Djokovic e Roger Federer e la finale del primo Masters 1000 della stagione 2014 a Indian Wells in California, non ha fatto eccezione. Il N.2 del mondo supera il ritrovato Roger Federer al tie-break del terzo set vendicando la sconfitta di Dubai di qualche settimana fa. Il match si chiude dopo 2h12 col punteggio di 3-6 6-3 7-6 (3).
Per un set e mezzo lo svizzero è sembrato avere il controllo della situazione, mostrando la stessa sicurezza dei turni precedenti, mentre da parte sua il serba mostrava ancora di non essere centrato come nelle settimane migliori.
Il primo set si decide subito nel secondo game quando Djokovic cede ai vantaggi il suo primo turno di battuta in quella che rimarrà l’unica palla break da lui concessa per quasi 2 ore. Federer è semplicemente ingiocabile al servizio tanto è vero che non porterà mai un suo turno di battuta ai vantaggi. Anche nello scambio da fondo Roger sembra in pieno controllo e soprattutto in grado di comandare le operazioni con i piedi spesso dentro al campo. La percentuale di prima è vicina al 75%, percentuale simile al rendimento di prima e seconda palla. Su queste basi è normale che il risultato finale sia un 6-3 in 31 minuti anche più netto di quanto dicano i numeri.
Nel secondo set la qualità della risposta al servizio del serbo migliora in modo costante e torna ad essere quella micidiale dei momenti migliori, aiutata anche da un leggero calo al servizio del suo avversario. Djokovic si issa ai vantaggi nel secondo e nel sesto gioco e dà la sensazione a Federer di aver trovato le misure dato che al contempo non rischia quasi nulla sul suo servizio. A forza di insistere Djokovic raggiunge le prime agognate palle break della sua partita nel fatidico ottavo gioco sul 4-3. La prima viene annullata da Federer col servizio, ma sulla seconda Nole si adopera in un prodigioso lob difensivo che prima ricaccia indietro lo svizzero e infine lo porta all’errore. Djokovic chiude sullo slancio 6-3 rimettendo in parità l’incontro.
Lo slancio prosegue nel primo gioco del terzo set, giocato a livello altissimo, in cui entrambi danno tutto quello che hanno consapevoli del suo peso specifico. Federer si salva ma ormai appare chiaro che l’inerzia del match sia tutta dalla parte di Djokovic, che infatti capitalizza in un altro game straordinario, il terzo, ancora ai vantaggi dopo che Federer aveva annullato altre 2 palle break.
A questo punto le speranze sembrano ridotte al lumicino, anche perché non arriva mai oltre 30 sul servizio dell’avversario. Djokovic lascia correre abbastanza in fretta i game successivi di risposta per concentrarsi al servizio. Federer sembra però ancora in grado di competere regalando alcuni colpi degni del suo nome e sempre con la recondita speranza di guadagnarsi una chance prima della fine del match in risposta.
Djokovic va dunque a servire per il titolo sul 5-4, ma dall’altra parte della rete si ritrova un Federer feroce come raramente si è visto. Roger gioca un game straordinario portandosi 0-40 dopo che non aveva visto l’ombra di una palla break dal famoso secondo gioco dell’incontro. Djokovic non può salvarsi e rapidamente Federer sale 6-5 ribaltando la situazione.
Dopo il cambio di campo però la furia di Federer pare placarsi probabilmente anche per stanchezza dato il grande sforzo compiuto. Si arriva rapidamente a un decisivo tie-break, dove Djokovic ha il merito di ritrovare in fretta serenità e lucidità. Federer subisce subito un mini-break nel primo punto e il suo vano tentativo di chip and charge sul terzo punto è quasi un segno di resa. Si gira sul 5-1 in favore di Djokovic ma il numero degli errori di Federer ormai è impennato vertiginosamente ed è infatti con un errore dello svizzero che si chiude il match, 7 punti a 3 nell’epilogo più giusto che questo match potesse offrire.
Le statistiche finali sono di fatto speculari con bilancio a 0 per entrambi nel rapporto vincenti/errori (34/34, 28/28.
Djokovic scaccia dunque un deludente inizio di 2014 (in aveva comunque giocato solamente due tornei) e lo fa con una vittoria che potrebbe dare una svolta alla stagione stessa in vista della primavera ricca di grandi appuntamenti. Si tratta del suo terzo successo a Indian Wells, il 17° torneo Masters 1000 e il 42° titolo complessivo.
Federer deve ritenersi ampiamente soddisfatto del suo torneo, che lo riporterà domani nei primi 5 della classifica mondiale e in cui ha dimostrato di potersi giocare un match alla pari contro un giocatore che seppur in lieve appannamento, rimane un fuoriclasse 6 anni più giovane di lui.
Una finale dunque che nobilita questo torneo e il suo albo d’oro e che crea grande attesa per i prossimi appuntamenti del fittissimo calendario del circuito mondiale.
Luca De Gaspari