Alla vigilia dei quarti di finale Davis, intervista di Sportweek al numero uno inglese tra Fognini, il trionfo a Wimbledon e…Maradona.
Sarà l’ostacolo numero 1 verso il sogno delle semifinali Davis per l’Italia di Barazzutti nel prossimo week-end sul lungomare di Napoli. Andy Murray si confessa a Sportweek, il settimanale della Gazzetta dello Sport,raccontando le sue emozioni alla vigilia della sfida agli azzurri sulla terra del campo allestito sulla Rotonda Diaz ad un passo dal mare del golfo partenopeo, reduce dal buon torneo disputato a Miami dove ha ceduto solo a Djokovic in un match segnato dell’invasione non rilevata del serbo sul 6-5 del primo set.
“Mi è sempre piaciuto giocare per la squadra. La coppa costruisce il carattere ed è molto diversa perché giochi per il tuo paese ed hai motivazioni extra”, rivela lo scozzese. Dopo il doppio trionfo sull’erba londinese, quella olimpica del 2012 e quella dei Championships del 2013, Andy è diventato un eroe nazionale. Sono lontani i tempi in cui i giornali inglesi, alla vigilia di una delle finali Slam perse, titolavano: “We have an english winner or a scottish loser?”.
Oggi che guida la squadra britannica Andy è consapevole delle difficoltà di un match di Davis in trasferta. “Il fattore campo è sempre un vantaggio, ho già giocato in Italia e so quanto il pubblico è caloroso. Gli italiani poi sono più adatti alla terra rossa e in generale sono forti. Ma anche noi avremo i nostri tifosi e sono sicuro che sarà una sfida molto intensa”.
In perfetto stile British le dichiarazioni sugli azzurri. “Gli italiani stanno facendo molto bene, ci conosciamo tutti siamo più o meno coetanei e siamo buoni amici. Fabio lo conosco da quando avevamo dodici anni” – i due hanno appena nove giorni di differenza – “ha sempre avuto un grande talento, è molto bravo e veloce, copre tutto il campo. Siamo molto simili perché giochiamo con il cuore e mostriamo le nostre emozioni. Fognini vale i primi dieci del mondo e sulla terra gioca ancora meglio“.
Nel 2009 a Montecarlo l’azzurro andò ad un passo dal battere il rivale, Murray ricorda molto bene quel match.“Siamo stati molto vicini per tutta la partita, vinsi il tie-break 13-11. Abbiamo sempre avuto belle sfide, tendiamo entrambi a giocare scambi lunghi. Domenica sarà un match duro, spero di essere io a sorridere così da potermi godere al meglio la trasferta a Napoli“.
Sarà la prima volta di Murray nella città ai piedi del Vesuvio e il campione di Wimbledon non sta nella pelle.“L’Italia è grande, cultura e cibo. Roma ha un’atmosfera fantastica, Venezia è un posto intrigante. Come tifoso di calcio vorrei visitare Milano e magari vedere un derby Inter-Milan. Non conosco Napoli ma amando il calcio ne so qualcosa perché Maradona ci ha giocato e so che ci aspetta un pubblico molto passionale. Oggi c’è una squadra discreta e sembra che Benitez stia facendo un ottimo lavoro”.
In città l’attesa è alta e Andy potrà saggiare sulla sua pelle il calore partenopeo. Al villaggio sarà allestito un maxi schermo per consentire anche ai napoletani sprovvisti di biglietto di seguire le partite in clima Davis. Entusiasta il sindaco De Magistris “È un altro grande evento che si svolge in città dopo la partenza del Giro e la America’s Cup e richiamerà tanti turisti. Il tifo dei napoletani spingerà Fognini e compagni alla vittoria“.
Nonostante i lunghi allenamenti sulla terra barcellonese e la straordinaria capacità difensiva, la terra sembra però essere la superficie più avara di risultati per lo scozzese. “Passo la maggior parte della stagione sui campi in cemento, sulla terra devi essere al 100% fisicamente, gli scambi sono più lunghi e più duri. Prima di operarmi alla schiena mi sono trascinato l’infortunio per 18 mesi e la terra rossa ha aggravato la mia situazione, per questo ho dovuto rinunciare al Roland Garros”.
In ogni caso Murray, nel percorso che lo porterà a riacquistare forma fisica e fiducia, ha le idee chiare su come trasformare la pressione di una nazione in risultati positivi. “È stato bello avere il pubblico britannico dietro di me ma è stato un peso importante da portare. Lì ho capito di essere in grado di giocare senza preoccuparmi e i 18 mesi della tripletta oro olimpico-Us Open-Wimbledon sono stati incredibili anche se il circuito non ti da il tempo di festeggiare”
Barazzutti e gli azzurri sperano che i prossimi festeggiamenti britannici siano rinviati almeno di un paio di settimane…